Metodo storico comparativo in linguistica

Invia il tuo buon lavoro nella base di conoscenza è semplice. Utilizza il modulo sottostante

Studenti, dottorandi, giovani scienziati che utilizzano la base di conoscenza nei loro studi e nel loro lavoro ti saranno molto grati.

Ospitato su http://www.allbest.ru/

introduzione

1. L'origine e le fasi di sviluppo del metodo storico comparativo in linguistica

2. L'essenza del metodo storico comparativo in linguistica

3. Tecniche del metodo storico comparato

Conclusione

Bibliografia

introduzione

La linguistica, come altre scienze, ha sviluppato i propri metodi di ricerca, i propri metodi scientifici. Relativamente- metodo storico in linguistica è uno dei principali ed è un insieme di tecniche che consentono di studiare la relazione tra lingue imparentate e dare una descrizione della loro evoluzione nel tempo e nello spazio, stabilire modelli storici nello sviluppo delle lingue. Con l'aiuto del metodo storico comparativo, viene tracciata l'evoluzione diacronica di lingue geneticamente vicine, sulla base della prova della loro origine comune.

Il metodo storico-comparativo è stato stabilito in linguistica all'inizio del XIX secolo. La scoperta di lingue e tecniche correlate per il loro studio è stata compiuta quasi contemporaneamente in numerosi paesi. Questo metodo è stato molto accurato e convincente nei suoi risultati, ha svolto un ruolo molto importante nello sviluppo della scienza del linguaggio.

La rilevanza del tema scelto è dovuta al fatto che la questione dello studio del patrimonio linguistico del passato occupa un posto centrale nella linguistica moderna. I dati linguistici ottenuti con l'ausilio del metodo storico comparativo sono di grande importanza nello studio delle epoche più antiche della storia dei popoli.

Lo scopo di questo lavoro è studiare la questione dell'origine del metodo storico comparativo, rivelarne l'essenza e le tecniche, identificare i principali vantaggi e svantaggi (o limiti).

1. L'origine e le fasi di sviluppo del metodo storico comparativoinlinguistica

Le prime conclusioni scientifiche che determinarono i modi di confrontare le lingue furono tratte nella seconda metà del XVIII secolo. filologo e orientalista William Jones. W. Jones, avendo conosciuto il sanscrito e scoprendo le sue somiglianze nelle radici verbali e nelle forme grammaticali con il greco, il latino, il gotico e altre lingue, nel 1786 propose una teoria completamente nuova della parentela linguistica - sull'origine delle lingue della loro lingua madre comune. Possiede i seguenti pensieri:

1) la somiglianza non solo nelle radici, ma anche nelle forme grammaticali non può essere frutto del caso;

2) è una parentela di lingue che risalgono a una fonte comune;

3) questa fonte, "forse non esiste più";

4) oltre al sanscrito, al greco e al latino, appartengono alla stessa famiglia di lingue anche le lingue germanica, celtica e iranica.

L'ulteriore sviluppo della scienza ha confermato le affermazioni corrette di W. Jones.

Nel primo quarto del XIX secolo. le opere furono pubblicate quasi contemporaneamente in diversi paesi, che di fatto "scoprirono" il metodo storico-comparativo di studio delle lingue. Nel 1816 fu pubblicata la prima opera di Franz Bopp - "Sul sistema di coniugazione della lingua sanscrita rispetto a quella delle lingue greca, latina, persiana e germanica". Questo scienziato tedesco è andato direttamente dalla dichiarazione di W. Jones e ha studiato il metodo comparativo di coniugazione dei verbi principali in sanscrito, greco, latino, persiano e gotico (1816), includendo in seguito dati dall'antico slavo ecclesiastico, lituano, armeno e lingue tedesche. F. Bopp ha confrontato sia le radici che le inflessioni (verbali e finali di caso), poiché lo credeva giustamente Stabilirela parentela delle lingue di corrispondenza delle sole radici non è sufficiente, è anche necessariasomiglianza delle forme grammaticali, poiché le radici possono essere prese in prestito e il sistema delle desinenze grammaticali, di regola, non può essere preso in prestito. Pertanto, secondo F. Bopp, la somiglianza delle desinenze verbali, insieme alla somiglianza delle radici, può servire come garanzia affidabile per stabilire la relazione delle lingue. Dopo aver studiato le lingue di cui sopra, F. Bopp ha dimostrato la loro relazione e le ha individuate in una famiglia linguistica speciale, che ha chiamato la famiglia delle lingue indo-germaniche (cioè indoeuropee).

Lo scienziato danese Rasmus-Christian Rask ha seguito un percorso diverso, sottolineandolo in ogni modo possibile le corrispondenze lessicali tra le lingue non lo sonoaffidabile, grammaticale è molto più importante, perché prestitoflessioni, e in particolare flessioni," non succede mai" . R. Rask ha studiato le cosiddette lingue scandinave - islandese, svedese, norvegese, danese - e ha cercato di dimostrare la loro relazione. Nella sua opera "Study in the field of the Old Norse language, or the origin of the islandese language" (1818), descrisse il metodo dei "cerchi in espansione", secondo il quale, per stabilire la relazione delle lingue, si deve passare dal confronto delle lingue imparentate più vicine al rapporto di gruppi e famiglie. Inoltre, R. Rask ha identificato diversi gruppi di parole, confrontando i quali è possibile stabilire la relazione delle lingue: 1) termini di relazione: madre -???? - madre - Mutter - madre (italiano, spagnolo) - mвter (lat.); 2) nomi di animali domestici: mucca - kra?va (ceco) - krowa (polacco) -??? - mucca - Kuh - cervus (" cervo" ) (lat.); 3) nomi di parti del corpo: nose - nos (ceco, polacco) - nose (inglese) - Nase (tedesco) - nez (francese) - naso (it.) - nariz (spagnolo) - nris (lat.) - nosis (lett.); 4) numeri (da 1 a 10): dieci - deset (ceco) -??? (? ) - ten (inglese) - zehn (tedesco) - dix (francese) - dieci (italiano) - diez (spagnolo) -dEkb (greco) - decem (lat.).

Tra 30-40 anni. Nel XIX secolo, il filologo tedesco Jacob Grimm introdusse nella scienza un punto di vista storico sul linguaggio. Ha notato che ogni lingua si sviluppa in un lungo periodo di tempo, ad es. ha una sua storia. Nella storia dello sviluppo del linguaggio umano, ha individuato tre periodi: 1) antico, 2) medio e 3) nuovo. Periodo antico: la creazione, la crescita e la formazione di radici e parole; periodo medio- la fioritura della flessione che ha raggiunto la perfezione; il nuovo periodo è lo stadio della lotta per la chiarezza del pensiero, che porta all'analiticità e, di conseguenza, al rifiuto dell'inflessione. Secondo J. Grimm, per stabilire la relazione delle lingue, è necessario studiare la loro storia. Fu l'autore della prima grammatica storica. E sebbene si chiami "Grammatica tedesca" (1819-1837), Grimm esplora in essa la storia dello sviluppo non solo del tedesco, ma di tutte le lingue germaniche, a partire dai più antichi monumenti scritti e fino al XIX secolo. Questa fu la prima esperienza di grammatica storica, sotto l'influenza della quale lo scienziato russo F.I. Buslaev ha scritto una grammatica storica della lingua russa. Infatti, J. Grimm è considerato uno dei fondatori del metodo storico in linguistica, mentre F. Bopp - del metodo comparativo.

Nel 1820, l'opera principale di un altro fondatore del metodo storico comparativo, lo scienziato russo A.Kh. Vostokov "Ragionamento sulla lingua slava". Secondo A.Kh. Vostokov per stabilire la relazione delle lingue, è necessario confrontare i dati dei monumenti scritti delle lingue morte condatilingue e dialetti viventi. Confrontando le radici e le forme grammaticali delle lingue slave viventi con i dati della lingua slava antica morta, lo scienziato è riuscito a svelare molti fatti incomprensibili dei monumenti scritti dell'antico slavo.

Il merito dei fondatori del metodo storico comparativo in linguistica sta nel fatto di aver incarnato la posizione generale sullo studio comparativo e storico dei singoli fenomeni in un sistema di metodi scientifici specifici coerenti con caratteristiche specifiche oggetto di studio (cioè la lingua) e orientato alla risoluzione di problemi linguistici propriamente detti.

2. L'essenza della storia comparataMetodo logico in linguistica

Se consideriamo la scienza del linguaggio in retrospettiva, allora la sua storia appare come una continua lotta per un metodo speciale. A causa del fatto che la lingua è un fenomeno estremamente vario, lo consente approcci diversi al suo studio e, infatti, è stato originariamente studiato nel contesto di varie scienze: la filosofia - nell'antichità classica, nel complesso studio della letteratura popolare e delle istituzioni religiose - tra gli arabi dell'era del Califfato, in connessione con la logica e la filosofia della storia - nell'Europa dei secoli XVI-XVIII. L'inizio dell'Ottocento, che in linguistica è segnato dalla creazione di un metodo storico comparativo, ha parzialmente sintetizzato queste diverse tradizioni scientifiche nello studio della lingua e quindi diversi approcci. Lo stesso modo storico-comparativo di considerare i fenomeni del linguaggio è stato mutuato anche dalla linguistica da altre scienze e da molte sue disposizioni generali- come, ad esempio, la tesi di un unico pra-popolo, poi disgregatosi in più tribù - la scienza del linguaggio si sviluppò e si sviluppò in stretta collaborazione con altre scienze culturali.

Per sua stessa natura e orientamento generale, il metodo storico-comparativo è adatto a risolvere una gamma limitata di questioni linguistiche. L. V. Shcherba ha limitato il metodo storico comparativo (o semplicemente comparativo, come lo chiamava lui) a una serie di compiti speciali, la cui natura è chiara dalle sue seguenti parole: “L'essenza del metodo comparativo consiste principalmente in un insieme di tecniche che dimostrare l'identità storica o la relazione di parole e morfemi nei casi in cui ciò non sia evidente... Inoltre, il metodo comparativo consiste in una speciale serie di tecniche che, attraverso lo studio delle alternanze e delle corrispondenze fonetiche, consentono di ripristinare, in un modo o nell'altro, la storia dei suoni di una data lingua ". Altri linguisti definiscono già le possibilità operative del metodo storico-comparativo. "Il metodo storico-comparativo in linguistica nel senso speciale di questo termine", scrive, ad esempio, A.I. Smirnitsky, "è un metodo scientifico per ripristinare fatti linguistici passati non registrati per iscritto mediante confronto sistematico di fatti materialmente corrispondenti tra loro successivi di due o più lingue specifiche conosciute da monumenti scritti o direttamente dall'uso vivente nel discorso orale" . Un prerequisito obbligatorio per l'applicazione del metodo storico comparativo è la presenza di elementi geneticamente simili nelle lingue confrontate, poiché il principio di progettazione di questo metodo è l'idea di collegamenti genetici le lingue. F. Bopp ha già sottolineato che il metodo storico comparativo non è fine a se stesso, ma uno strumento per penetrare i "segreti" dello sviluppo del linguaggio. Parlando dei compiti della sua opera principale, dedicata alla grammatica comparata delle lingue indoeuropee, scrive nella prefazione che intende "dare una descrizione comparativa e coprente di tutti i casi correlati dell'organismo delle lingue \u200b\u200bspecificato nel titolo, per condurre uno studio delle loro leggi fisiche e meccaniche e dell'origine delle forme che esprimono relazioni grammaticali". Pertanto, fin dall'inizio, parallelamente alla creazione del metodo storico comparativo, si è verificata la formazione della linguistica storica comparativa, due concetti che non possono essere confusi. La linguistica storica comparativa, in contrasto con il metodo storico comparativo, che è un modo per risolvere uno specifico problema linguistico, è un insieme di problemi linguistici sollevati inizialmente in connessione con l'applicazione del metodo storico comparativo. Si occupa anche dello studio storico delle lingue in termini delle loro relazioni genetiche, ma nello studio di questi problemi possono essere applicati metodi diversi dai metodi storici comparativi.

Metodo storico comparativo come qualsiasi altro metodo di apprendimento delle lingue, presenta vantaggi insieme a svantaggi. In primo luogo, questo metodo risulta inefficace quando si studiano le cosiddette lingue isolate (cinese, giapponese, ecc.), cioè quelle che non hanno lingue affini. In secondo luogo, utilizzando il metodo storico comparativo, è possibile ricostruire la composizione fonetica e morfemica della lingua - i fondamenti dell'epoca immediatamente precedente la separazione dei singoli gruppi linguistici. Tuttavia, il metodo storico comparativo non ha dato risultati positivi nella risoluzione di problemi di lessicologia storica comparata e sintassi storica comparata. In terzo luogo, il metodo storico comparativo consente di penetrare nella storia delle lingue non attestate da monumenti scritti, di scoprire e ripristinare una certa unità iniziale delle lingue imparentate, di identificare le leggi interne specifiche del loro successivo sviluppo, ma il il metodo storico comparativo opera spesso con dati tutt'altro che equivalenti. Alcuni monumenti rappresentano materiale estremamente disparato in termini cronologici. Pertanto, non possiamo stabilire i cambiamenti avvenuti in periodi di sviluppo delle lingue non attestati da monumenti. In presenza di materiale cronologicamente eterogeneo e disuguale, è impossibile ripristinare sia il sistema vivente della lingua di base nella sua interezza, sia un quadro rigoroso del successivo sviluppo delle lingue. Il quarto, la possibilità di utilizzare il metodo storico-comparativo nello studio vari gruppi le lingue correlate sono tutt'altro che uguali. Queste possibilità dipendono dal numero di caratteristiche materialmente correlate all'interno di uno o di un altro gruppo di lingue. Quinto, con l'aiuto del metodo storico comparativo, è possibile ricondurre a un'unica fonte le differenze realmente esistenti tra lingue imparentate, ma è impossibile identificare quelle differenze tra lingue imparentate che esistevano in passato ed erano poi perso. Utilizzando questo metodo, è impossibile stabilire la presenza di processi paralleli che si verificano in lingue correlate in gran parte indipendentemente l'uno dall'altro. Questo metodo è impotente quando si studiano tali cambiamenti che sono sorti a seguito della convergenza e dell'integrazione delle lingue.

3. Tecniche del metodo storico comparato in linguistica

I metodi principali del metodo storico comparativo sono la ricostruzione esterna e interna e l'estrazione di informazioni dall'analisi delle parole prese in prestito.

Il metodo storico comparativo si basa su una serie di requisiti, la cui osservanza aumenta l'affidabilità delle conclusioni ottenute con questo metodo. Uno di questi requisiti è che la lingua sia un insieme di parti, antiche e nuove, formatesi in tempi diversi. La tecnica per rilevare morfemi e parole geneticamente identici in lingue correlate, identificando in essi i risultati di cambiamenti sonori regolari nella lingua di partenza, nonché costruendo un modello ipotetico della lingua e regole per derivare morfemi specifici di lingue discendenti da questo modello è chiamato ricostruzione esterna. Ogni lingua cambia gradualmente nel corso del suo sviluppo. Se non fosse per questi cambiamenti, le lingue che risalgono alla stessa fonte (ad esempio l'indoeuropeo) non differirebbero affatto l'una dall'altra. A causa dei graduali cambiamenti nel processo del loro sviluppo, anche le lingue strettamente correlate differiscono in modo significativo l'una dall'altra. Prendi, ad esempio, russo e ucraino. Durante il periodo della sua esistenza indipendente, ciascuna di queste lingue ha subito vari cambiamenti che hanno portato a differenze più o meno significative nel campo della fonetica, della grammatica, della formazione delle parole e della semantica. Già un semplice confronto di parole russe posto, mese, coltello, succo con l'ucraino misto, mese, minore, sik mostra che in un certo numero di casi la vocale russa e e di corrisponderà all'ucraino io. Discrepanze simili possono essere osservate nel campo della formazione delle parole: parole russe lettore, ascoltatore, agente, seminatore apparire con un suffisso attore - tel, e le parole ad esse corrispondenti in lingua ucraina - lettore, ascoltatore, dicellula, Insieme aiocellula- hanno il suffisso - h. Cambiamenti molto più complessi possono essere trovati confrontando altre lingue indoeuropee. Tuttavia, il metodo di ricostruzione esterna presenta una serie di svantaggi. Il primo inconveniente della ricostruzione è il suo "carattere planare". Ad esempio, quando i dittonghi furono ripristinati nella lingua slava comune, che in seguito si trasformò in monottonghi ( oi > e; ei > io; oi, ai > e, ecc.), vari fenomeni nell'area della monottongazione, i dittonghi non si sono verificati contemporaneamente, ma in sequenza. Il secondo inconveniente della ricostruzione è la sua schiettezza, cioè non vengono presi in considerazione i complessi processi di differenziazione e integrazione di lingue e dialetti strettamente imparentati, avvenuti con vari gradi di intensità. La natura "planare" e diretta della ricostruzione ignorava la possibilità dell'esistenza di processi paralleli che si verificano indipendentemente e in parallelo in lingue e dialetti correlati. Ad esempio, nel XII secolo, in inglese e tedesco, le vocali lunghe venivano dittongate in parallelo: tedesco antico marito, Inglese antico marito"Casa"; tedesco moderno Casa, Inglese Casa.

In stretta interazione con la ricostruzione esterna è ricostruzione interna. La sua premessa è confrontare i fatti di una lingua, esistente in questa lingua "in modo sincrono", al fine di identificare forme più antiche di questa lingua. Ad esempio, i moduli corrispondenti in russo as cuocere - forno, consente di impostare la seconda persona su una forma precedente tu cuoci e identificare la transizione fonetica k > c prima delle vocali anteriori. La riduzione del numero di casi nel sistema di declinazione è talvolta stabilita anche dalla ricostruzione interna all'interno della stessa lingua. Il russo moderno ha sei casi, mentre il russo antico ne aveva sette. La coincidenza (sincretismo) dei casi nominativo e vocativo (vocativo) è avvenuta nei nomi di persone e fenomeni naturali personificati (padre, vento - vela). La presenza del caso vocativo nell'antica lingua russa è confermata dal confronto con il sistema dei casi delle lingue indoeuropee (lituano, sanscrito). Una variante della tecnica di ricostruzione interna del linguaggio è " metodo filologico", che si riduce all'analisi dei primi testi scritti in data lingua per scoprire i prototipi delle forme linguistiche successive. Questo metodo è limitato, poiché nella maggior parte delle lingue del mondo, i monumenti scritti si trovano in ordine cronologico, sono assenti e il metodo non va oltre una tradizione linguistica.

Sul diversi livelli le possibilità di ricostruzione del sistema linguistico si manifestano in vari gradi. Il più comprovato e basato sull'evidenzaricostruzione nel campo della fonologia e della morfologia, grazie a un insieme piuttosto limitato di unità ricostruibili. Numero totale di fonemi in vari luoghi il globo non supera 80. La ricostruzione fonologica diventa possibile quando vengono stabiliti i modelli fonetici che esistono nello sviluppo delle singole lingue. Le corrispondenze tra le lingue sono soggette a "leggi sane" rigide e chiaramente formulate. Queste leggi stabiliscono solide transizioni avvenute in un lontano passato in determinate condizioni. Pertanto, in linguistica ora non si parla di leggi del suono, ma di movimenti del suono. Questi movimenti consentono di giudicare quanto velocemente e in quale direzione si verificano i cambiamenti fonetici, nonché quali cambiamenti sonori sono possibili. Ad esempio, combinazioni di antico slavo ra, la, re passare nel russo moderno in -oro-, -olo-, -ere-(Per esempio, kral - re, oro - oro, breg - costa). Nel corso dei millenni, le lingue indoeuropee un gran numero di vari cambiamenti fonetici, che, nonostante tutta la complessità, erano di natura sistemica pronunciata. Se, ad esempio, un cambiamento a in h successo nel caso mano - penna, fiume - fiume quindi dovrebbe apparire in tutti gli altri esempi di questo tipo: cane - cagnolino, guancia - guancia, luccio - luccio ecc. Questa regolarità dei cambiamenti fonetici in ciascuna lingua ha portato al fatto che tra i suoni delle singole lingue indoeuropee c'erano strette corrispondenze fonetiche che consentono di giudicare la relazione delle parole. Quindi, l'europeo iniziale bh [bh] nelle lingue slave si è trasformato in un semplice b, e in latino è cambiato in f [f]. Di conseguenza, tra il latino iniziale f e slavo b sono state stabilite alcune relazioni fonetiche. Simile ai cambiamenti fonetici avvenuti nelle lingue germaniche, il latino con [k] in tedesco è diventato coerente h [x]. Confrontando, ad esempio, il latino ospite-, antico russo bene-, Gotico gast- gli scienziati hanno stabilito una corrispondenza h in latino e G, d in russo centrale e gotico. latino di, russo centrale di corrispondeva al gotico un, e il suono era più antico di. Il tasso dei cambiamenti linguistici oscilla su un intervallo molto ampio, pertanto, quando si stabiliscono corrispondenze fonetiche, è necessario tener conto della loro cronologia relativa, ovvero è necessario scoprire quali elementi sono primari e quali sono secondari. Per questo, è importante determinare la sequenza temporale dei fenomeni linguistici e la combinazione dei fenomeni nel tempo.

La conoscenza dei modelli fonetici offre agli scienziati l'opportunità di ripristinare il suono più antico della parola, e il confronto con le relative forme indoeuropee molto spesso chiarisce la questione dell'origine delle parole analizzate, consente di stabilire la loro etimologia. La stessa regolarità caratterizza i processi di formazione delle parole. L'analisi delle serie di formazione delle parole e delle alternanze dei suffissi esistenti o esistite in tempi antichi è uno dei metodi di ricerca più importanti con cui gli scienziati riescono a penetrare nei segreti più segreti dell'origine di una parola. Ad esempio, un gran numero di parole con il significato Farina sono formazioni di verbi che denotano macinare, schiacciare, schiacciare.

linguistica storica comparata ricostruzione dei morfemi

Come possiamo vedere, se i significati grammaticali sono espressi nelle lingue allo stesso modo e nel corrispondente sound design, allora questo indica più di ogni altra cosa la relazione di queste lingue. O un altro esempio, dove non solo le radici, ma anche le inflessioni grammaticali -ut, -zht, -anti, -onti, -unt, -e corrispondono esattamente tra loro e risalgono a una fonte comune (sebbene il significato di questa parola in altre lingue è diverso dallo slavo - "portare"):

lingua russa

Vecchia lingua russa

sanscrito

lingua greca

lingua latina

lingua gotica

Ci sono molte di queste righe. Si chiamano serie semantiche, la cui analisi consente di introdurre alcuni elementi di coerenza in un'area così difficile della ricerca etimologica come lo studio dei significati delle parole.

Nello studio storico-comparativo delle lingue, è necessario sottolineare prestito. I prestiti, rimanendo nella stessa forma fonetica nella lingua del prestito, possono conservare l'archetipo o, in generale, l'aspetto più antico delle radici e delle parole date, poiché la lingua del prestito non ha subito quei cambiamenti fonetici che sono caratteristici della lingua da cui ha avuto origine il prestito. Quindi, ad esempio, la parola russa a vocale completa fiocchi d'avena e una parola che riflette il risultato della scomparsa delle precedenti vocali nasali, trainare disponibile sotto forma di prestito antico talkkuna e kuntalo in finlandese, dove la forma di queste parole è conservata, più vicina agli archetipi. ungherese szalma- "paglia" mostra le antiche connessioni degli Ugriani (ungheresi) e degli slavi orientali nell'era prima della formazione di combinazioni di vocali complete nelle lingue slave orientali e conferma la ricostruzione della parola russa paglia nella forma slava comune solmun. Tuttavia, nonostante la grande importanza dello studio del vocabolario in linguistica, dovuta al fatto che il vocabolario di qualsiasi lingua cambia molto più velocemente rispetto al sistema dei formati derivazionali e flessivi, questa tecnica del metodo storico comparativo è la meno sviluppata.

Conclusione

Il metodo più efficace per studiare le relazioni genetiche tra lingue imparentate è il metodo storico comparativo, che consente di stabilire un sistema di confronti in base al quale è possibile ricostruire la storia di una lingua.

Lo studio storico-comparativo delle lingue si basa sul fatto della comparsa di componenti linguistiche in tempi diversi, il che porta al fatto che nelle lingue ci sono contemporaneamente strati appartenenti a diverse sezioni cronologiche. A causa della sua specificità come mezzo di comunicazione, la lingua non può cambiare simultaneamente in tutti gli elementi. Ragioni varie cambiamenti di lingua inoltre non può agire contemporaneamente. Tutto ciò consente di restituire, utilizzando il metodo storico comparativo, un quadro del graduale sviluppo e cambiamento delle lingue, a partire dal momento della loro separazione dalla lingua madre di una particolare famiglia linguistica.

Il metodo storico-comparativo in linguistica ha molti vantaggi:

relativa semplicità della procedura (se è noto che i morfemi confrontati sono correlati);

molto spesso la ricostruzione è estremamente alleggerita, o addirittura già rappresentata da una parte degli elementi confrontati;

la possibilità di ordinare le fasi di sviluppo di uno o più fenomeni in un piano relativamente cronologico;

la priorità della forma sulla funzione, mentre la prima parte rimane più stabile dell'ultima.

Tuttavia, anche questo metodo presenta difficoltà e svantaggi (o limiti), che sono principalmente legati al fattore tempo "linguistico":

una data lingua utilizzata per il confronto può essere separata dalla lingua di base originale o da un'altra lingua correlata da un numero tale di passaggi temporali "linguistici" che la maggior parte degli elementi linguistici ereditati vengono persi e, pertanto, la lingua data stessa è esclusa dal confronto, o diventa materiale inaffidabile per lui;

l'impossibilità di ricostruire quei fenomeni la cui antichità supera la profondità temporale di una data lingua - il materiale di confronto diventa estremamente inaffidabile a causa di profondi cambiamenti;

i prestiti in una lingua sono particolarmente difficili (in altre lingue, il numero di parole prese in prestito supera il numero di parole native).

Tuttavia, grazie all'istituzione di corrispondenze tra gli elementi correlati di diverse lingue imparentate e lo schema di continuità nel tempo degli elementi di una data lingua, la linguistica storica comparata ha acquisito uno status completamente indipendente.

Lo studio storico-comparativo delle lingue non è solo di significato scientifico e cognitivo, ma anche di grande valore scientifico e metodologico, che sta nel fatto che la lingua madre viene ricostruita durante lo studio. Questa lingua madre come punto di partenza aiuta a comprendere la storia dello sviluppo di una particolare lingua.

Bibliografia

Zvegintsev V.A. Saggi di linguistica generale. - M., 1962.

Zvegintsev V.A. Storia della linguistica dei secoli XIX-XX in saggi ed estratti. Parte I. - M.: Illuminismo, 1964.

Smirnitsky A.I. Metodo storico-comparativo e definizione della parentela linguistica. - M., 1955.

Reformatsky A. A. Introduzione alla linguistica / ed. VA Vinogradov. - M.: Aspect Press, 1996.- 536 p.

Serebrennikov B.A. Linguistica generale. Metodi della ricerca linguistica. M., 1973.

Bondarenko A.V. Linguistica storico-comparativa moderna / Note scientifiche dell'Istituto pedagogico statale di Leningrado. - L., 1967.

Knabeg S.O. Applicazione del metodo storico-comparativo in linguistica / "Questioni di linguistica". - N. 1. 1956.

Ruzavin G.I. Metodi della ricerca scientifica. M. 1975.

Stepanov Yu.S. Metodi e principi della linguistica moderna. M..., 1975.

Portale Internet http://ru.wikipedia.org

Ospitato su Allbest.ru

Documenti simili

    Somiglianza materiale e parentela delle lingue, la logica di questo fenomeno e la direzione della sua ricerca. L'essenza del metodo storico-comparativo della cognizione. Fasi della formazione della linguistica storica comparata nel XIX secolo, suo contenuto e principi.

    test, aggiunto il 16/03/2015

    Linguistica in Russia e in Europa nel XVIII - prima metà del XIX secolo. Prerequisiti per l'emergere del metodo storico-comparativo in linguistica. Concetti filosofici che influenzano l'origine, lo sviluppo della lingua. La fondazione degli studi comparativi, la nascita della tipologia.

    tesina, aggiunta il 13/01/2014

    Differenziazione degli studi comparativi in ​​linguistica. Rapporto tra ricerca storica comparata e tipologia linguistica. Varie opzioni per la ricostruzione "glottale". Ricostruzione delle fermate protolinguistiche associate alla struttura del morfema radicale.

    abstract, aggiunto il 09/04/2009

    Fasi di sviluppo del metodo storico comparativo in linguistica. Metodo storico comparato nel campo della grammatica. Metodi per la ricostruzione della lingua di base. Metodo storico comparativo nel campo della sintassi. Ricostruzione dei significati arcaici delle parole.

    tesina, aggiunta il 25/04/2006

    Fasi di sviluppo della linguistica storica comparata, introduzione in essa del principio del naturalismo. Uso di metodi scientifici naturali di osservazione e sistematizzazione. Il contributo di A. Schleicher alla divulgazione del fattore sistemico nell'organizzazione struttura interna linguaggio.

    presentazione, aggiunta il 07/05/2011

    La biografia di Rusk e il suo significato come uno dei fondatori dello studio storico comparativo delle lingue indoeuropee, altaiche ed eschimesi. Il ruolo delle sue opere nella linguistica delle lingue scandinave. Definizione di relazione linguistica. Sviluppo linguistico secondo R. Rusk.

    abstract, aggiunto il 05/09/2012

    Il concetto di ricerca linguistica e le sue principali metodologie. Tipiche carenze nell'applicazione dei metodi linguistici. Selezione corretta del metodo di ricerca linguistica sull'esempio dell'utilizzo del metodo storico-comparativo nel campo della grammatica.

    tesina, aggiunta il 11/05/2013

    Teoria ricerca linguistica. Metodo storico-comparativo come base per la classificazione delle lingue. Lo studio dei nidi etimologici nella scienza moderna. Vocabolario originale e preso in prestito. La storia delle parole che salgono alla radice "uomini" in russo.

    tesi, aggiunta il 18/06/2017

    Il concetto di testo in linguistica. Trascrizione del pensiero umanitario. Il concetto di discorso nella linguistica moderna. Caratteristiche della creazione della linguistica del testo. L'analisi del discorso come metodo per analizzare il discorso o la scrittura coerente. Campo di studio della scienza testuale.

    abstract, aggiunto il 29/09/2009

    Tendenze dominanti nella linguistica del Novecento. Indicazioni per lo sviluppo degli studi di genere in linguistica: espansionismo; antropocentrismo; neofunzionalità; esplicativo. L'essenza del modello parametrico per descrivere il comportamento comunicativo di genere.

Metodo storico-comparativo.

La linguistica storico-comparativa (studi comparativi linguistici) è un campo della linguistica dedicato principalmente alla relazione delle lingue, che è intesa storicamente-geneticamente (come un fatto di origine da una proto-lingua comune). La linguistica storica comparata si occupa di stabilire il grado di parentela tra le lingue (costruendo una classificazione genealogica delle lingue), ricostruendo le proto-lingue, studiando i processi diacronici nella storia delle lingue, i loro gruppi e famiglie, e l'etimologia delle parole.

La "spinta" è stata la scoperta del sanscrito (sanscrito - samskrta - nell'antico indiano "elaborato", sulla lingua - al contrario di prakrit - prakrta - "semplice"), la lingua letteraria dell'antica India. Perché questa "scoperta" potrebbe svolgere un ruolo del genere? Il fatto è che sia nel Medioevo che nel Rinascimento l'India era considerata un paese favoloso pieno di miracoli descritti nel vecchio romanzo Alessandria. I viaggi in India di Marco Polo (XIII secolo), Atanasio Nikitin (XV secolo) e le descrizioni che hanno lasciato non hanno dissipato le leggende sul "paese degli elefanti d'oro e bianchi".

Il primo a notare la somiglianza delle parole indiane con l'italiano e il latino fu Philippe Sasseti, viaggiatore italiano del XVI secolo, come riporta nelle sue Lettere dall'India, ma da queste pubblicazioni non si trasse alcuna conclusione scientifica.

La questione fu correttamente posta solo nella seconda metà del XVIII secolo, quando fu fondato a Calcutta l'Institute of Oriental Cultures e William Johns (1746–1794), dopo aver studiato i manoscritti sanscriti e conosciuto le moderne lingue indiane, poté scrivere :

“La lingua sanscrita, qualunque sia la sua antichità, ha una struttura stupefacente, più perfetta del greco, più ricca del latino e più bella di entrambe, ma che porta in sé una relazione così stretta con queste due lingue come nelle radici dei verbi , e nelle forme di grammatica, che non potrebbero essere generate per caso, il rapporto è così forte che nessun filologo che studierebbe queste tre lingue non può credere che provenissero tutte da una fonte comune, che, forse no esiste più. C'è una ragione analoga, sebbene non così convincente, per supporre che sia il gotico che il celtico, sebbene mescolati con dialetti del tutto diversi, fossero della stessa origine del sanscrito; Anche il persiano antico potrebbe essere attribuito alla stessa famiglia di lingue, se ci fosse un posto per discutere questioni sulle antichità persiane.

Ciò pose le basi per la linguistica comparativa e l'ulteriore sviluppo della scienza confermò, sebbene dichiarative, ma corrette affermazioni di V. Jonze.

La cosa principale nei suoi pensieri:

1) la somiglianza non solo nelle radici, ma anche nelle forme grammaticali non può essere frutto del caso;

2) è una parentela di lingue che risalgono a una fonte comune;

3) questa fonte, “forse non esiste più”;

4) oltre al sanscrito, al greco e al latino, appartengono alla stessa famiglia di lingue anche le lingue germanica, celtica e iranica.

All'inizio del XIX secolo. Indipendentemente l'uno dall'altro, diversi scienziati di diversi paesi si sono impegnati a chiarire la relazione delle lingue all'interno di una particolare famiglia e hanno ottenuto risultati notevoli.

Franz Bopp (1791–1867) parte direttamente dall'affermazione di W. Jonze e studia la coniugazione dei principali verbi in sanscrito, greco, latino e gotico (1816) utilizzando il metodo comparativo, confrontando sia le radici che le inflessioni, metodologicamente particolarmente importante, poiché le corrispondenze radici e parole non bastano a stabilire la relazione delle lingue; se il disegno materiale delle inflessioni fornisce lo stesso criterio affidabile di corrispondenze sonore - che non può essere attribuito al prestito o al caso, poiché il sistema delle inflessioni grammaticali, di regola, non può essere preso in prestito - allora questo serve come garanzia di una corretta comprensione di le relazioni delle lingue affini. Sebbene Bopp credesse all'inizio della sua attività che il sanscrito fosse la "proto-lingua" per le lingue indoeuropee, e sebbene in seguito abbia cercato di includere tali lingue aliene nella cerchia affine delle lingue indoeuropee ​​come il malese e il caucasico, ma anche con la sua prima opera, e successivamente, attingendo a dati iranici, slavi, lingue baltiche e lingua armena, Bopp ha dimostrato la tesi dichiarativa di V. Jonze su un ampio materiale censito e scrisse la prima "Grammatica comparata delle lingue indo-germaniche [indoeuropee]" (1833).

Lo scienziato danese Rasmus-Christian Rask (1787–1832), che precedette F. Bopp, seguì una strada diversa. Rask ha sottolineato in ogni modo possibile che le corrispondenze lessicali tra le lingue non sono affidabili, le corrispondenze grammaticali sono molto più importanti, perché prendere in prestito inflessioni, e inflessioni in particolare, "non accade mai".

Iniziando la sua ricerca con la lingua islandese, Rusk la paragonò innanzitutto ad altre lingue "atlantiche": groenlandese, basco, celtico - e negò la loro parentela (riguardo al celtico, Rask in seguito cambiò idea). Rusk ha quindi abbinato l'islandese (1 ° cerchio) con il norvegese strettamente imparentato e ha ottenuto il 2 ° cerchio; questo secondo cerchio ha confrontato con altre lingue scandinave (svedese, danese) (3° cerchio), poi con altre germaniche (4° cerchio), e, infine, ha confrontato il cerchio germanico con altri "cerchi" simili alla ricerca di "tracio "(cioè indoeuropeo), confrontando i dati germanici con le indicazioni delle lingue greca e latina.

Sfortunatamente, Rusk non era attratto dal sanscrito anche dopo essere stato in Russia e in India; questo ha ristretto i suoi "cerchi" e impoverito le sue conclusioni.

Tuttavia, il coinvolgimento dello slavo e, in particolare, delle lingue baltiche ha compensato in modo significativo queste carenze.

A. Meillet (1866-1936) caratterizza il confronto dei pensieri di F. Bopp e R. Rask come segue:

“Rusk è significativamente inferiore a Bopp in quanto non attrae il sanscrito; ma indica l'identità originaria delle lingue convergenti, senza lasciarsi trascinare da vani tentativi di spiegare le forme originarie; si accontenta, ad esempio, dell'affermazione che "ogni fine della lingua islandese si trova più o meno chiaramente in greco e latino", e sotto questo aspetto il suo libro è più scientifico e meno antiquato degli scritti di Bopp. Va sottolineato che l'opera di Rusk fu pubblicata nel 1818 in danese e solo in forma ridotta fu stampata in tedesco nel 1822 (tradotto da I. S. Vater).

Il terzo fondatore del metodo comparativo in linguistica fu A. Kh. Vostokov (1781–1864).

Vostokov si occupava solo delle lingue slave, e soprattutto dell'antico slavo ecclesiastico, il cui posto doveva essere determinato nella cerchia delle lingue slave. Confrontando le radici e le forme grammaticali delle lingue slave viventi con i dati della lingua slava antica, Vostokov è riuscito a svelare molti fatti incomprensibili dei monumenti scritti in antico slavo davanti a lui. Quindi, a Vostokov viene attribuito il merito di aver svelato il "mistero dello yus", ad es. lettere zh e a, che ha definito come denotative vocali nasali, sulla base del confronto:

Vostokov fu il primo a sottolineare la necessità di confrontare i dati contenuti nei monumenti delle lingue morte con i fatti delle lingue e dei dialetti viventi, che in seguito divennero un prerequisito per il lavoro dei linguisti in senso storico comparativo. Questa era una parola nuova nella formazione e nello sviluppo del metodo storico comparativo.

Inoltre, Vostokov, utilizzando il materiale delle lingue slave, ha mostrato quali sono le corrispondenze sonore delle lingue correlate, come il destino delle combinazioni tj, dj nelle lingue slave (cfr. swieca, candela russa - da lo slavo comune *svetja e l'antico slavo mezhda, il bulgaro mezhda, il serbo-croato méђa, il ceco mez, il polacco miedw, il russo mezha - dallo slavo comune *medza), corrispondenti a forme vocaliche russe come city, head (cfr. Grad slavo, grad bulgaro, città serbo-croata, hrad ceco - castello, cremlino, grod polacco - dallo slavo comune *gordu, e capo slavo ecclesiastico antico, capo bulgaro, capo serbo-croato, hiava ceco, gfowa polacco - dallo slavo comune *golva, ecc.), nonché metodo di ricostruzione di archetipi o protoforme, cioè forme originarie non attestate da monumenti scritti. Attraverso i lavori di questi scienziati, il metodo comparativo in linguistica non è stato solo dichiarato, ma anche mostrato nella sua metodologia e tecnica.

Grande merito nel perfezionare e rafforzare questo metodo su un vasto materiale comparativo delle lingue indoeuropee appartiene ad August Friedrich Pott (1802–1887), che fornì tavole etimologiche comparative delle lingue indoeuropee e confermò l'importanza di analizzare le corrispondenze sonore.

In questo momento, i singoli scienziati descrivono in un modo nuovo i fatti di alcuni gruppi e sottogruppi linguistici correlati.

Tali sono le opere di Johann-Caspar Zeiss (1806–1855) sulle lingue celtiche, Friedrich Dietz (1794–1876) sulle lingue romanze, Georg Curtius (1820–1885) sulla lingua greca, Jacob Grimm (1785–1868) sulle lingue germaniche, e in particolare sul tedesco, Theodor Benfey (1818–1881) in sanscrito, Frantishek Miklosic (1818–1891) in lingue slave, August Schleicher (1821–1868) in lingue baltiche e tedesco, F.I. Buslaev (1818–1897) in russo e altri.

Di particolare importanza per la verifica e l'approvazione del metodo storico comparativo furono le opere della scuola romanzesca di F. Dietz. Sebbene l'uso del metodo del confronto e della ricostruzione degli archetipi sia diventato comune tra i linguisti comparativi, gli scettici erano legittimamente perplessi dal non vedere l'effettiva verifica del nuovo metodo. Il romanticismo ha portato questo test con la sua ricerca. Gli archetipi romano-latini, restaurati dalla scuola di F. Dietz, sono stati confermati da fatti scritti nelle pubblicazioni del latino volgare (popolare), lingua ancestrale delle lingue romanze.

Pertanto, la ricostruzione dei dati ottenuti dal metodo storico comparativo è stata dimostrata di fatto.

Per completare un quadro dello sviluppo della linguistica storica comparata, si dovrebbe coprire anche la seconda metà dell'Ottocento.

Se nel primo terzo del XIX secolo. gli scienziati che svilupparono il metodo comparativo, di regola, procedevano da premesse romantiche idealiste (i fratelli Friedrich e August-Wilhelm Schlegel, Jacob Grimm, Wilhelm Humboldt), poi verso la metà del secolo il materialismo scientifico-naturale divenne la direzione principale.

Sotto la penna del più grande linguista degli anni '50 e '60. XIX secolo, naturalista e darwinista August Schleicher (1821–1868), le espressioni allegoriche e metaforiche dei romantici: "il corpo della lingua", "giovinezza, maturità e declino della lingua", "famiglia delle lingue affini" - acquisiscono un significato diretto.

Secondo Schleicher le lingue sono gli stessi organismi naturali delle piante e degli animali, nascono, crescono e muoiono, hanno lo stesso pedigree e genealogia di tutti gli esseri viventi. Secondo Schleicher le lingue non si sviluppano, ma crescono, obbedendo alle leggi della natura.

Se Bopp aveva un'idea molto vaga delle leggi in relazione alla lingua e diceva che "non si dovrebbero cercare leggi nelle lingue che possano offrire una resistenza più strenua delle rive dei fiumi e dei mari", allora Schleicher ne era sicuro "la vita degli organismi linguistici in genere si svolge secondo certe leggi con mutamenti regolari e graduali"1, e credeva nell'operare delle "stesse leggi sulle rive della Senna e del Po e sulle rive dell'Indo e il Gange".

Basandosi sull'idea che "la vita di una lingua non differisce in modo essenziale dalla vita di tutti gli altri organismi viventi - piante e animali", Schleicher crea la sua teoria dell'"albero genealogico", dove sia il tronco comune che ogni il ramo è sempre diviso a metà ed eleva le lingue alla propria fonte primaria - la lingua madre, l '"organismo primario", in cui dovrebbe dominare la simmetria, la regolarità e tutto dovrebbe essere semplice; quindi, Schleicher ricostruisce il vocalizzo sul modello del sanscrito, e il consonantismo sul modello del greco, unificando declinazioni e coniugazioni secondo un unico modello, poiché la varietà dei suoni e delle forme, secondo Schleicher, è il risultato dell'ulteriore crescita delle lingue. Come risultato delle sue ricostruzioni, Schleicher scrisse persino una favola nella lingua madre indoeuropea.

Schleicher pubblicò il risultato della sua ricerca storica comparata nel 1861-1862 in un libro intitolato Compendium of Comparative Grammar of the Indo-Germanic Languages.

Studi successivi degli studenti di Schleicher hanno mostrato l'incoerenza del suo approccio al confronto delle lingue e alla ricostruzione.

In primo luogo, si è scoperto che la "semplicità" della composizione sonora e delle forme delle lingue indoeuropee è il risultato di epoche successive, quando l'ex ricco vocalismo in sanscrito e l'ex ricco consonantismo in greco furono ridotti. Al contrario, si è scoperto che i dati della ricca vocalità greca e del ricco consonantismo sanscrito sono modi più affidabili per ricostruire la protolingua indoeuropea (studi di Collitz e I. Schmidt, Ascoli e Fikk, Osthoff, Brugmann, Leskin, e successivamente da F. de Saussure, F.F. Fortunatov, I.A. Baudouin de Courtenay e altri).

In secondo luogo, l'originaria "uniformità delle forme" della protolingua indoeuropea si è rivelata scossa anche dalla ricerca nel campo delle lingue baltiche, iraniane e di altre lingue indoeuropee, poiché le lingue più antiche potrebbero avere stati più diversificati e "multiforme" rispetto ai loro discendenti storici.

I "giovani grammatici", come si definivano gli allievi di Schleicher, si opponevano ai "vecchi grammatici", rappresentanti della generazione di Schleicher, e soprattutto rinunciavano al dogma naturalistico ("la lingua è un organismo naturale"), che professavano i loro maestri.

I neogrammatici (Paul, Osthoff, Brugmann, Leskin e altri) non erano né romantici né naturalisti, ma basavano la loro "incredulità nella filosofia" sul positivismo di Auguste Comte e sulla psicologia associativa di Herbart. La posizione filosofica “sobria”, o meglio decisamente antifilosofica, dei neogrammatici non merita il dovuto rispetto. Ma i risultati pratici della ricerca linguistica di questa numerosa galassia di scienziati di diversi paesi si sono rivelati molto rilevanti.

In questa scuola si proclamava lo slogan che le leggi fonetiche non agiscono ovunque e sempre allo stesso modo (come pensava Schleicher), ma all'interno di una data lingua (o dialetto) e in una certa epoca.

Le opere di K. Werner (1846-1896) hanno dimostrato che le deviazioni e le eccezioni delle leggi fonetiche sono esse stesse dovute all'azione di altre leggi fonetiche. Pertanto, come ha detto K. Werner, "deve esserci, per così dire, una regola per l'inesattezza, basta aprirla".

Inoltre (nelle opere di Baudouin de Courtenay, Osthoff, e soprattutto nelle opere di G. Paul), è stato dimostrato che l'analogia è la stessa regolarità nello sviluppo delle lingue come leggi fonetiche.

I lavori eccezionalmente sottili sulla ricostruzione degli archetipi di F. F. Fortunatov e F. de Saussure hanno mostrato ancora una volta il potere scientifico del metodo storico comparativo.

Tutti questi lavori erano basati sul confronto di vari morfemi e forme di lingue indoeuropee. Particolare attenzione è stata prestata alla struttura delle radici indoeuropee, che nell'era di Schleicher, secondo la teoria indiana degli "ups", erano considerate in tre forme: normale, ad esempio vid, nella prima fase del ascesa - (guna) ved e nel secondo stadio dell'ascesa (vrddhi) vayd, come sistema di complicazione di una semplice radice primaria. Alla luce delle nuove scoperte nel campo del vocalismo e del consonantismo delle lingue indoeuropee, si riscontrano corrispondenze e discrepanze nel sound design delle stesse radici in diversi gruppi lingue indoeuropee e nelle singole lingue, oltre a tener conto delle condizioni di accento e di possibili mutamenti sonori, la questione delle radici indoeuropee è stata posta diversamente: il più vista completa radice, composta da consonanti e da una combinazione dittongica (vocale sillabica più i,i, n, t, r, l); a causa della riduzione (che è connessa con l'accentologia), al 1° stadio potrebbero apparire anche varianti indebolite della radice: i, e, n, t, r, l senza vocale, e inoltre, al 2° stadio: zero invece di i, e o e , t, r, l sono non sillabici. Tuttavia, questo non spiegava completamente alcuni dei fenomeni associati al cosiddetto “Shwa Indogermanicum”, cioè con un suono debole indefinito, che è stato raffigurato come Ə.

F. de Saussure nella sua opera "Memoire sur Ie systeme primitif des voyelles dans les langues indoeuropeennes", 1879, esplorando varie corrispondenze nelle alternanze delle vocali radicali delle lingue indoeuropee, giunse alla conclusione che la e potesse essere una non -elemento sillabico dei dittonghi, e nel caso la riduzione completa di un elemento sillabico potrebbe diventare sillabico. Ma poiché tali "coefficienti sonori" erano dati in diverse lingue indoeuropee, quindi e, quindi ã, quindi õ, si doveva presumere che la "cucitura" stessa avesse diverso tipo: Ə1, Ə2, Ə3. Lo stesso Saussure non trasse tutte le conclusioni, ma suggerì che i “coefficienti sonori” A e O espressi “algebricamente” corrispondessero a elementi sonori un tempo inaccessibili direttamente dalla ricostruzione, la cui spiegazione “aritmetica” è tuttora impossibile.

Dopo che i testi del latino volgare hanno confermato le ricostruzioni romaniche nell'era di F. Dietz, questo è stato il secondo trionfo del metodo storico comparativo associato alla previsione diretta, da dopo la decifrazione nel XX secolo. I monumenti cuneiformi ittiti si sono rivelati scomparsi nel primo millennio a.C. e. Nella lingua ittita (non sitica) questi “elementi sonori” si sono conservati e sono definiti “laringei”, indicati con h, e in altre lingue indoeuropee, la combinazione he ha dato e, ho ha dato b, a eh > e, oh > o/a, da cui abbiamo l'alternanza di vocali lunghe in radici. Nella scienza, questo insieme di idee è noto come "ipotesi laringea". Il numero di "laringei" scomparsi è calcolato in modo diverso da diversi scienziati.

Certo, queste affermazioni non annullano la necessità di grammatiche descrittive, e non storiche, che servono principalmente a scuola, ma è chiaro che sarebbe impossibile costruire tali grammatiche sulla base della "memoria benedetta di Heise e Becker", ed Engels ha sottolineato molto accuratamente il divario tra la "saggezza grammaticale scolastica" di quel tempo e la scienza avanzata di quell'epoca, che si è sviluppata sotto il segno dello storicismo, sconosciuto alla generazione precedente.

Per linguisti comparativi tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. La "proto-lingua" sta gradualmente diventando non il mezzo desiderato, ma solo tecnico per studiare le lingue della vita reale, chiaramente formulato da Antoine Meillet (1866-1936), allievo di F. de Saussure e neogrammatici.

“La grammatica comparata delle lingue indoeuropee è nella posizione in cui si troverebbe la grammatica comparata delle lingue romanze se non si conoscesse il latino: l'unica realtà di cui si occupa sono le corrispondenze tra le lingue attestate”1 ; “Due lingue si dicono imparentate quando sono entrambe il risultato di due diverse evoluzioni della stessa lingua che era in uso prima. La totalità delle lingue imparentate costituisce la cosiddetta famiglia linguistica”2, “il metodo della grammatica comparata è applicabile non per ripristinare la lingua indoeuropea nella forma in cui era parlata, ma solo per stabilire un certo sistema di corrispondenze tra lingue storicamente attestate”3. "La totalità di queste corrispondenze costituisce quella che viene chiamata la lingua indoeuropea".

In questi ragionamenti di A. Meillet, pur nella loro sobrietà e ragionevolezza, si intaccavano due tratti caratteristici del positivismo di fine Ottocento: in primo luogo, il timore di costruzioni più ampie e ardite, il rifiuto di tentativi di ricerca secolare (il che non è aveva paura dell'insegnante A. Meillet - F. de Saussure, che ha ingegnosamente delineato l '"ipotesi laringea"), e, in secondo luogo, l'antistoricismo. Se non riconosciamo la reale esistenza della lingua di base come fonte dell'esistenza di lingue correlate che la continueranno in futuro, allora dovremmo generalmente abbandonare l'intero concetto di metodo storico comparativo; se si accetta, come dice Meillet, che "due lingue si dicono imparentate quando sono entrambe il risultato di due diverse evoluzioni della stessa lingua che era in uso prima", allora si deve cercare di indagare su questa "lingua di origine usata in precedenza " , utilizzando sia i dati di lingue e dialetti viventi, sia la testimonianza di antichi monumenti scritti e utilizzando tutte le possibilità di ricostruzioni corrette, tenendo conto dei dati dello sviluppo del popolo, portatore di questi fatti linguistici.

Se è impossibile ricostruire completamente la lingua di base, allora è possibile ottenere la ricostruzione della sua struttura grammaticale e fonetica e, in una certa misura, del fondo principale del suo vocabolario.

Qual è l'atteggiamento della linguistica sovietica nei confronti del metodo storico comparativo e della classificazione genealogica delle lingue come conclusione degli studi storici comparativi delle lingue?

1) La relativa comunità di lingue deriva dal fatto che tali lingue derivano da una lingua di base (o protolingua di gruppo) attraverso la sua disintegrazione dovuta alla frammentazione del collettivo di portatori. Tuttavia, questo è un processo lungo e contraddittorio, e non una conseguenza della "scissione di un ramo in due" di una data lingua, come pensava A. Schleicher. Pertanto, lo studio dello sviluppo storico di una data lingua o di un gruppo di determinate lingue è possibile solo sullo sfondo del destino storico della popolazione che era portatrice di una data lingua o dialetto.

2) La lingua di base non è solo un "insieme di ... corrispondenze" (Meie), ma una lingua reale, storicamente esistente che non può essere completamente ripristinata, ma i dati di base della sua fonetica, grammatica e vocabolario (al minimo) può essere restaurato, il che è stato brillantemente confermato secondo i dati della lingua ittita in relazione alla ricostruzione algebrica di F. de Saussure; dietro l'insieme delle corrispondenze va preservata la posizione del modello ricostruttivo.

3) Cosa e come può e deve essere confrontato nello studio storico comparativo delle lingue?

a) È necessario confrontare le parole, ma non solo le parole e non tutte le parole, e non secondo le loro casuali consonanze.

La "coincidenza" di parole in lingue diverse con suono e significato uguali o simili non può provare nulla, poiché, in primo luogo, ciò può essere il risultato di un prestito (ad esempio, la presenza della parola factory sotto forma di fabrique, Fabrik, fabriq, fabbriche, fabrika e così via in una varietà di lingue) o il risultato di una coincidenza casuale: “così, in inglese e in neopersiano, la stessa combinazione di articolazioni bad significa “cattivo”, eppure la parola persiana non ha niente a che vedere con l'inglese: è puro “gioco della natura”. "Un esame combinato del lessico inglese e del lessico del nuovo persiano mostra che non si possono trarre conclusioni da questo fatto".

b) Si possono e si devono prendere le parole delle lingue confrontate, ma solo quelle che possono appartenere storicamente all'era della "lingua di base". Poiché nel sistema comunale-tribale si deve presumere l'esistenza di una lingua di base, è chiaro che la parola creata artificialmente dell'era della fabbrica del capitalismo non è adatta a questo. Quali parole sono adatte per un simile confronto? Innanzitutto i nomi di parentela, queste parole in quell'epoca lontana erano le più importanti per determinare la struttura della società, alcune di esse sono sopravvissute fino ad oggi come elementi del vocabolario principale delle lingue imparentate (madre, fratello, sorella), alcuni sono già "stati in circolazione", cioè si è trasferito in un dizionario passivo (cognato, nuora, yatry), ma entrambe le parole sono adatte all'analisi comparativa; per esempio, yatry, o yatrov, - "moglie del cognato" - una parola che ha parallelismi nell'antico slavo ecclesiastico, in serbo, sloveno, ceco e polacco, dove jetrew e il precedente jetry mostrano una vocale nasale, che collega questa radice con le parole womb, inside, inside -[values], col francese interiors, ecc.

I numeri (fino a dieci), alcuni pronomi primordiali, parole che denotano parti del corpo, e poi i nomi di alcuni animali, piante, strumenti sono anche adatti al confronto, ma possono esserci differenze significative tra le lingue, poiché durante le migrazioni e la comunicazione con altri popoli, una parola potrebbe andare persa, altre potrebbero essere sostituite da estranei (ad esempio, un cavallo invece di un cavallo), altre potrebbero semplicemente essere prese in prestito.

4) Alcune "coincidenze" delle radici delle parole o anche delle parole non bastano a chiarire il rapporto delle lingue; come nel XVIII secolo. W. Johns ha scritto che le "coincidenze" sono necessarie anche nella progettazione grammaticale delle parole. Stiamo parlando di progettazione grammaticale e non della presenza nelle lingue di categorie grammaticali uguali o simili. Pertanto, la categoria dell'aspetto verbale è chiaramente espressa nelle lingue slave e in alcune lingue africane; tuttavia, questo è espresso materialmente (nel senso di metodi grammaticali e sound design) in modi completamente diversi. Pertanto, sulla base di questa "coincidenza" tra queste lingue, non si può parlare di parentela.

L'importanza del criterio delle corrispondenze grammaticali risiede nel fatto che se è possibile prendere in prestito parole (cosa che accade più spesso), a volte modelli grammaticali di parole (associati a certi affissi derivazionali), allora le forme flessive, di regola, non possono essere preso in prestito. Pertanto, un confronto comparativo tra caso e inflessioni verbo-personali porta molto probabilmente al risultato desiderato.

5) Quando si confrontano le lingue, il sound design della lingua confrontata gioca un ruolo molto importante. Senza fonetica comparativa non può esserci linguistica comparativa. Come già accennato in precedenza, la completa coincidenza sonora delle forme delle parole in lingue diverse non può mostrare e provare nulla. Al contrario, la parziale coincidenza dei suoni e la parziale divergenza, soggette a regolari corrispondenze sonore, possono essere il criterio più affidabile per la relazione delle lingue. Quando si confrontano la forma latina ferunt e il russo take, a prima vista è difficile trovare qualcosa in comune. Ma se ci assicuriamo che l'iniziale slava b in latino corrisponda regolarmente a f (fratello - frater, fagiolo - faba, prendono -ferunt, ecc.), allora diventa chiara la corrispondenza sonora dell'iniziale latina f con lo slavo b. Per quanto riguarda le inflessioni, la corrispondenza della y russa prima di una consonante all'antico slavo ecclesiastico e all'antico russo zh (cioè nasale o) è già stata indicata in precedenza, in presenza di combinazioni vocale + consonante nasale + consonante (o alla fine di una parola) in altre lingue indoeuropee (o alla fine di una parola), poiché tali combinazioni queste lingue non davano vocali nasali, ma erano conservate nella forma -unt, -ont(i), -e , eccetera.

L'istituzione di regolari "corrispondenze sonore" è una delle prime regole del metodo storico-comparativo di studio delle lingue affini.

6) Per quanto riguarda i significati delle parole confrontate, anch'essi non devono coincidere completamente, ma possono divergere secondo le leggi della polisemia.

Quindi, nelle lingue slave, città, città, grod, ecc. significano " località di un certo tipo”, e shore, brig, bryag, brzeg, breg, ecc. ”. È facile intuire come *gord - originariamente un “luogo recintato” potesse assumere il significato di “giardino”, e *berg potesse assumere il significato di qualsiasi “riva” con o senza montagna, o, viceversa, il significato di qualsiasi "montagna" dall'acqua o senza di essa. Succede che il significato delle stesse parole non cambi quando le lingue correlate divergono (cfr. Barba russa e il corrispondente tedesco Bart - "barba" o testa russa e la corrispondente galva lituana - "testa", ecc.).

7) Nello stabilire le corrispondenze fonetiche occorre tener conto dei mutamenti fonetici storici, i quali, per le leggi interne dello sviluppo di ogni lingua, si manifestano in quest'ultima sotto forma di “leggi fonetiche” (cfr. Cap. VII, § 85).

Quindi, è molto allettante confrontare la parola russa gat e la porta norvegese - "strada". Tuttavia, questo confronto non dà nulla, come osserva correttamente B. A. Serebrennikov, poiché nelle lingue germaniche (a cui appartiene il norvegese) le esplosive sonore (b, d, g) non possono essere primarie a causa del "movimento di consonanti”, cioè legge fonetica storica. Al contrario, a prima vista, parole così difficili da confrontare come moglie russa e kona norvegese possono essere facilmente allineate se si sa che nelle lingue germaniche scandinave [k] deriva da [g], e in slavo [ g] in posizione prima delle vocali la prima fila cambiava in [zh], così il norvegese kona e la russa wife risalgono alla stessa parola; cfr. Gyne greco - "donna", dove non si verificava né il movimento delle consonanti, come in germanico, né la "palatalizzazione" di [g] in [g] prima delle vocali anteriori, come in slavo.

33. METODO STORICO COMPARATO IN LINGUISTICA

Una somiglianza così evidente tra le parole date dalle lingue moderne e antiche può essere definita accidentale? Una risposta negativa a questa domanda fu data già nel XVI secolo. G. Postelus e I. Scaligero, nel XVII secolo. - V. Leibniz e Yu Krizhanich, nel XVIII secolo. – M.V. Lomonosov e V. Jones.

Mikhail Vasilievich Lomonosov(1711–1765 ) nei materiali per la sua "Grammatica russa" (1755) fece uno schizzo della tavola dei numeri dei primi dieci in russo, tedesco, greco e latino. Questa tabella non poteva che portarlo alla conclusione che queste lingue sono imparentate. Non c'è da stupirsi che l'abbia chiamato "The Numbers of Related Languages". F. Bopp li nominerà all'inizio del XIX secolo. Indoeuropei, e in seguito saranno chiamati anche indogermanici, ariani, arioeuropei. Ma M.V. Lomonosov ha scoperto la relazione non solo delle quattro lingue indicate. Nel libro "Antico Storia russa ha sottolineato la parentela delle lingue iranica e slava. Inoltre, ha richiamato l'attenzione sulla vicinanza delle lingue slave con quelle baltiche. Ha suggerito che tutte queste lingue provenissero dalla stessa lingua madre, esprimendo l'ipotesi che le lingue greche, latine, germaniche e balto-slave fossero separate da essa prima di tutto. Da quest'ultimo, a suo avviso, hanno avuto origine le lingue baltiche e slave, tra le quali individua il russo e il polacco.

MV Lomonosov, quindi, nella prima metà del XVIII secolo. anticipata linguistica storico-comparativa indoeuropea. Ha fatto solo i primi passi verso di esso. Allo stesso tempo, ha previsto le difficoltà che attendono i ricercatori che si sono avventurati a ripristinare la storia delle lingue indoeuropee. motivo principale vedeva queste difficoltà nel fatto che avrebbe dovuto occuparsi dello studio di processi avvenuti nel corso di interi millenni. Con la sua caratteristica emotività, ne ha scritto in questo modo: “Immagina quanto tempo si sono divise queste lingue. Le lingue polacca e russa sono state separate per molto tempo! Pensa, quando Courland! Pensa, quando latino, greco, tedesco, russo! O profonda antichità! (citato da: Chemodanov N.S. Linguistica comparativa in Russia. M., 1956. P. 5).

Nella prima metà del XIX sec. La linguistica indoeuropea raggiunge un'altezza veramente scientifica. Ciò è stato fatto utilizzando il metodo storico comparativo. È stato progettato

F. Bopp, J. Grimm e R. Rusk. Ecco perché sono considerati i fondatori della linguistica storica comparata in generale e indoeuropea in particolare. La figura più grande tra loro era F. Bopp.

Franz Bopp(1791–1867 ) - il fondatore della linguistica storica comparativa indoeuropea (studi comparativi). Possiede due opere: "Sulla coniugazione in sanscrito rispetto alle lingue greca, latina, persiana e tedesca" (1816) e "Grammatica comparata delle lingue sanscrito, Zend, armeno, greco, latino, lituano, antico slavo ecclesiastico, gotico e tedesco " (1833-1852). Confrontando tra loro tutte queste lingue, lo scienziato è giunto a una conclusione scientificamente fondata sulla loro relazione genetica, elevandole a una lingua ancestrale: la lingua indoeuropea. Lo ha fatto principalmente sul materiale delle inflessioni dei verbi. Grazie a lui, il XIX secolo. diventa un secolo di marcia trionfale nella scienza degli studi comparativi indoeuropei.

Giacobbe Grimm(1785–1863 ) è l'autore della grammatica tedesca in quattro volumi, la cui prima edizione fu pubblicata dal 1819 al 1837. Descrivendo i fatti della storia lingua tedesca, J. Grimm ha spesso fatto riferimento al confronto di questa lingua con altre lingue germaniche. Ecco perché è considerato il fondatore degli studi comparativi tedeschi. Nelle sue opere vengono posti i germi dei futuri successi nella ricostruzione della lingua proto-germanica.

Rasmus Raek(1787–1832 ) - autore del libro "Studi nel campo dell'antica lingua norrena, o l'origine della lingua islandese" (1818). Ha costruito la sua ricerca principalmente sul materiale di confronto delle lingue scandinave con altre lingue indoeuropee.

Il punto finale degli studi comparativi è la ricostruzione della lingua madre, dei suoi aspetti sonori e semantici. Entro la metà del XIX secolo. Gli studi comparativi indoeuropei hanno ottenuto un successo molto significativo. Ha permesso August Schleicher(1821–1868 ), come lui stesso credeva, per restaurare la lingua indoeuropea a tal punto che vi scrisse la favola Avis akvasas ka "Pecore e cavalli". Puoi trovarlo nel libro di Zvegintsev V.A. "Storia della linguistica dell'Ottocento e del Novecento in saggi ed estratti". Inoltre, ha presentato nelle sue opere l'albero genealogico delle lingue indoeuropee. Attraverso le proto-lingue interne, A. Schleicher ha dedotto dalla proto-lingua indoeuropea nove lingue e proto-lingue: germanico, lituano, slavo, celtico, italico, albanese, greco, iraniano e indiano.

Gli studi comparativi indoeuropei raggiunsero il loro apice alla fine del XIX secolo. in un'opera in sei volumi K. Brugmann e B. Delbruck"Fondamenti di grammatica comparata delle lingue indoeuropee" (1886-1900). Quest'opera è un vero monumento alla meticolosità scientifica: sulla base di un'enorme quantità di materiale, i suoi autori hanno dedotto un numero enorme di protoforme della lingua indoeuropea, ma, a differenza di A. Schleicher, non erano così ottimisti in raggiungere l'obiettivo finale: ripristinare completamente questa lingua. Inoltre, hanno sottolineato la natura ipotetica di queste protoforme.

Nel XX secolo. negli studi comparativi indoeuropei, gli stati d'animo pessimistici si stanno intensificando. comparativista francese Anthuan Meye(1866–1936 ) nel libro "Introduzione allo studio comparativo delle lingue indoeuropee" (traduzione russa - 1938; decreto. Chrest. S. 363-385) formula in un modo nuovo i compiti della linguistica storica comparativa. Li limita alla selezione di corrispondenze genetiche - forme linguistiche che hanno avuto origine dalla stessa fonte proto-linguistica. Il restauro di quest'ultimo lo considerava irrealistico. Considerava così alto il grado di ipoteticità delle protoforme indoeuropee da privare queste forme di valore scientifico.

Dopo A. Meillet, gli studi comparativi indoeuropei sono sempre più alla periferia della scienza linguistica, sebbene nel XX secolo. ha continuato a svilupparsi. A questo proposito segnaliamo i seguenti libri:

1. Desnitskaya A.V. Problemi di studio della relazione delle lingue indoeuropee. M.; L., 1955.

2. Semereny O. Introduzione alla linguistica comparata. M., 1980.

3. Studio comparativo e storico delle lingue di diverse famiglie / Ed. Nuova Zelanda Gadzhieva e altri 1 ° libro. M., 1981; 2 libro. M., 1982.

4. Novità in linguistica straniera. Problema. XXI. Novità nei moderni studi indoeuropei / Ed. di V.V. Ivanova. M., 1988.

Nell'ambito degli studi indoeuropei, il suo singole industrie- Studi comparativi tedeschi (il suo fondatore è Jacob Grimm), romanico (il suo fondatore è Friedrich Dietz / 1794-1876 /), slavo (il suo fondatore è Franz Miklosich / 1813-1891 /), ecc.

Di recente abbiamo pubblicato ottimi libri:

1. Arsenyeva M.G., Balashova S.L., Berkov V.P. e così via. Introduzione alla filologia tedesca. M., 1980.

2. Alisova T.B., Repina P.A., Tariverdieva M.A. Introduzione alla filologia romanza. M., 1982.

La teoria generale del metodo storico-comparativo nella linguistica in generale può essere trovata nei libri:

1. Makaev E.A. Teoria generale linguistica comparativa. M., 1977.

2. Klimov G.A. Fondamenti di studi linguistici comparati. M., 1990.

A quali compiti si rivolge il metodo storico-comparativo in linguistica? Tenta di:

1) ricostruire il sistema della lingua madre, e quindi i suoi sistemi fonetico, di formazione delle parole, lessicale, morfologico e sintattico;

2) ripristinare la storia del crollo della protolingua in diversi dialetti e lingue successive;

3) ricostruire la storia delle famiglie e dei gruppi linguistici;

4) costruire una classificazione genealogica delle lingue.

In che misura questi obiettivi sono stati raggiunti? scienza moderna? Dipende da quale branca degli studi comparativi stiamo parlando. Ovviamente, gli studi indoeuropei rimangono nella posizione di leader, sebbene i suoi altri rami nel XX secolo abbiano fatto molta strada. Quindi, nei due libri che ho nominato, pubblicati sotto la direzione di. Nuova Zelanda Gadzhiev, viene descritto un numero davvero impressionante di lingue: indoeuropeo, iraniano, turco, mongolo, finno-ugro, abkhazo-adyghe, dravidico, bantu, ecc.

In che misura è stata ripristinata la lingua indoeuropea? Secondo la tradizione del XIX secolo, due sistemi della lingua indoeuropea sono stati restaurati più di altri: fonetico e morfologico. Ciò si riflette nel libro che ho citato di Oswald Semerenya. Fornisce un sistema completo di fonemi indoeuropei, sia vocali che consonanti. È curioso che il sistema dei fonemi vocalici coincida essenzialmente con il sistema dei fonemi vocalici della lingua russa, tuttavia, in indoeuropeo, come ha mostrato O. Semereni, lunghi analoghi del russo /I/, /U/, /Е/ , /О/, /А /.

Anche il sistema morfologico della lingua indoeuropea è stato sostanzialmente ricostruito. Almeno, O. Semerenya ha descritto le categorie morfologiche di nomi, aggettivi, pronomi, numeri e verbi indoeuropei. Quindi, sottolinea che in questa lingua, ovviamente, c'erano originariamente due generi: maschile / femminile e neutro (p. 168). Questo spiega la coincidenza delle forme di maschile e femmina, ad esempio, in latino: Pater(padre)= madre(madre). O. Semereni afferma inoltre che la lingua indoeuropea aveva tre numeri - singolare, plurale e duale, otto casi - nominativo, vocativo, accusativo, genitivo, ablativo, dativo, locativo e strumentale (erano conservati in sanscrito, in altre lingue ​il loro numero è stato ridotto: in antico slavo - 7, latino - 6, greco - 5). Ecco alcune, ad esempio, desinenze di casi in indoeuropeo al singolare: nom. - S, wok. - zero, acc. - M ecc. (p. 170). O. Semerenya ha descritto in dettaglio il sistema delle forme verbali indoeuropee secondo il tempo.

Certo, non tutto ispira fiducia negli studi comparativi. Quindi, è difficile credere che la maggior parte dei nomi, degli aggettivi e dei verbi nella lingua indoeuropea avesse una struttura trimorfemica: radice + suffisso + finale. Ma è proprio un'affermazione del genere che troviamo nella "Introduzione alla filologia germanica" (p. 41).

Per quanto riguarda il ripristino del vocabolario indoeuropeo, i comparativisti moderni qui seguono i precetti di A. Meie, che considerava impossibile il compito di ripristinare l'aspetto fonetico delle parole indoeuropee. Ecco perché, al posto di una parola indoeuropea, di solito troviamo solo un elenco di parole di un certo numero di lingue indoeuropee che risalgono a una protoforma indoeuropea non restaurata. Quindi, i germanisti, ad esempio, possono fornire tali esempi:

Tedesco zwei "due" - netherl. tweet, inglese Due, date a, norvegese a, altri - isl. tvir, Gotico. twai;

Tedesco zehn "dieci" netherl. tenente, inglese dieci, date ti, Svedese, zio, altri - isl. tu, Gotico. taihun;

Tedesco Zunge "linguaggio" - netherl. tenaglia, inglese lingua, Svedese, tunga, norvegese tonfo, altri - isl. tunga, Gotico. stretto.

La lingua è il mezzo più importante della comunicazione umana. Non esiste un solo tipo di attività umana in cui il linguaggio non verrebbe utilizzato per esprimere i propri pensieri, sentimenti e volontà al fine di raggiungere la comprensione reciproca tra di loro. E non c'è nulla di sorprendente nel fatto che le persone si siano interessate alla lingua e ne abbiano creato una scienza! Questa scienza si chiama linguistica o linguistica.

La linguistica studia tutti i tipi, tutti i cambiamenti di lingua. È interessato a tutto ciò che riguarda la straordinaria capacità di parlare, con l'aiuto dei suoni per trasmettere i suoi pensieri a un altro; questa capacità in tutto il mondo è peculiare solo dell'uomo.

I linguisti vogliono scoprire come le persone che hanno padroneggiato questa capacità hanno creato le loro lingue, come vivono, cambiano, muoiono queste lingue, a quali leggi è soggetta la loro vita.

Insieme ai vivi, sono occupati da lingue "morte", cioè quelle che oggi nessuno parla. Ne conosciamo molti. Alcuni sono scomparsi dalla memoria delle persone; su di loro è stata conservata una ricca letteratura, grammatiche e dizionari ci sono pervenuti, il che significa che il significato delle singole parole non è stato dimenticato. Non c'è solo nessuno che ora le considererebbe le loro lingue native. Tale è "latino", la lingua antica Roma; tale è l'antica lingua greca, tale è l'antico "sanscrito" indiano. Questa è una delle lingue a noi vicine, "slavo ecclesiastico" o "antico bulgaro".

Ma ce ne sono altri - diciamo egiziani, i tempi dei faraoni, babilonesi e ittiti. Due secoli fa nessuno conosceva una sola parola in queste lingue. La gente guardava con stupore e trepidazione le iscrizioni misteriose e incomprensibili sulle rocce, sui muri di antiche rovine, su tegole di argilla e papiri semi decomposti, realizzate migliaia di anni fa. Nessuno sapeva cosa significassero queste strane lettere, suoni, quale lingua esprimessero. Ma la pazienza e l'arguzia dell'uomo non hanno limiti. I linguisti hanno svelato i misteri di molte lettere. Questo lavoro è dedicato alle sottigliezze di svelare i segreti del linguaggio.

La linguistica, come altre scienze, ha sviluppato i propri metodi di ricerca, i propri metodi scientifici, uno dei quali è storico comparativo (5, 16). Un ruolo importante nel metodo storico comparativo in linguistica appartiene all'etimologia.

L'etimologia è la scienza che si occupa dell'origine delle parole. Cercando di stabilire l'origine di una particolare parola, gli scienziati hanno a lungo confrontato tra loro dati di lingue diverse. All'inizio, questi confronti erano casuali e per lo più ingenui.

A poco a poco, grazie ai confronti etimologici di singole parole, e poi di interi gruppi lessicali, gli scienziati sono giunti alla conclusione sulla relazione delle lingue indoeuropee, che in seguito è stata finalmente dimostrata analizzando le corrispondenze grammaticali.

L'etimologia occupa un posto preminente nel metodo storico comparativo di ricerca, che a sua volta ha aperto nuove possibilità per l'etimologia.

L'origine di molte parole di una particolare lingua spesso ci rimane poco chiara perché nel processo di sviluppo del linguaggio si sono perse le antiche connessioni tra le parole, l'aspetto fonetico delle parole è cambiato. Queste antiche connessioni tra parole, loro significato antico molto spesso può essere trovato utilizzando linguaggi correlati.

Il confronto delle forme linguistiche più antiche con le forme arcaiche delle lingue affini, o l'uso del metodo storico comparativo porta spesso alla divulgazione dei segreti dell'origine della parola.

Le basi del metodo storico comparativo sono state poste sulla base di un confronto di materiali provenienti da un certo numero di lingue indoeuropee imparentate. Questo metodo ha continuato a svilupparsi nel corso del XIX e XX secolo e ha dato un forte impulso all'ulteriore sviluppo di varie aree della linguistica.

Un gruppo di lingue correlate è un tale insieme di lingue tra le quali si trovano corrispondenze regolari nella composizione del suono e nel significato delle radici di parole e affissi. L'identificazione di queste corrispondenze regolari che esistono tra lingue imparentate è compito della ricerca storica comparata, compresa l'etimologia.

Gli studi genetici rappresentano un insieme di metodi per studiare la storia sia delle singole lingue che di un gruppo di lingue correlate. La base del confronto genetico dei fenomeni linguistici è un certo numero di unità geneticamente identiche (identità genetiche), inteso come origine comune degli elementi della lingua. Quindi, ad esempio, e in antico slavo e altri russi - il cielo, in latino - nebulosa "nebbia", tedesco - Nebel "nebbia", antiche radici indiane -nabhah "nuvola" restaurate nella forma generale *nebh - sono geneticamente identiche . L'identità genetica degli elementi linguistici in più lingue consente di stabilire o provare la relazione di queste lingue, poiché elementi genetici identici consentono di ripristinare (ricostruire) un'unica forma dello stato linguistico passato.

Come accennato in precedenza, il metodo storico comparativo in linguistica è uno dei principali ed è un insieme di tecniche che consentono di studiare la relazione tra lingue imparentate e descrivere la loro evoluzione nel tempo e nello spazio, stabilire modelli storici nello sviluppo di le lingue. Con l'aiuto del metodo storico comparativo, viene tracciata l'evoluzione diacronica (cioè lo sviluppo di una lingua in un certo periodo di tempo) di lingue geneticamente vicine, sulla base dell'evidenza della loro origine comune.

Il metodo storico-comparativo in linguistica è connesso con la linguistica descrittiva e generale in una serie di questioni. I linguisti europei, che hanno conosciuto il sanscrito alla fine del XVIII secolo, considerano la grammatica comparata il fulcro di questo metodo. E sottovalutano completamente le scoperte ideologiche e intellettuali nel campo della filosofia scientifica e delle scienze naturali. Nel frattempo, sono state queste scoperte che hanno permesso di produrre le prime classificazioni universali, considerare il tutto, determinare la gerarchia delle sue parti e presumere che tutto ciò sia il risultato di alcune leggi generali. Il confronto empirico dei fatti ha portato inevitabilmente alla conclusione che differenze esterne, ci deve essere un'unità interiore che deve essere interpretata. Il principio interpretativo per la scienza di quel tempo era lo storicismo, cioè il riconoscimento dello sviluppo della scienza nel tempo, che si compie in modo naturale, e non per volontà divina. Accaduto nuova interpretazione fatti. Questa non è più una "scala di forme", ma una "catena di sviluppo". Lo sviluppo stesso è stato concepito in due versioni: lungo una linea ascendente, dal semplice al complesso e migliorato (più spesso) e meno spesso come degrado dal migliore lungo una linea discendente - al peggiore.

Il metodo descrittivo è uno dei più antichi nella scienza del linguaggio. Le prime grammatiche erano principalmente descrittive; le grammatiche moderne sono per eccellenza le stesse. Il metodo descrittivo è ancora il metodo principale per analizzare i fatti linguistici nella letteratura scientifica ed educativa, in numerosi dizionari esplicativi, enciclopedie, ecc. Inoltre, nelle enciclopedie, disegni, fotografie, mappe, diagrammi, tabelle, ecc. sono spesso usati per descrivere fatti. Il metalinguaggio è utilizzato come strumento linguistico per descrivere il linguaggio naturale. Il metodo descrittivo è per sua natura un metodo di analisi sincrona.

Le componenti del metodo sono l'osservazione, la generalizzazione, l'interpretazione e la classificazione. L'essenza dell'osservazione sta nell'assegnazione di unità di descrizione, loro proprietà, segni, caratteristiche. Ad esempio, evidenziando vari gruppi di vocabolario, proprietà grammaticali delle parole, ecc.

La generalizzazione è ridotta alla sintesi di fenomeni simili e ripetuti, unità di osservazione in una categoria più ampia, all'interno della quale sono combinati dall'una o dall'altra caratteristica. Ad esempio, vocabolario correlato in un modo o nell'altro in gruppi tematici, terminologici, sinonimi e altri.

L'interpretazione dei risultati dell'osservazione è la loro interpretazione, l'istituzione del posto di un fatto tra altri fatti. È necessario tenere presente la possibilità di diverse interpretazioni dello stesso fatto o risultato.

La classificazione si basa sulla distribuzione di un insieme di fatti relativi l'uno all'altro secondo determinati criteri. I risultati della classificazione sono spesso presentati in forma tabellare, come la classificazione delle vocali e delle consonanti.

Il metodo descrittivo viene applicato in modo differenziato a seconda dell'affiliazione dello scienziato a una particolare scuola o direzione. Ad esempio, i sostenitori della scuola logico-grammaticale di F.I. Buslaev, scuola grammaticale-psicologica A.A. Potebnya, la scuola formale-grammaticale di F.F. Fortunatov.

24. Metodo storico-comparativo della ricerca linguistica.

La formazione del metodo storico comparativo è associata all'emergere e allo sviluppo della linguistica storica comparativa. Di solito la sua presenza è associata a una conoscenza alla fine del XVIII secolo. Linguisti europei con la lingua letteraria dell'antica India - il sanscrito e la scoperta di somiglianze tra le radici e le forme delle parole del sanscrito, del latino e del greco antico. Tuttavia, le idee di parentela linguistica furono avanzate già nei secoli XVI-XVII. nelle opere di G. Postellus, I.Yu. Scaligero, G.V. Leibniz e altri scienziati, dove furono fatti i primi tentativi di classificazione genealogica delle lingue. Le opere di natura storica comparata, in cui è stata utilizzata la tecnica di ricerca corrispondente, che costituiva il nucleo del metodo storico comparativo, risalgono al XIX secolo. e sono associati ai nomi di F. Bopp. R. Raska, J. Grimm, W. von Humboldt, A.Kh. Vostokov.

Il metodo storico comparativo è generalmente definito come un insieme di tecniche e procedure per lo studio genetico storico di famiglie e gruppi linguistici, nonché di singole lingue, al fine di stabilire modelli storici nello sviluppo delle lingue. L'essenza di questo metodo è confrontare lo stato dello stesso fatto linguistico o la loro combinazione in diversi periodi di tempo, per identificare i cambiamenti che si sono verificati durante questo periodo di tempo. Tecniche e procedure specifiche per il confronto devono determinare l'affiliazione genetica dei fatti linguistici considerati, stabilire un sistema di corrispondenze e anomalie a diversi livelli nelle lingue a confronto, modellare le forme linguistiche originali che non sono state registrate in monumenti scritti giunti fino a noi, nella localizzazione cronologica e spaziale di fenomeni e stati linguistici.

La parentela delle lingue si manifesta più pienamente in presenza di regolari corrispondenze sonore e la coincidenza di inflessioni delle lingue confrontate, quindi il metodo storico comparativo è più efficace nello stabilire cambiamenti storici a livello fonetico-fonologico e morfologico, sebbene il rimane rilevante il confronto delle radici-fondamenti delle parole più antiche. Un posto importante nel metodo storico comparativo è occupato dalla scelta di una base per il confronto. Molto spesso, questo ruolo è svolto da una lingua con un'antica tradizione scritta, negli studi indoeuropei il sanscrito ha agito a lungo come tale. Sulla base del metodo storico comparativo, le lingue sono raggruppate in gruppi linguistici e ulteriormente in famiglie linguistiche.

Nel caratterizzare il metodo storico comparativo, va tenuto presente che il rapporto in esso tra i due principi "comparativo" e storico "non è sempre chiaro e spesso viene interpretato in modo diverso. L'accento può essere posto sullo storico, e quindi otteniamo studi del tipo "storia di una particolare lingua", in cui il confronto con lingue affini può essere praticamente assente e sostituito da un confronto interno di fatti precedenti con quelli successivi. In un altro caso, è il confronto che viene enfatizzato, e da questo confronto non si traggono conclusioni storiche, sebbene suggeriscano materiale prezioso per la storia della lingua. Molte grammatiche comparative di gruppi di lingue sono di questo tipo.

Il moderno metodo storico-comparativo di studio delle lingue utilizza ampiamente anche le tecniche di altri metodi: tipologico, statistico, linguistico-geografico e altri.