Quale poema di Omero è eroico.  D. Realtà artistica.  Tempo e luogo di creazione dei poemi omerici

Quale poema di Omero è eroico. D. Realtà artistica. Tempo e luogo di creazione dei poemi omerici

Pushkin: "Si può solo sentire Omero".

L'autore di due poemi epici "Iliade" e "Odissea" è tradizionalmente considerato Omero. Omero (c. VIII secolo aC) - il leggendario poeta greco antico, è considerato il fondatore della letteratura antica ed europea. Le biografie riportano che era cieco (la parola "Omero" in dialetto eoliano significa "cieco", altri possibili significati sono "ostaggio", "profeta", "poeta"), avrebbe gareggiato con Esiodo e sarebbe morto sull'isola di Ios , dove hanno mostrato la sua tomba. Sulla base di queste pseudo-biografie, secondo gli scienziati, si possono trarre delle conclusioni: la personalità di Omero, se realmente esistita, è molto probabilmente associata alla città di Smirne (l'attuale città turca di Izmir) ea p. Chios, dove nei secoli VII - VI. AVANTI CRISTO. c'era una specie di cantanti - "Homerides", rapsodisti, che si consideravano diretti discendenti e seguaci di Omero.

Difficile e praticamente irrisolvibile per la perdita di molti testi è la questione della paternità delle opere attribuite a Omero. Fino all'era dell'ellenismo, molti greci lo consideravano il creatore non solo dell'Iliade e dell'Odissea, ma anche di una serie di poesie "kyklic" associate ai miti della guerra di Troia: queste sono Tebaide, Cipria, Piccola Iliade e Inoltre , Omero era noto come il creatore di un ciclo di 33 "inni omerici" che cantavano gli dei olimpici, e le epopee comiche "Margit" e "La guerra dei topi e delle rane" ("Batrachomyomachia"), l'enciclopedia bizantina "Svyda" considera alcuni poemi omerici: "Amazzonia", "Aracnomachia" ("Guerra dei ragni"), "Geranomachia" ("Guerra delle gru"), ecc. l'autore è stato indicato come Omero.

Secondo la tradizione, Omero era analfabeta e le sue poesie fino al VI secolo. AVANTI CRISTO. eseguita oralmente. Il tiranno ateniese Pisistrato, nel tentativo di aumentare l'importanza di Atene come centro culturale e religioso panellenico, prese una serie di misure, tra cui la creazione di una commissione speciale per l'editing e la registrazione dell'Iliade e dell'Odissea - dopo tutto, da il VI secolo. AVANTI CRISTO. Omero era già per tutti i greci la massima autorità in poesia, morale, religione, filosofia. Queste registrazioni di due poesie che non ci sono pervenute nella loro forma originale rivelano la storia dell'esistenza e dell'interpretazione dei testi omerici, che dura duemilacinquecento anni.

La poesia epica nacque nel X secolo a.C., la poesia di Omero, a cavallo tra il IX e l'VIII secolo. Queste sono le prime creazioni scritte da cui è iniziata la letteratura europea. Molto probabilmente, questo non è l'inizio di una tradizione: l'autore si riferisce ai predecessori e include anche estratti di poesie precedenti nel testo. "Odissea" - Demodocus, Famir Thracian. Quindi compaiono parodie sulle poesie di Omero - "Batrachomyomachia" - la lotta di rane e topi.

L'antichità non è caratterizzata dalla consueta definizione di "epos". "Epos" - "discorso, storia". Appare come una forma di racconto quotidiano su un evento importante per la storia di una tribù o di un clan. Riproduzione sempre poetica. Il soggetto dell'immagine è la storia del popolo sulla base della percezione mitologica. L'eroismo maestoso è al centro delle antiche epopee artistiche. Gli eroi dell'epica personificano intere nazioni (Achille, Ulisse). Un eroe è sempre forte della forza del suo popolo, personifica sia il meglio che il peggio del suo popolo. L'eroe delle poesie di Omero vive in un mondo speciale in cui i concetti "tutti" e "tutti" significano la stessa cosa.

Studiando la lingua dei poemi omerici, gli scienziati sono giunti alla conclusione che Omero proveniva da una famiglia aristocratica ionica. La lingua dell'Iliade e dell'Odissea è un sottodialetto artificiale che non è mai stato parlato in vita. Fino al XIX secolo, l'opinione prevalente era che il contenuto di entrambe le poesie fosse una finzione poetica. Nel XIX secolo iniziarono a parlare della realtà degli eventi dopo che Troia fu scoperta dal dilettante Heinrich Schliemann (nell'ultimo quarto del XIX secolo).

Heinrich Schliemann nacque nel 1822 in Germania nella famiglia di un povero pastore. Al suo settimo compleanno, ha ricevuto una colorata enciclopedia di miti e successivamente ha dichiarato che avrebbe trovato Troia. Non riceve un'istruzione. La storia della sua giovinezza è molto turbolenta: viene assunto su una goletta come mozzo, la goletta fa naufragio, Schliemann finisce su un'isola deserta. All'età di 19 anni arriva ad Amsterdam e vi trova lavoro come piccolo impiegato. Si scopre che è molto ricettivo alle lingue, quindi va presto a San Pietroburgo, apre un'attività in proprio: la fornitura di pane all'Europa. Nel 1864 chiude la sua attività e usa tutti i soldi per aprire Troy. Viaggia in posti dove lei potrebbe essere. L'intero mondo scientifico ha effettuato scavi a Bunarbashi in Turchia. Ma Schliemann era guidato dai testi omerici, dove si diceva che i Troiani potessero andare al mare più volte al giorno. Bunarbashi era troppo lontano dal mare. Schliemann trovò Capo Hisarlik e scoprì che la vera ragione della guerra di Troia era l'economia: i Troiani stavano caricando troppo per passare attraverso lo stretto. Schliemann ha scavato a modo suo: non ha scavato strato per strato, ma ha scavato tutti gli strati contemporaneamente. In fondo (strato 3A) ha trovato l'oro. Ma aveva paura che i suoi lavoratori non professionisti lo depredassero, così ordinò loro di andare a festeggiare, e lui e sua moglie trascinarono l'oro nella tenda. Soprattutto, Schliemann voleva riportare la Grecia alla sua antica grandezza, rispettivamente, e questo oro, che considerava il tesoro del re Priamo. Ma secondo le leggi, il tesoro apparteneva alla Turchia. Pertanto, sua moglie, la greca Sophia, nascose l'oro nel cavolo e lo trasportò oltre confine.

Avendo dimostrato al mondo intero che Troia esisteva davvero, Schliemann l'ha effettivamente distrutta. Successivamente, gli scienziati hanno dimostrato che lo strato temporale richiesto era 7A, Schliemann ha distrutto questo strato, eliminando l'oro. Quindi Schliemann guidò gli scavi a Tirinto e scavò il luogo di nascita di Ercole. Poi gli scavi a Micene, dove ha trovato la porta d'oro, tre tombe, che considerava i luoghi di sepoltura di Agamennone (la maschera d'oro di Agamennone), Cassandra e Clitennestra. Si sbagliava di nuovo: queste sepolture appartenevano a un'epoca precedente. Ma ha dimostrato l'esistenza di un'antica civiltà, poiché ha scoperto tavolette di argilla con scritte. Voleva anche scavare a Creta, ma non aveva abbastanza soldi per comprare la collina. La morte di Schliemann è assolutamente assurda. Stava tornando a casa per Natale, ha preso un raffreddore, è caduto per strada, è stato portato in un ospizio dove è morto assiderato. Lo seppellirono magnificamente, lo stesso re greco camminava dietro la bara.

Simili tavolette d'argilla sono state trovate a Creta. Ciò dimostra che molto tempo fa (XII secolo a.C.) esisteva la scrittura a Creta ea Micene. Gli scienziati lo chiamano "sillabario pre-alfabetico pre-greco lineare" e ne esistono due varietà: a e b. A non può essere decifrato, B è stato decifrato. Le tavolette furono ritrovate nel 1900 e decifrate dopo la seconda guerra mondiale. Franz Sittini ha decifrato 12 sillabe. La svolta è stata fatta da Michael Ventris, un inglese, che ha suggerito che la base dovrebbe essere presa non dal cretese, ma dal dialetto greco. Così ha decifrato quasi tutti i segni. Un problema è sorto davanti al mondo scientifico: perché il greco è stato scritto a Creta all'epoca del suo massimo splendore? Schliemann tentò per la prima volta di determinare con precisione la data della distruzione di Troia - 1200 a.C. Aveva solo dieci anni di torto. Gli studiosi moderni hanno stabilito che fu distrutta tra il 1195 e il 1185 a.C.

Due categorie di persone sono considerate madrelingua della lingua omerica: Aeds e Rhapsods. Gli Aed sono narratori, creatori di poesie, semi-improvvisatori, hanno una posizione elevata nella società, quindi avevano il diritto di cambiare qualcosa nelle poesie. Omero menzionò Demodoco e Tamiro il Tracio. L'arte degli Aeds è misteriosa, poiché è molto difficile memorizzare così tanto testo. L'arte degli Aeds è clan, ogni clan aveva i suoi segreti di memorizzazione. Alcune famiglie: Omeridi e Creofilidi. Molto spesso erano ciechi, "Homer" significa cieco. Questo è un altro motivo per cui molti credono che Omero non sia esistito. Rhapsody - solo artisti, non potevano cambiare nulla.

In relazione all'epopea, i concetti di trama e trama sono molto diversi. La trama è una naturale connessione temporale diretta di eventi che costituisce il contenuto dell'azione di un'opera letteraria. La trama dei poemi omerici è il ciclo dei miti troiani. È associato a quasi tutta la mitologia. La trama è locale, ma il lasso di tempo è breve. La maggior parte delle motivazioni per le azioni dei personaggi esulano dallo scopo del lavoro. La poesia "Cypria" è stata scritta sulle cause della guerra di Troia.

Cause della guerra di Troia: Gaia (dea della terra) si rivolge a Zeus con la richiesta di ripulire la terra da alcune persone, poiché ce ne sono troppe. Zeus è minacciato dal destino di suo nonno e suo padre: essere rovesciato dal proprio figlio dalla dea. Prometeo nomina la dea Teti, quindi Zeus la sposa urgentemente con l'eroe mortale Peleo. Al matrimonio appare un pomo della discordia e a Zeus viene consigliato di usare Paris Mom, una consigliera che parla male.

Troia è altrimenti chiamata il regno di Dardanus o Ilion. Dardanus è il fondatore, poi appare Il e fonda Ilion. Da qui il titolo del poema di Omero. Troy è di Tros. A volte Pergamon, dal nome del palazzo. Uno dei re di Troia - Laomedon. Sotto di lui furono costruite le mura di Troia, che non possono essere distrutte. Questo muro è stato costruito da Poseidone e Apollo, la gente ha riso di loro, Laomedon ha promesso una ricompensa per il loro lavoro. Aeacus aveva un buon rapporto con gli dei, quindi costruì la Porta Sketic, l'unica che può essere distrutta. Ma Laomedon non ha pagato, gli dei si sono arrabbiati e hanno maledetto la città, quindi è condannata a morte, nonostante questa sia la città preferita di Zeus. Nella guerra sopravviveranno solo Anchise ed Enea, che non sono imparentati con il genere Laomedont.

Elena la Bella è la nipote di Nemesis, la dea della punizione, e unica figlia Zeus da una donna mortale. Teseo la rapì all'età di 12 anni. Poi tutti volevano sposarla, Odisseo consigliò al padre di Elena di lasciarla scegliere se stessa e di prestare giuramento ai corteggiatori di aiutare la famiglia di Elena in caso di guai.

L'Iliade copre come eventi un periodo di tempo insignificante. Totale 50 giorni l'anno scorso guerra. Questa è l'ira di Achille e le sue conseguenze. E così inizia la poesia.

"Iliade"- un'epopea militare-eroica, dove il posto centrale è occupato da una storia sugli eventi. La cosa principale è l'ira di Achille. Aristotele scrisse che la scelta del soggetto di Omero era brillante. Achille è un eroe speciale, sostituisce un intero esercito. Il compito di Omero è descrivere tutti gli eroi e la vita, ma Achille li mette in ombra. Pertanto, Achille deve essere rimosso. Tutto è determinato da un evento: nel piano terreno, tutto è determinato dalle conseguenze dell'ira di Achille, nel celeste - dalla volontà di Zeus. Ma la sua volontà non è onnicomprensiva. Zeus non può controllare il destino dei Greci e dei Troiani. Usa la bilancia d'oro del destino: le quote degli Achei e dei Troiani.

Composizione: alternanza delle trame terrene e celesti, che si mescolano alla fine. Homer non ha spezzato la sua poesia in canzoni. Per la prima volta fu rotto dagli scienziati alessandrini nel terzo secolo aC - per comodità. Ogni capitolo prende il nome da una lettera dell'alfabeto greco.

Qual è la causa dell'ira di Achille? Per 10 anni, i greci hanno rovinato molte politiche circostanti. In una città catturarono due prigionieri: Criseide (ottenuto Agamennone) e Briseide (ottenuto Achille). I greci iniziano a prendere coscienza del valore della loro personalità. Omero mostra che la collettività tribale sta diventando un ricordo del passato, sta cominciando a formarsi una nuova moralità, dove viene alla ribalta l'idea del valore della propria vita.

La poesia si conclude con il funerale di Ettore, anche se in sostanza il destino di Troia è già stato deciso.

In termini di trama (sequenza mitologica di eventi) "Odissea" corrisponde all'Iliade. Ma non parla di eventi militari, ma di vagabondaggi. Lo scienziato lo chiama: "un poema epico di vagabondaggi". In esso, la storia di una persona sostituisce la storia degli eventi. Il destino di Ulisse viene alla ribalta: la glorificazione della mente e della forza di volontà. L'Odissea corrisponde alla mitologia del tardo eroismo. Dedicato agli ultimi quaranta giorni del ritorno di Ulisse in patria. Già l'inizio testimonia che il centro è il ritorno.

Composizione: più difficile dell'Iliade. Gli eventi nell'Iliade si sviluppano progressivamente e in modo coerente.

In "Odissea" tre trame: 1) Dei dell'Olimpo. Ma Odisseo ha un obiettivo e nessuno può fermarlo. Odisseo si districa da tutto. 2) il ritorno stesso è un'avventura difficile. 3) Itaca: due motivi: gli eventi reali del matchmaking e il tema della ricerca del padre da parte di Telemaco. Alcuni credono che Telemachia sia un inserimento tardivo.

Fondamentalmente, questa è una descrizione dei vagabondaggi di Ulisse, e in termini retrospettivi. Gli eventi sono determinati dalla retrospettiva: l'influenza di eventi del lontano passato. Per la prima volta appare un'immagine femminile, uguale a quella maschile - Penelope, la donna saggia - la degna moglie di Ulisse. Esempio: sta filando una copertura funebre.

La poesia è più complicata non solo nella composizione, ma anche in termini di motivazione psicologica delle azioni.

L'Iliade è l'opera preferita di Leo Tolstoj. Il significato delle poesie di Omero sta nei valori morali, ce li rappresentano. Fu in questo momento che si formarono le idee sulla moralità. Rapporto con i materiali. L'eroismo e il patriottismo non sono i valori principali che interessano Omero. La cosa principale è il problema del significato della vita umana, il problema dei valori della vita umana. Il tema del dovere umano: alla patria, alla tribù, agli antenati, ai morti. La vita su scala universale è presentata come un boschetto sempreverde. Ma la morte non è motivo di dolore: non può essere evitata, ma deve essere affrontata con dignità. Si formano idee sull'amicizia umana. Odisseo e Diomede, Achille e Patroclo. Tutti loro sono equilibrati. Problemi: cos'è la codardia? Coraggio? Fedeltà alla casa, alle persone, al coniuge? Mogli fedeli: Penelope, Andromaca.

Come accennato in precedenza, le caratteristiche generalizzate dell'intero popolo che rappresentavano erano raccolte negli eroi omerici. Le immagini dei guerrieri erano diverse. Homer non aveva ancora un'idea del personaggio, ma, tuttavia, non ha due guerrieri identici. Si credeva che una persona fosse già nata con determinate qualità e nulla potesse cambiare durante la vita. Questo punto di vista subisce un cambiamento solo negli scritti di Teofrasto, uno studente di Aristotele. La stupefacente integrità morale dell'uomo omerico. Non hanno riflesso o dualità: questo è nello spirito del tempo di Omero. Il destino è una condivisione. Pertanto, non c'è destino. Le azioni degli eroi non sono legate all'influenza divina. Ma esiste una legge della doppia motivazione degli eventi. Come nascono i sentimenti? Il modo più semplice per spiegarlo è l'intervento divino del talento di Omero: la scena con Achille e Priamo.

L'insieme delle qualità per ogni guerriero è lo stesso, ma le immagini sono uniche. Ognuno dei personaggi esprime un lato dello spirito nazionale greco. Ci sono tipi nella poesia: anziani, mogli e così via. Posizione centrale occupa l'immagine di Achille. È grande, ma mortale.

Omero voleva ritrarre l'apoteosi poetica dell'eroica Grecia. L'eroismo è la scelta consapevole di Achille. Prodezza epica di Achille: coraggioso, forte, senza paura, grido di guerra, corsa veloce. Affinché i personaggi siano diversi, il numero di qualità diverse è diverso: una caratteristica individuale. Achille ha impulsività e immensità.

Caratteristiche di Omero: sa comporre canzoni e le canta. Il secondo guerriero più potente è Aiace il Grande. Ha troppa ambizione. Achille è veloce, Aiace è goffo, lento. Il terzo è Diomede. La cosa principale è il completo disinteresse, quindi a Diomede viene concessa la vittoria sugli dei. Epiteti: Achille e Odisseo ne hanno più di 40. Nella battaglia, Diomede non dimentica la famiglia. I leader della campagna sono raffigurati in conflitto con le leggi epiche. Gli autori dell'epopea scrivono oggettivamente. Ma Homer ha molti epiteti per i suoi eroi preferiti. Gli atridi hanno pochi epiteti. Diomede rimprovera Agamennone "Zeus non ti ha dato valore". Un altro atteggiamento nei confronti di Nestore, Ettore e Ulisse. Ettore è uno degli eroi preferiti di Omero, è ragionevole e pacifico. Ettore e Ulisse non fanno affidamento sugli dei, quindi Ettore ha paura, ma questa paura non influisce sulle sue azioni, poiché Ettore ha un'abilità epica, che include la vergogna epica. Si sente responsabile nei confronti delle persone protette.

Elogio della saggezza. Anziani: Priamo e Nestore. Nestor è sopravvissuto a tre generazioni di persone per trent'anni. Nuova saggezza: l'intelligenza di Ulisse. Questa non è esperienza, ma flessibilità della mente. Anche Odisseo si distingue: tutti gli eroi lottano per l'immortalità: gli viene offerta due volte, ma lo cambia nella sua patria.

Omero ci offre per la prima volta un'esperienza di caratterizzazione comparativa.

  • 3a canzone dell'Iliade: Elena parla degli eroi. Menelao e Odisseo vengono messi a confronto. L'immagine di Elena nell'Iliade è demoniaca. In The Odyssey, è una casalinga. Non è il suo aspetto che viene descritto, ma la reazione degli anziani nei suoi confronti. Sappiamo molto poco dei suoi sentimenti. Nell '"Odissea" è diversa - non c'è nulla di misterioso.
  • - Caratteristiche dell'epica visione del mondo e dello stile

Innanzitutto, il volume dei poemi epici è sempre considerevole. Il volume non dipende dal desiderio dell'autore, ma dai compiti fissati dall'autore, che in questo caso richiedono un volume elevato. La seconda caratteristica è la versatilità. L'epopea nella società antica svolgeva molte funzioni. L'intrattenimento è l'ultimo. L'epopea è un deposito di saggezza, una funzione educativa, esempi di come comportarsi. Epos - un deposito di informazioni sulla storia, preserva l'idea della storia della gente. Funzioni scientifiche, poiché era nei poemi epici che venivano trasmesse le informazioni scientifiche: astronomia, geografia, artigianato, medicina, vita. Ultimo ma non meno importante, l'intrattenimento. Tutto questo si chiama sincretismo epico.

Le poesie omeriche raccontano sempre del lontano passato. Il greco era pessimista riguardo al futuro. Queste poesie hanno lo scopo di catturare l'età dell'oro.

- Monumentalità delle immagini dei poemi epici

Le immagini si elevano al di sopra della gente comune, sono quasi dei monumenti. Sono tutti più alti, più belli, più intelligenti delle persone comuni: questa è un'idealizzazione. Questa è monumentalità epica.

Il materialismo epico è associato al compito di descrivere in in toto tutto. Homer fissa la sua attenzione sulle cose più ordinarie: uno sgabello, i garofani. Tutte le cose devono avere colore. Alcuni credono che a quel tempo il mondo fosse descritto in due colori: bianco e oro. Ma questo è stato negato da Wilkelman, era impegnato nell'architettura. I colori infatti sono tanti, e le statue sono sbiancate dal tempo. Le statue erano vestite, dipinte, decorate: tutto era molto luminoso. Anche la Titanomachia del Partenone è stata dipinta. Nelle poesie di Omero tutto è colorato: gli abiti delle dee, le bacche. Il mare ha più di 40 sfumature di colore.

L'obiettività del tono delle poesie di Omero. I creatori delle poesie dovevano essere estremamente onesti. Omero è prevenuto solo negli epiteti. Ad esempio, la descrizione di Thersites. Thersites è assolutamente privo di abilità epica.

Stile epico: tre leggi

  • 1) La legge del ritardo è un'interruzione deliberata dell'azione. Il ritardo, in primo luogo, aiuta ad espandere la portata della tua immagine. Il ritardo è una digressione, un inserto poetico. Racconta il passato o espone le opinioni dei greci. Le poesie sono state eseguite oralmente e durante il ritardo l'autore e l'esecutore cercano di suscitare ulteriore attenzione alla situazione: ad esempio, la descrizione della verga di Agamennone, la descrizione dello scudo di Achille (questa descrizione mostra come immaginavano i greci l'universo). Matrimonio del nonno Odisseo. In famiglia, Ulisse ha sempre avuto un erede. Ulisse - arrabbiato, sperimentando l'ira degli dei.
  • 2) La legge della doppia motivazione degli eventi.
  • 3) La legge dell'incompatibilità cronologica degli eventi simultanei nel tempo. L'autore di poemi epici è ingenuo, gli sembra che se ritrae due eventi simultanei contemporaneamente, allora questo sarà innaturale. Un esempio lampante: Priamo ed Elena stanno parlando.

I poemi epici abbondano ripete. Fino a un terzo del testo ricade sulle ripetizioni. Diversi motivi: a causa della natura orale delle poesie, le ripetizioni sono proprietà dell'orale arte popolare, la descrizione del folklore include formule costanti, molto spesso si tratta di fenomeni naturali, equipaggiamento di carri, armi dei Greci, Troiani - formule di stencil.

decorare epiteti, saldamente attaccata agli eroi, agli oggetti, agli dei (Era dagli occhi, Zeus rompinuvole). Gli dei come creature perfette meritano l'epiteto "d'oro". Soprattutto, Afrodite è associata all'oro: la sfera estetica, per Era è sovranità, dominio. Il più oscuro è Zeus. Tutti gli dei devono essere intelligenti, onniscienti. Il Provveditore è solo Zeus, sebbene anche altri. Atena: intercessore, protettrice, irresistibile, indistruttibile. Ares: insaziabile in guerra, distruttore di genti, macchiato di sangue, frantumatore di mura. Spesso gli epiteti crescono insieme così tanto da contraddire la posizione: nobili corteggiatori nella casa di Ulisse. Egisto, che uccide Agamennone, è irreprensibile. Queste sono tutte formule folcloristiche.

confronti epici. Nel tentativo di visualizzare l'immagine, il poeta cerca di tradurre ogni descrizione nel linguaggio del confronto, che si sviluppa in un'immagine indipendente. Tutti i paragoni di Omero provengono dalla sfera quotidiana: battaglie per navi, i Greci stanno spingendo i Troiani, i Greci hanno combattuto come vicini per i confini nelle aree vicine. La furia di Achille è paragonata alla trebbiatura, quando i buoi calpestano il grano.

Homer usa spesso la descrizione e la narrazione attraverso l'enumerazione. Non descrive l'immagine nella sua interezza, ma mette in scena episodi: gli omicidi di Diomede.

La combinazione di finzione con i dettagli della realtà realistica. Il confine tra realtà e fantasia è sfumato: una descrizione della grotta dei Ciclopi. All'inizio tutto è molto realistico, ma poi appare un terribile mostro. Si crea un'illusione di obiettività.

Poesie scritte esametro- dattilo di sei metri. Inoltre, l'ultimo piede è troncato. Nel mezzo viene fatta una cesura, una pausa che divide il verso in due mezze strofe e gli conferisce una regolarità. Tutta la versificazione antica si basa su un'alternanza rigorosamente ordinata di sillabe lunghe e corte, e il rapporto quantitativo tra sillabe accentate e non accentate è 2: 1, ma l'accento non è energico, ma musicale, basato sull'alzare e abbassare il tono.

Caratteristiche principaliprimo stile epico può essere caratterizzato come segue:

Primo, questo obiettività. L'antico stile epico dà un'immagine obiettiva del mondo e della vita, senza approfondire la psicologia dei personaggi e senza inseguire i dettagli e i dettagli dell'immagine. Per un artista epico rigoroso, è importante solo quello sviluppo della realtà, che avviene al di fuori e indipendentemente dalla sua coscienza personale, dalle sue opinioni e valutazioni personali. L'unica cosa importante è che questo evento sia realmente accaduto, tutto il resto è solo di secondaria importanza per l'artista epico.

Sorprendentemente, tutto ciò che è rappresentato nell'epopea omerica è interpretato come una realtà oggettiva. Non c'è assolutamente nulla di fantastico, inventato o inventato qui solo per il capriccio soggettivo del poeta. Anche tutti gli dei e i demoni, tutto ciò che è miracoloso è rappresentato da Omero come se esistesse davvero. Il tono narrativo imperturbabile è caratteristico di ogni trama fiabesca. In uno stile epico rigoroso, non ci sono finzioni e fantasie.

In secondo luogo, immagine "reale" della vita. Invece di mostrare il proprio atteggiamento nei confronti della vita, l'artista epico si concentra principalmente sul lato esterno degli eventi che descrive. Da qui il suo costante amore per le sensazioni visive, uditive e motorie, per cui spesso si deve solo indovinare la psicologia dei personaggi, ma il lato esterno è raffigurato con il più grande amore.

In terzo luogo, tradizione. La natura oggettiva della rappresentazione epica della vita è accompagnata in un'epopea rigorosa dalla coscienza della costanza delle leggi che vi regnano. Questo è naturale per l'approccio oggettivo dell'artista alla realtà. Chi si avvicina oggettivamente alla realtà non si limita solo ai suoi fenomeni casuali, ma cerca di penetrare nelle profondità di questi fenomeni per scoprirne i modelli.

Tuttavia, al rigoroso artista epico piace osservare la costanza dei fenomeni della vita non solo nel presente, ma anche nel passato, tanto che per lui, infatti, non c'è nemmeno una differenza particolarmente profonda tra il presente e il passato. Descrive per lo più tutto ciò che è costante, stabile, secolare, ovvio a tutti e riconosciuto da tutti, riconosciuto da tutti prima, antico, nonno e nel presente obbligatorio per tutti. Senza questo tradizionalismo fondamentale, l'epopea popolare perde il suo rigoroso stile popolare e cessa di essere epica in senso proprio.

Il quarto, monumentalità. Inutile dire che tutte le caratteristiche di cui sopra di uno stile epico rigoroso non possono che renderlo maestoso, lento, privo di clamore, importante, pacato. L'ampia copertura del presente e del passato rende la poesia epica sublime, solenne, lontana dal capriccio soggettivo del poeta, che si considera un fenomeno insignificante e insignificante rispetto al passato maestoso e popolare. Questa insignificanza deliberatamente esposta dell'artista di fronte alla grandiosa e ampia vita popolare trasforma le sue opere in una sorta di grande monumento del passato, motivo per cui l'intera caratteristica del rigoroso stile epico deve essere chiamata monumentalità.

Quinto, eroismo. È facile dimostrare che anche le persone sono rappresentate in uno stile speciale nell'epopea, se sono intese come portatrici di tutti questi proprietà comuni epico. Una persona si rivela un eroe perché è priva di piccoli tratti egoistici, ma è sempre connessa sia internamente che esternamente con la vita delle persone e la causa delle persone. Può essere vittorioso o sconfitto, forte o impotente, può amare o odiare - in una parola, può avere varie proprietà della personalità umana, ma tutto questo a una condizione: deve necessariamente essere, per sua stessa essenza, nell'unità con la vita di tutto il popolo e di tutta la tribù. L'eroe epico non è affatto colui che è privato della propria psicologia. Ma questa psicologia, nella sua essenza, deve essere universale nella sua mente. Questo lo rende l'eroe dell'epopea monumentale.

E infine calma equilibrata. Si è sempre detto molto sulla tranquillità dell'epopea, opponendola all'eccitazione lirica. Tuttavia, dalla caratterizzazione dell'epopea sopra proposta, ne consegue che la calma epica non è affatto l'assenza di grandi passioni, una sorta di atteggiamento indifferente nei confronti della vita. La calma epica sorge in un poeta se è un artista epico rigoroso che contempla saggiamente la vita dopo grandi catastrofi, dopo enormi eventi nazionali della più ampia scala, dopo infinite difficoltà e la più grande sofferenza, e anche dopo i più grandi successi e vittorie. Questa saggezza deriva dal fatto che l'artista epico è consapevole della costanza delle leggi della natura e della società. La morte dei singoli individui non lo preoccupa più, poiché conosce l'eterno ciclo della natura e l'eterno ritorno della vita, il cambiamento delle generazioni, come il cambiamento del fogliame sugli alberi. Contemplando gli eventi del mondo nel loro sviluppo secolare, ne riceve non solo una calma equilibrata, ma anche una consolazione interiore.

Riassumendo caratteristiche comuni stile epico rigoroso, va detto che il suo l'obiettività eterna si distingue per l'eroismo plastico tradizionale e monumentale, che riflette il ciclo eterno e l'eterno ritorno di una vita nazionale o tribale.

Poesie omeriche non erano solo una manifestazione artistica dell'esistenza di un sistema comunale-tribale; hanno ricevuto la loro forma finale già nel periodo della sua decomposizione e quasi alla vigilia del sistema schiavista. Pertanto, Omero, come artista, conosceva già la complessità e la profondità della vita individuale, e non poteva essere un cronista della vita assolutamente disinteressato e indifferente. Si manifestarono le sue passioni personali, maturarono valutazioni politiche, sorse una protesta contro vari aspetti sociali la vita intorno a lui. Pertanto, lo stile dell'epopea omerica, così come la sua base storico-sociale, e la sua ideologia sono piene di contraddizioni e sono molto lontane da quella percezione infantile e primitiva della vita, che è stata spesso attribuita da vari ricercatori dall'alto dell'Europa sviluppo culturale.

I poemi omerici riflettono i secoli sviluppo delle persone e, in particolare, non solo la formazione comunale-tribale, ma anche la sua disgregazione e lo sviluppo della proprietà privata e dell'iniziativa privata. Il rigoroso stile epico delle opere d'arte non poteva più rimanere al livello della sua antica severità, iniziando a riflettere lo sviluppo individuale di una persona con sentimenti nuovi, molto più liberi e con l'ausilio di nuovi dispositivi poetici molto più complessi.

L'eroica epopea di Omero assorbiva i miti e le leggende più antichi e rifletteva anche la vita della Grecia alla vigilia dell'emergere di una società di classe.

Si ritiene ormai accertato che intorno al XII secolo a.C. le tribù achee passarono sotto Troia alla ricerca di nuove terre e ricchezze. Gli Achei conquistarono Troia e tornarono in patria. Il ricordo dell'ultima grande impresa della tribù achea viveva tra la gente e gradualmente iniziarono a prendere forma i canti sugli eroi della guerra di Troia.

Quando l'Attica e Atene ottennero il primato in Grecia, anche gli Ateniesi associarono a questa guerra le gesta dei figli di Teseo. Si è scoperto così che tutte le tribù greche avevano nell'epopea omerica un'opera che glorificava il loro grande passato comune, ugualmente caro ed eterno per tutti.

È anche interessante notare che l'epopea omerica rifletteva una cultura ancora più antica, vale a dire la cultura dell'isola di Creta. In Omero si possono trovare molti elementi della vita quotidiana, della vita della società, che ricordano questa antica cultura. Le iscrizioni cretesi menzionano i nomi degli eroi conosciuti dall'epopea di Omero, così come i nomi degli dei, che sono sempre stati considerati puramente greci.

Le poesie di Omero sono maestose, di natura monumentale, inerenti all'epopea eroica. Tuttavia, nell '"Odissea" ci sono molte caratteristiche quotidiane, favolose e fantastiche. Questo è comprensibile, perché l'Iliade è dedicata alla guerra e l'Odissea è dedicata alle vicissitudini della vita umana.

La trama dell'Iliade è collegata al mito del rapimento da parte del principe troiano Paride di Elena, moglie del re greco Menelao, sovrano di Sparta. L'Iliade inizia dal momento in cui scoppiò la peste nell'accampamento greco nel decimo anno dell'assedio. Fu inviata dal dio Apollo, patrono dei Troiani, su richiesta del suo sacerdote, al quale il condottiero greco Agamennone portò via la figlia. Il lungo discorso del prete è figurativo e luminoso. Chiede vendetta. Così pianse; e l'Apollo dalle braccia d'argento ascoltò! Rapidamente si precipitò dalle vette dell'Olimpo, scoppiando di rabbia, portando un arco sulle spalle e una faretra di frecce, chiusa da ogni parte; Frecce alate rumorosamente, che battevano dietro le spalle, risuonavano nella processione di un dio arrabbiato: camminava, come la notte.

Per fermare la peste, Agamennone è costretto a restituire sua figlia a suo padre, ma in cambio prende il prigioniero da Achille. Achille arrabbiato, posseduto da un senso di amaro risentimento, va al suo campo. Achille si rifiuta di partecipare all'assedio di Troia.

Iniziano feroci battaglie, in cui i greci vengono sconfitti dai troiani. Quindi inviano ambasciatori ad Achille (IX canto), ma senza successo; si rifiuta di prendere parte ai combattimenti. Infine, nel XVI canto, Patroclo, amico di Achille, entra in battaglia, perché non può più vedere come muoiono i suoi compagni. In questa battaglia, Patroclo muore per mano dell'eroe troiano Ettore, figlio del re Priamo.

Solo allora Achille, vendicando il suo amico, entra in battaglia. Uccide Ettore torturando brutalmente il suo cadavere. Tuttavia, il vecchio Priamo, padre di Ettore, apparso di notte nella tenda ad Achille, lo prega di restituire il corpo di suo figlio. Achille, commosso dal dolore del vecchio e ricordando suo padre, che non vedrà mai, restituisce il corpo di Ettore e stabilisce persino una tregua per dare ai Troiani il tempo di piangere i morti. L'Iliade si conclude con la sepoltura degli eroi dei due campi in guerra: Patroclo ed Ettore.

Gli eroi delle poesie sono coraggiosi e maestosi. Non conoscono la paura del nemico. Sia i greci che i troiani sono raffigurati con grande rispetto e amore. Non è un caso, quindi, che il greco Achille e il troiano Ettore siano un modello di eroismo. Achille è un temporale per i Troiani, un guerriero severo e irremovibile. Ama la sua patria. Ma nella sua anima c'è anche pietà per il Troiano, il vecchio Priamo, che ha perso il proprio figlio. Sente l'amarezza del proprio destino (è destinato a morire nel fiore degli anni). Vendica un'offesa, ricorda il male, a volte piange come un bambino. Ma la linea principale del suo personaggio è l'eroismo e la devozione a una causa comune che non conosce limiti. Un notevole esempio della generosità di Achille e dell'umanesimo generale dell'epopea antica è la scena del XXIV canto dell'Iliade, quando Achille consegna il corpo di Ettore al re Priamo. ... Achille il veloce dice: "Anziano, non farmi arrabbiare! Io stesso capirò che dovrei restituirti il ​​Figlio: da Zeus, mia Madre dalle gambe d'argento, la ninfa del mare Teti, mi ha portato notizie. Io senti che tu (da me, tu, Priamo , non puoi nasconderti) la forte mano di Dio ha portato alle navi di Myrmidon ...

Insieme a Priamo, Achille lamenta la difficile situazione dell'uomo, piange con lui i morti; permette a Priamo di celebrare una festa per Ettore per dodici giorni e lo libera con ricchi doni a Troia.

Ettore è un leader troiano, il principale difensore della città. Lascia suo padre, sua madre, moglie e figlio, andando a ultimo atto. La scena dell'addio di Ettore ad Andromaca e al figlio è alimentata da tenerezza e amore sconfinato. Il ragazzo piange, spaventato dall'elmo di suo padre. Ettore si toglie l'elmo splendente dalla testa e il bambino ride, lo prende. Madre premurosa e triste. Prevede la morte di Ettore e il triste destino del figlio orfano. Dalle mura della città, Andromaca assiste all'ultimo duello. Ettore, privato dell'aiuto degli dei, combatte Achille fino all'ultimo respiro. La sua vita è stata data per il suo paese.

L'Odissea descrive gli eventi successivi alla distruzione di Troia. Tutti gli eroi tornarono a casa, tranne Odisseo, re dell'isola di Itaca. Vaga per dieci anni a causa dell'odio del dio del mare, Poseidone. Musa, parlami di quell'uomo di grande esperienza che Vagando da molto tempo dal giorno in cui Sant'Ilion fu distrutto da lui, visitò molte persone della città e vide i costumi, si addolorò molto sui mari con il suo cuore, preoccupandosi della salvezza della sua vita e il ritorno dei compagni in patria...

L'inizio dell '"Odissea" racconta gli ultimi eventi dei sette anni di peregrinazioni di Ulisse, quando viveva sull'isola della ninfa Calipso. Da lì, per volere degli dei, va in patria. Odisseo arriva a Itaca nel canto XIII. In casa lo aspettano la moglie Penelope, assediata dai corteggiatori, e il figlio Telemaco, divenuto giovane. Odisseo si ferma al porcaro, poi, sotto le spoglie di un mendicante, si intrufola nel palazzo e, infine, in alleanza con fedeli servitori, distrugge tutti i richiedenti la mano di Penelope, sopprime la rivolta dei parenti dei morti e inizia vita felice nella cerchia della sua famiglia. Bella l'immagine della moglie di Ulisse Penelope, una donna fedele, devota e intelligente. Per vent'anni Penelope ha allevato suo figlio e ha custodito la casa in assenza del marito.

Omero descrive la gioia di Penelope quando si assicurò che davanti a lei fosse davvero Odisseo: Così si divertiva, ammirando suo marito, tornato, a strappargli le mani candide dal collo senza forza. In lacrime, Eos dal trono d'oro avrebbe potuto catturarli ...

La società rappresentata da Omero è una famiglia patriarcale che non conosce ancora la stratificazione di classe. I re lavorano alla pari di pastori e artigiani, e gli schiavi, se esistono, sono prigionieri presi in guerra e non occupano ancora una posizione umiliata nella famiglia. Ulisse si costruisce una zattera e la principessa Navzikaya fa il bucato. Penelope tesse abilmente.

Allo stesso tempo, appare la disuguaglianza di proprietà, i capi ricevono un bottino migliore, il destino degli schiavi dipende dalla volontà del padrone. Penelope, ad esempio, minaccia spietatamente la vecchia nutrice, fedele ai suoi padroni; Odisseo consegna i servi colpevoli a una crudele esecuzione; il guerriero Tersite, non senza ragione, rimprovera ai capi l'egoismo, l'ambizione e li accusa di tutte le difficoltà della guerra. Tuttavia, le sue parole non trovano simpatia tra i soldati, poiché sono ossessionati da un'idea: sconfiggere il nemico. Per il bene di questo, sono pronti a dimenticare le lamentele da parte dei leader.

Ulisse è un guerriero coraggioso, ma allo stesso tempo una persona esperta nelle avversità della vita. Odisseo sa combattere non solo con le armi, ma anche con una parola d'ordine. Se necessario, può ingannare e andare al trucco. La cosa principale in lui è l'amore per la sua terra natale, per sua moglie e suo figlio, che non vede da molti anni. Per loro rifiutò persino l'immortalità, che la ninfa Calipso voleva dargli.

Nella XIV canzone dell '"Odissea" si dice che "le persone sono diverse, alcuni amano una cosa, altri ne amano un'altra". Nei poemi omerici, gli dei sono tanto vari e interessanti quanto le persone. Ecco il fedele assistente dei Greci, in particolare Odisseo, la saggia Atena, ecco l'insidioso e cupo Apollo, il protettore dei Troiani, e il selvaggio dio della guerra coperto di sangue Ares.

E le cose intorno alle persone? Sono belli e sacri. Ogni cosa fatta da mani umane è buona ed è un'opera d'arte. Centinaia di righe sono dedicate alla descrizione dello scudo di Achille, anche il chiavistello della porta della casa di Ulisse è accuratamente descritto. Una persona è deliziata dalla sua abilità, dalla sua arte, dalla sua vigorosa attività. Non solo combatte e distrugge, ma si sforza di creare qualcosa di necessario e allo stesso tempo bello.

Di particolare rilievo è il linguaggio delle poesie. Sono scritti in esametro (dattilo di sei piedi), che è stato pronunciato in qualche modo con una voce cantilenante. Anche gli epiteti costanti, i confronti dettagliati e i discorsi degli eroi sono di grande importanza.

Gli epiteti permanenti, ad esempio Zeus "spaccanuvole", Era "dal gomito bianco", Teti "dai piedi d'argento", sono per lo più complessi, alquanto ingombranti. Le similitudini estese (una battaglia, ad esempio, è raffigurata come un incendio violento, una tempesta in una foresta, una lotta tra animali feroci, l'inondazione di un fiume che ha sfondato tutte le dighe) rallentano la narrazione, così come i discorsi che gli eroi si scambiano spesso durante una feroce battaglia. Il ritmo lento della narrazione, il suo carattere maestoso si colorano di colori insoliti nella descrizione della natura.

Nelle poesie ogni cosa è visibile, tangibile e colorata. Il mare, ad esempio, è "grigio" nella spuma della risacca, "viola" sotto l'azzurro del cielo, "viola" al tramonto. Anche la terra dell'Iliade "ride" nello splendore di scudi e armature sotto il sole primaverile.

Pertanto, l'epopea omerica incarna non solo il duro eroismo della guerra, ma anche la gioia della creatività, del lavoro creativo e di una vita pacifica basata sul rispetto per una persona, sul risveglio in lui dei migliori sentimenti umani.

Pertanto, l'epopea omerica è giustamente considerata un'enciclopedia della vita antica.

EPOS OMERICO

Ira, dea, canta ad Achille, figlio di Peleo, il Terribile, che fece migliaia di disastri agli Achei ... Da quel giorno, come coloro che sollevarono una disputa, Atrid il Pastore dei popoli e il nobile eroe Achille si accesero con inimicizia.

(Tradotto da N. Gnedich)

Tutto iniziò con il fatto che dopo una delle incursioni achee nelle vicinanze di Troia, Agamennone prese in preda la figlia del sacerdote di Chris dal tempio di Apollo. Apparendo con un enorme riscatto al campo greco, Chris chiese in lacrime ad Agamennone di restituirgli sua figlia, ma ricevette un rifiuto offensivo; poi si rivolse ad Apollo con una supplica di vendetta sui Greci. Apollo, ascoltando la richiesta del suo sacerdote, mandò una pestilenza sull'esercito acheo, che infuriò per nove giorni. Il decimo giorno, Achille convocò un'assemblea popolare per decidere l'ulteriore permanenza dell'esercito vicino a Troia. L'indovino Calhant, interrogato sulla causa dell'ira divina, rivelò al pubblico che Apollo punì gli Achei per aver insultato Chris e chiese la restituzione della figlia prigioniera al padre. Agamennone, ovviamente, non poteva opporsi all'adempimento della volontà di Apollo, ma chiese in cambio di Criseide un'altra preda: avendo incontrato la resistenza di Achille, Agamennone irritato minacciò di portargli via l'altrettanto bella prigioniera Briseide. Scoppiò una disputa, e solo l'intervento della dea Atena impedì uno scontro armato tra i capi: Achille non difese la sua parte di bottino - Briseide - con le armi in pugno, ma infuriato contro Agamennone che lo aveva insultato, rifiuta prendere ulteriormente parte alle battaglie finché la posizione degli Achei non diventa critica e non lo chiameranno a combattere, avendo espiato l'insulto inflittogli con ricchi doni (Libro I).

L'autoritiro di Achille dalle ostilità libera il campo di battaglia per la manifestazione del valore di altri capi achei; tuttavia, né il duello di Menelao con Paride (libro III), né le gesta di Diomede e di altri eroi greci (libro IV-VI), né il duello di Aiace con il condottiero troiano Ettore (libro VII), e neppure l'intervento degli dèi riescono a ritardare l'incombente minacciosa incursione dei Troiani, aiutati dallo stesso Zeus (libro VIII) su richiesta della divina madre Achille Teti. Solo il famoso incontro di Ettore con Andromaca dà una piccola tregua alle scene di battaglia; giunto dal campo di battaglia in città per ordinare preghiere e offerte alla dea Atena, Ettore si sofferma qui per un breve periodo, incontrando la moglie con un figlio piccolo in braccio, e questo incontro degli sposi è destinato ad essere l'ultimo in la loro vita (libro VI).

Nel frattempo i capi achei, incontrando sempre più difficoltà, convincono Agamennone a inviare ambasciatori ad Achille con una proposta di riconciliazione; ma anche i più ricchi doni redentori e la promessa di restituirgli, insieme a Briseide, sette schiavi più abili non riescono ad ammorbidire Achille, irremovibile nell'ira (Libro IX). È vero, nelle battaglie appena infiammate, gli Achei riescono a ottenere successi individuali (libro XI), ma poi la loro posizione diventa sempre più critica (libro XII-XIII), tanto che la suprema dea Hera, che simpatizza con i greci, ha ricorrere a una misura estrema: seduce Zeus, e mentre il Tonante riposa tra le sue braccia, Aiace riesce a ferire e a ritirare Ettore dalla battaglia (libro XIV). I Troiani, rimasti senza un capo, prendono la fuga, ma il risveglio di Zeus pone fine a tutti gli intrighi dei Tre Dei ostili: Ettore, miracolosamente guarito da Apollo, si avvicina alle navi achee e riesce persino ad appiccare il fuoco a una di esse (Libro XV). Sebbene la posizione dei greci diventi quasi senza speranza, Achille persiste ancora con rabbia. Accetta solo di liberare in battaglia il suo più caro amico Patroclo, al quale dà l'ordine di scacciare i Troiani dalle navi, ma non di tentare di catturare Troia. Vestito con l'armatura di Achille per intimidire gli avversari, Patroclo porta a termine con successo la prima parte dell'incarico, quindi, ispirato dal successo, si precipita all'assalto di Troia e qui trova la morte per mano di Ettore, che viene nuovamente aiutato dallo stesso Apollo (Libro XVI). Una feroce battaglia viene combattuta intorno al corpo degli uccisi, e

gli Achei riescono a difendere il cadavere di Patroclo (libro XVII) solo con grandissime difficoltà.

La morte di un amico rende Achille assetato di vendetta, davanti alla quale il suo risentimento nei confronti di Agamennone passa in secondo piano. È vero, per rispettare le leggi dell'onore, Agamennone gli fa tutti i doni precedentemente promessi, ma Achille si sta già precipitando in battaglia (Libro XIX). Poiché Ettore riuscì a strappare a Patroclo l'armatura di Achille, il dio Efesto, su richiesta di Teti, fabbrica per Pelide nuove armi di straordinaria bellezza (libro XVIII). Ossessionato dalla sete di vendetta per Patroclo, Achille ammucchia i cadaveri dei nemici che ha ucciso nella pianura di Troia, bloccando con loro il corso del fiume Scamandro (Xanthus). Indignato, il dio del fiume cerca di annegare Achille nelle sue onde, ma Efesto scatena un fuoco divorante su Xanthus, da cui iniziano a bollire acque fluviali(Libro XX-XXI). Infine, i Troiani superstiti si rifugiano dietro le mura della città; solo Ettore rimane in campo, in attesa dell'inevitabile incontro con Pelid, e muore per mano sua. Furioso di vendetta, come prima di rabbia, Achille lega il corpo di Ettore al suo carro e lo trascina a terra; Priamo ed Ecuba singhiozzano, gli anziani genitori di Ettore, vedendo dal muro di Troia la contaminazione del suo corpo, piangono tristemente la moglie assassinata di Andromaca. E già in questi momenti Priamo ha l'idea di recarsi lui stesso con innumerevoli tesori al campo di Achille per riscattare il corpo di Ettore (Libro XXII). Questo piano non viene eseguito immediatamente, poiché il cantore epico deve prima descrivere in dettaglio la sepoltura di Patroclo e i giochi commemorativi in ​​suo onore (libro XXIII). Quindi, non senza l'aiuto degli dei, Priamo raggiunge liberamente la tenda di Achille; sconvolto dalla vista dello sfortunato vecchio e dalla consapevolezza dei disastri che lo hanno colpito, ricordando allo stesso tempo il suo anziano padre, che non era destinato ad aspettare il ritorno del figlio dalla vicina Troia, Achille dà a Priamo il corpo di Ettore. Il poema si conclude con la descrizione del lamento funebre sul defunto e la sua sepoltura (Libro XXIV).

A differenza dell'Iliade, che è una poesia su uno degli episodi della guerra di Troia, l'Odissea racconta i vagabondaggi che caddero sull'astuto Odisseo dopo la distruzione di Troia e sul suo ritorno a Itaca. Allo stesso tempo, la trama del poema non si svolge in sequenza cronologica diretta, ma contiene ripetute divagazioni e ritorni al punto di partenza.

greco omero,lat. Omero, poeta alle origini della letteratura greca e, quindi, europea, il cui nome è associato al più antico genere letterario Greci, epica eroica, soprattutto con l'Iliade e l'Odissea. Già nell'antichità non si sapeva nulla di affidabile sulla personalità e sul tempo della vita di Omero. Era raffigurato come un vecchio cieco. Tra le città che rivendicavano il diritto di essere considerata la sua patria, le rivendicazioni di Smirne nell'Asia Minore ionica e sull'isola di Chios sembrano essere le più giustificate. È generalmente accettato che Omero sia vissuto intorno all'VIII secolo a.C. Omero è un poeta dell'antichità classica, ma allo stesso tempo è un grande maestro e mentore e un modello per tutta l'antichità. Già nel VI sec. AVANTI CRISTO. per ordine di Pisistrato furono studiati i testi di Omero. Fino al V sec. AVANTI CRISTO. Oltre all'Iliade e all'Odissea, a Omero furono attribuiti numerosi altri poemi epici (il cosiddetto ciclo epico Cypria, Margit, inni omerici). Omero era considerato l'autore dell'Iliade e dell'Odissea fino a quando, in epoca ellenistica, "chorizonten" (divisione) ne contestò la paternità in relazione all'Odissea. Nei tempi moderni, F. A. Wolf nel suo “Prolegomena ad Homerum” (1795) ha nuovamente sollevato questa questione. Tra i ricercatori che dividevano l'epopea in canti separati (teoria del canto di Lachmann) e gli Unitari che difendevano la stretta unità dell'epopea, c'erano ricercatori che accettavano successive interpolazioni, espansioni e compilazioni di diverse piccole opere epiche o consideravano Omero solo l'editore di l'epopea. Lo stato della ricerca moderna ci consente di considerare Omero l'autore dell'Iliade. Ha usato canzoni più vecchie, basandosi su tradizioni epiche e agendo secondo un unico piano. Queste canzoni, racconti eroici e una piccola epopea sono una fase preliminare orale che porta il mondo del II millennio alle prime tribù greche che penetrarono nel Mediterraneo. La questione della misura in cui la cultura cretese-micenea si riflette nell'Iliade divenne nuovamente controversa dopo che fu fatto un tentativo di decifrare la lineare B. Le canzoni venivano cantate da rapsodi erranti ai pasti di una società nobile (nobiltà). Se questi rapsodi avessero almeno in parte testi scritti è discutibile, così come la questione del testo scritto dell'epopea omerica. L'uso della lettera del B. è considerato oggi molto probabile, data la composizione artistica delle poesie. Nell '"Iliade", dal nome della città greca di Ilion (Troia), 24 libri descrivono un periodo di 49 giorni, la fine della lotta di 10 anni dei Greci per Troia. Il suo tema è l'ira di Achille, a cui Agamennone rubò la sua schiava Briseide, a causa della quale Achille si rifiutò di partecipare alle battaglie. Dopo la morte del suo amico Patroclo, Achille entra di nuovo in battaglia per vendicarlo. Da sua madre Teti, Achille riceve l'armatura forgiata per lui da Efesto (una descrizione dello scudo nel 18° libro) e uccide Ettore in battaglia. L'epopea si conclude con i giochi commemorativi in ​​onore di Patroclo. L'Iliade riflette epoche diverse. Numerosi eventi episodici, insieme alle azioni principali, mostrano eroi, spesso discendenti dagli dei, in pesanti combattimenti. Gli dei prendono parte alla lotta da entrambe le parti, più scene con gli dei assumono il carattere del burlesque. Questo è seguito da piccole aggiunte poetiche all'Odissea, apparentemente un'opera successiva, e non appartiene a Omero. La poesia appartiene probabilmente a un allievo di Omero (?) ed è stata elaborata successivamente. In 24 libri vengono cantati il ​​viaggio di 10 anni di Ulisse e il ritorno in patria da sua moglie Penelope. Prima di tornare a casa, Ulisse si ferma presso la ninfa Calipso. Dopo il naufragio, in piedi davanti ai fatti, l'eroe racconta gli eventi che ha vissuto. La poesia racconta come Penelope, che attende il ritorno del marito a casa, ritarda astutamente il suo matrimonio con i corteggiatori, suo figlio Telemaco aiuta Ulisse, tornato a casa non riconosciuto, a picchiare i corteggiatori. Nell'epopea, molte storie sui viaggi per mare si intrecciano con motivi fiabeschi. La pittura vascolare, così come la pittura murale, in varie varianti rappresenta numerose scene dell'Iliade e dell'Odissea, la plastica ha creato un ritratto idealizzato di un poeta cieco L'Iliade e l'Odissea sono scritte in esametro, il loro linguaggio è costruito su antiche tradizioni. discorso artistico con elementi ionici-eolici. Le frasi distinte che si ripetono sotto forma di formule appartengono probabilmente alle fasi iniziali orali conservate nell'epopea. Tra le vette irraggiungibili dell'epopea omerica ci sono il volo della fantasia, il potere dell'eloquenza, il rallentamento del corso dell'azione per creare tensione drammatica, l'arte in particolare, la naturalezza nella rappresentazione della vita, la bellezza dei confronti, a testimonianza dell'autore straordinaria osservazione, partecipazione umana e sensibilità psicologica. Nel campo dell'epica, l'Iliade e l'Odissea sono i massimi esempi di opere poetiche. L'autore più letto da 3000 anni, Omero è stato studiato a scuola molto presto e fino al periodo bizantino. Divenuto uno standard nella valutazione di qualsiasi poema dell'antichità, l'epopea di Omero diede slancio a tutta la successiva creatività artistica. Livio Andronico tradusse in latino l'Odissea, Virgilio, con la sua Eneide, volle raggiungere il livello dell'epopea omerica. Nelle aree di lingua latina, nel medioevo, e nei paesi romani fino all'età moderna, l'epopea di Virgilio ebbe un influsso maggiore di quella di Omero. Nel XVIII secolo, sotto l'influenza di R. Wood (Inghilterra), Homer fu nuovamente riconosciuto come un genio insuperabile. Da quel momento in poi, la sua poesia iniziò ad avere una forte influenza sui classici della letteratura mondiale (Lessing, Herder, Goethe).

Omero è un antico poeta greco - narratore, collezionista di leggende, autore di antiche opere letterarie "Iliade" e "Odissea".

Gli storici non hanno dati esatti sulla data di nascita del narratore. Il luogo di nascita del poeta rimane un mistero. Gli storici ritengono che il periodo più probabile della vita di Omero sia il X-VIII secolo a.C. Una delle sei città è considerata il luogo della possibile patria del poeta: Atene, Rodi, Chios, Salamina, Smirne, Argo.

Più di una dozzina di altri insediamenti L'antica Grecia è stata menzionata da diversi autori in tempo diverso con la nascita di Omero. Molto spesso, il narratore è considerato originario di Smirne. Le opere di Omero sono rivolte a storia antica mondo, non menzionano i contemporanei, il che complica la datazione del periodo della vita dell'autore. C'è una leggenda secondo cui lo stesso Omero non conosceva il luogo della sua nascita. Dall'Oracolo, il narratore apprese che l'isola di Ios era il luogo di nascita di sua madre.

I dati biografici sulla vita del narratore, presentati nelle opere medievali, sollevano dubbi tra gli storici. Nelle opere sulla vita del poeta, si dice che Omero è il nome che il poeta ha ricevuto a causa della sua cecità acquisita. In traduzione, può significare "cieco" o "guidato". Alla nascita, sua madre lo chiamò Melesigen, che significa "nato dal fiume Meles". Secondo una leggenda, Omero divenne cieco quando vide la spada di Achille. Come consolazione, la dea Teti lo dotò del dono del canto.

Esiste una versione secondo cui il poeta non era uno "schiavo", ma un "capo". Lo chiamarono Omero non dopo che il narratore divenne cieco, ma al contrario riacquistò la vista e iniziò a parlare con saggezza. Secondo la maggior parte dei biografi antichi, Melesigene lo era nato da donna chiamato Crifeida.


Il narratore ha parlato alle feste dei nobili, alle riunioni cittadine e ai mercati. Secondo gli storici, l'antica Grecia conobbe il suo periodo di massimo splendore durante la vita di Omero. Il poeta recitava parti separate delle sue opere, viaggiando di città in città. Godeva di rispetto, aveva alloggio, cibo e non era uno sporco vagabondo, come a volte lo descrivono i biografi.

Esiste una versione secondo cui l'Odissea, l'Iliade e gli Inni omerici sono opera di autori diversi, e Omero era solo un esecutore. Gli storici considerano la versione secondo cui il poeta apparteneva a una famiglia di cantanti. Nell'antica Grecia, l'artigianato e altre professioni venivano spesso tramandate di generazione in generazione. In questo caso, qualsiasi membro della famiglia potrebbe esibirsi sotto il nome di Omero. Di generazione in generazione, la storia e il modo di esibirsi sono stati tramandati da parente a parente. Questo fatto spiegherebbe anche il diverso periodo di creazione delle poesie, e chiarirebbe la questione con le date della vita del narratore.

La formazione del poeta

Una delle più storie dettagliate sulla formazione di Omero come poeta appartiene alla penna di Erodoto di Alicarnasso, che Cicerone chiamava "il padre della storia". Secondo l'antico storico, il poeta si chiamava Melesigen alla nascita. Ha vissuto con sua madre a Smirne, dove è diventato uno studente del proprietario della scuola, Phemius. Melesigen era molto intelligente e comprendeva bene le scienze.

Il maestro morì, lasciando la scuola al suo migliore allievo. Dopo aver lavorato come mentore per qualche tempo, Melesigen ha deciso di approfondire la sua conoscenza del mondo. Un uomo di nome Mentes, originario dell'isola di Lefkada, si offrì volontario per aiutarlo. Melesigen chiuse la scuola e partì per un viaggio in mare sulla nave di un amico per vedere nuove città e paesi.


Poeta Omero

Durante il viaggio insegnante precedente storie raccolte, leggende, domande sui costumi delle popolazioni locali. Arrivato a Itaca, Melesigen non si sentì bene. Mentes ha lasciato il satellite sotto la supervisione di una persona affidabile ed è tornato a casa. Melesigene proseguì il suo ulteriore viaggio a piedi. Lungo la strada, ha recitato le storie che aveva raccolto durante i suoi viaggi.

Secondo Erodoto di Alicarnasso, il narratore alla fine divenne cieco nella città di Colofone. Lì ha preso un nuovo nome. I ricercatori moderni tendono a mettere in discussione la storia raccontata da Erodoto, così come gli scritti di altri autori antichi sulla vita di Omero.

Domanda omerica

Nel 1795, Friedrich August Wolf, nella prefazione alla pubblicazione del testo delle poesie dell'antico narratore greco, avanzò una teoria che fu chiamata "Questione omerica". Il punto principale dell'opinione dello scienziato era che la poesia al tempo di Omero era un'arte orale. Un narratore errante cieco non potrebbe essere l'autore di un complesso opera d'arte.


Busti di Omero

Omero compose canzoni, inni, poemi epici musicali, che costituirono la base dell'Iliade e dell'Odissea. Secondo Wolf, l'aspetto finale del poema è stato ottenuto grazie ad altri autori. Da allora, gli scienziati coinvolti nel lavoro di Omero si sono divisi in due campi: gli "analisti" sostengono la teoria di Wolff e gli "Unitariani" sono dell'opinione che l'epopea sia strettamente unita.

Cecità

Alcuni ricercatori del lavoro di Homer dicono che il poeta è stato avvistato. A favore dell'assenza di malattia del narratore c'è il fatto che filosofi e pensatori nell'antica Grecia erano considerati persone prive della visione ordinaria, ma dotate del dono di guardare nell'essenza delle cose. La cecità potrebbe essere sinonimo di saggezza. Omero era considerato uno dei creatori di un quadro completo del mondo, l'autore della genealogia degli dei. La sua saggezza era evidente a tutti.


Blind Homer con una guida. Artista William Bouguereau

Gli antichi biografi hanno messo in evidenza nelle loro opere un ritratto accurato di Omero il cieco, ma hanno composto le loro opere molti secoli dopo la morte del poeta. Poiché non sono stati conservati dati affidabili sulla vita del poeta, l'interpretazione degli antichi biografi potrebbe non essere del tutto corretta. Questa versione è supportata dal fatto che tutte le biografie contengono eventi fittizi che coinvolgono personaggi mitici.

Opere d'arte

Le prove antiche sopravvissute danno l'idea che nell'era dell'antichità gli scritti di Omero fossero considerati una fonte di saggezza. Le poesie davano conoscenza di tutte le sfere della vita, dalla moralità universale alle basi dell'arte militare.

Plutarco lo ha scritto grande comandante teneva sempre con sé una copia dell'Iliade. Ai bambini greci veniva insegnato a leggere dall'Odissea e i filosofi pitagorici prescrivevano alcuni passaggi delle opere di Omero come mezzo per correggere l'anima.


Illustrazione per l'"Iliade"

Omero è considerato l'autore non solo dell'Iliade e dell'Odissea. Il narratore potrebbe essere il creatore del poema comico "Margit" e "Homeric Hymns". Tra le altre opere attribuite all'antico narratore greco, c'è un ciclo di testi sul ritorno degli eroi della guerra di Troia in Grecia: Cypria, La cattura di Ilion, Etiope, La piccola Iliade, I ritorni. Le poesie di Omero si distinguono per un linguaggio speciale che non aveva analoghi nel discorso colloquiale. Il modo di narrazione ha reso i racconti memorabili e interessanti.

Morte

C'è una leggenda che descrive la morte di Omero. In vecchiaia, il narratore cieco andò sull'isola di Ios. Viaggiando, Omero incontrò due giovani pescatori che gli fecero un indovinello: "Abbiamo qualcosa che non abbiamo preso, e quello che abbiamo preso, l'abbiamo buttato via". Il poeta ha pensato a lungo di risolvere il puzzle, ma non è riuscito a trovare la risposta giusta. I ragazzi hanno preso i pidocchi, non i pesci. Homer era così seccato di non essere riuscito a risolvere l'enigma che è scivolato e ha battuto la testa.

Secondo un'altra versione, il narratore si è suicidato, poiché la morte non era così terribile per lui come la perdita dell'acutezza mentale.

  • Ci sono circa una dozzina di biografie del narratore che sono arrivate ai nostri giorni dall'antichità, ma contengono tutte elementi fiabeschi e accenni alla partecipazione. antiche divinità greche negli eventi della vita di Omero.
  • Il poeta ha distribuito le sue opere al di fuori dell'antica Grecia con l'aiuto dei suoi studenti. Si chiamavano Omeridi. Andavano in giro città diverse, eseguendo sulle piazze le opere del suo maestro.

  • Il lavoro di Omero era molto popolare nell'antica Grecia. Circa la metà di tutti i rotoli di papiro greco antico trovati sono estratti da varie opere del poeta.
  • Gli scritti del narratore sono stati trasmessi oralmente. Le poesie che conosciamo oggi sono state raccolte e strutturate in opere coerenti da canti disparati dall'esercito di poeti del tiranno ateniese Pisistrato. Alcune parti dei testi sono state redatte tenendo conto dei desideri del cliente.
  • Lo scrittore di prosa sovietico nel 1915 scrisse la poesia “Insomnia. Omero. Vele strette", in cui ha fatto appello al narratore e agli eroi del poema "Iliade".
  • Fino alla metà degli anni settanta del Novecento, gli eventi descritti nei poemi omerici erano considerati pura finzione. Ma la spedizione archeologica di Heinrich Schliemann, che trovò Troia, dimostrò che l'opera dell'antico poeta greco si basa su eventi reali. Dopo una tale scoperta, gli ammiratori di Platone si rafforzarono nella speranza che un giorno anche gli archeologi trovassero Atlantide.

epico non significa altro che una parola sugli exploit (in greco, "epos" - "parola"), canzoni eseguite da cantanti erranti. Con l'accompagnamento della lira li cantava o aed- un cantautore, o rapsodo interprete e collezionista di racconti eroici.

Omero. "Iliade" e "Odissea" - i grandi poemi greci antichi

La tradizione considera il creatore dell'antica epopea greca Omero, un cieco errante, un cantante mendicante. Già dentro Grecia antica il suo nome era circondato da leggende. Molti successivamente considerarono questo nome un nome familiare. "Omero" in uno dei dialetti greci significa "cieco". Molti studiosi, non capendo come una persona potesse creare oralmente e conservare nella memoria migliaia di versi dell'Iliade e dell'Odissea, hanno messo in dubbio l'esistenza dello stesso Omero (vedi la questione omerica).

Per noi, la cosa principale non è la personalità di Omero, ma quelle più grandi poesie associate al suo nome. Queste poesie si sono formate nel IX-VII secolo. AVANTI CRISTO e. Sono stati registrati, come si crede comunemente, nel VI secolo. AVANTI CRISTO e. I miti sulla base dei quali vengono create queste poesie risalgono all'antica antichità e, senza dubbio, sono la creazione del popolo. Tuttavia, il completamento delle poesie e la loro decorazione artistica indicano che presero la loro forma definitiva alla vigilia dell'emergere della formazione proprietaria di schiavi, in un momento in cui il sistema tribale comunitario stava morendo.

Omero

L'epopea eroica ebbe origine sulla costa dell'Asia Minore e sulle isole vicine. È stato creato principalmente in uno speciale dialetto ionico (la lingua greca comune in Grecia appare solo nel IV-III secolo aC). "Iliade" (vedi sommario e testo completo) e "Odissea" (vedi sommario e testo completo) sono incluse nel cosiddetto ciclo mitologico troiano, che combina una serie di miti che riflettono la lotta dei greci per dominare l'Asia Minore città di Ilio, o Troia.

L'Iliade raffigura diversi episodi del decimo anno dell'assedio di Troia; "Odissea" - il ritorno in patria di uno degli eroi greci, Ulisse.

Per molto tempo questi eventi erano considerati puramente mitici, leggendari, sebbene gli stessi greci ripetessero ostinatamente che la guerra di Troia fosse approssimativamente (secondo i nostri calcoli) nel XII secolo. AVANTI CRISTO e. Negli anni '70 del XIX secolo. Il tedesco G. Schliemann, amante dell'antichità e uomo molto ricco, con l'aiuto di eminenti scienziati, scavò nel territorio della presunta Troia, sulla collina di Gissarlik in Asia Minore. Gli scavi hanno prodotto ricchi risultati. Gli scienziati potrebbero affermare con certezza che in questo sito sorgeva davvero una città grande e ricca, bruciata dai nemici (tracce di numerosi incendi sono ben conservate). Le cose trovate durante gli scavi colpivano per il loro lusso, i migliori lavori su oro e argento, e somigliavano molto agli utensili e agli oggetti costosi descritti nelle poesie di Omero.

Gli scavi sono proseguiti sulla terraferma greca, a Micene e Tirinto, dove sono state trovate tombe antichi condottieri- basileus, o re, molti oggetti d'oro e altri tesori. Ciò confermò l'opinione omerica sulla Micene "ricca d'oro". Così, gradualmente, la guerra di Troia e la campagna dei Greci acquisirono caratteristiche reali. Si ritiene ormai accertato che intorno al XII sec. AVANTI CRISTO e. le tribù degli Achei (anche dall'Asia Minore abbiamo ricevuto informazioni sul potente stato di Ahiyava) andarono sotto Troia alla ricerca di nuove terre e ricchezze. Tuttavia, quando gli Achei conquistarono Troia e tornarono in patria, iniziarono ad essere pressati dalle tribù dei Dori provenienti dal nord, più arretrate culturalmente e di ordine sociale inferiore. I Dori sconfissero gli Achei. Tuttavia, il ricordo dell'ultima grande impresa della tribù achea viveva tra la gente e gradualmente iniziarono a prendere forma i canti sugli eroi della guerra di Troia. I Dori, che si consideravano discendenti di Ercole, che un tempo assediò anche Troia, videro nell'epopea della guerra di Troia il glorioso passato dei loro antenati.

Quando l'Attica e Atene ottennero il primato in Grecia, gli Ateniesi associarono a questa guerra anche le gesta dei figli del loro eroe, Teseo. Si è scoperto così che tutte le tribù greche avevano nell'epopea omerica un'opera che glorificava il loro grande passato comune, ugualmente caro ed eterno per tutti.

I greci più di una volta aspirarono all'Asia Minore. Già nei secoli VII - VI. AVANTI CRISTO e. la sua costa e le isole vicine furono colonizzate dai Greci Ionici, e fu la culla dell'epopea omerica.

È anche interessante notare che l'epopea omerica rifletteva una cultura ancora più antica, vale a dire la cultura dell'isola di Creta, che fiorì alla vigilia della diffusione delle tribù achee nei secoli XIII-XII. AVANTI CRISTO e. In Omero si possono trovare molti elementi della vita quotidiana, della vita della società, che ricordano questa antica cultura. Nel decifrare la cosiddetta lettera lineare "B", si è scoperto che le iscrizioni cretesi menzionano i nomi degli eroi conosciuti dall'epopea di Omero, così come i nomi degli dei, che sono sempre stati considerati puramente greci. Quando queste lettere saranno lette per intero, forse apriranno davanti a noi un nuovo mondo dell'epopea pre-omerica, che servì per Omero come modello poetico e raccolta di antiche leggende.