Come si chiamano i nuovi temi rondò?  Le forme più comuni di composizioni musicali.  Influenza dei classici viennesi

Come si chiamano i nuovi temi rondò? Le forme più comuni di composizioni musicali. Influenza dei classici viennesi

Ci sono tre periodi di sviluppo di Rondo:

Ø Rondò antico (distico);

Sh Rondo dell'era classica:

1) Rondò piccolo (uno scuro e due scuri).

2) Grand Rondo (rondò regolare con ripetizione di temi laterali, rondò irregolare, forma sonata con episodio al posto dello sviluppo.

Ш Rondò postclassico.

Storicamente, tutti i tipi di rondò si sono susseguiti, apportando modifiche in due direzioni:

1. Correlazione figurativo-tematica tra ritornello ed episodi;

2. Strutturale e quantitativa.

Pertanto, è più logico (avendo delineato il quadro storico di ciascuno dei 3 tipi di rondò) dare caratteristica comparativa in base alle indicazioni di cui sopra. Quindi viene determinato il livello di "qualità" del rondò:

· Somiglianza tematica o contrasto tra ritornello ed episodi. Il pensiero musicale si è evoluto dalla mono-oscurità e dall'omogeneità immaginativa del materiale nel rondò distico attraverso le relazioni contrastanti, ombreggiate e complementari delle sezioni nel rondò classico, e l'autonomia e persino eclissando il contrasto di ritornello degli episodi nel post -rondò classico. Come si è scoperto, l'autorità del ritornello dei clavescinisti francesi e tedeschi era basata su una semplice ripetizione periodica immutabile. I classici viennesi rafforzarono il significato del ritornello contrastando il suo rapporto con vari episodi. E i romantici e i successivi compositori trattarono il ritornello come una fonte di una galleria di immagini e una componente di collegamento dell'intera composizione, quindi consentirono un cambiamento nel ritornello.

· Piano tonale e "svincoli" dell'episodio con il ritornello. Allo stesso tempo, sono stati i classici che sono riusciti a introdurre il movimento interno e un processo dinamico (a volte modesto, ma a Beethoven è molto sbalzato). Anche i romantici e altri compositori del XIX e XX secolo lo usarono nelle loro composizioni e in qualche modo andarono oltre. Di conseguenza, era necessario un codice.

Per livello "quantitativo" si intende:

1. Numero di parti;

2. La struttura del ritornello e gli episodi.

Rondò antico (distico).

Il nome deriva dalla parola francese Couplet, usata dai compositori del 18° secolo per contrassegnare le sezioni, che chiamiamo episodi. Il ritornello era chiamato "rond" (fr. rondeau; a volte la forma del distico rondo, secondo la tradizione francese, è anche chiamata "rond", con l'accento sull'ultima sillaba).

Il distico rondò era una delle forme preferite dei clavicembalisti francesi - Chambonière, F. Couperin, Rameau e altri. Per la maggior parte, si tratta di pezzi del programma, di solito miniature, di natura molto diversa. Questi compositori hanno anche scritto danze in questa forma. Nel barocco tedesco, il rondò è raro. A volte viene utilizzato nelle finali dei concerti (J.S. Bach. Concerto per violino E-dur, 3° movimento). Nelle suite, questa è spesso un'imitazione dello stile francese (in un modo o nell'altro) o danze di origine francese (J.S. Bach. Passpier dall'inglese Suite e-moll).

La durata del modulo è diversa. La norma è di 5 o 7 parti. Minimo - 3 parti (F. Couperin. "Le Dodo, ou L "Amour au berceau"). Il numero massimo noto di parti (in linea di principio per un rondò) è 17 (F. Couperin Passacaglia).

Il ritornello espone il tema principale (quasi sempre l'unico in tutta l'opera), il suo ruolo dominante è fortemente espresso. Di solito è scritto in modo compatto, in una trama omofonica e ha un carattere simile a una canzone. Nella maggior parte dei casi è quadrato (incluso J.S. Bach) e ha la forma di un punto.

I ritornelli successivi sono sempre nella chiave principale. Quasi non cambia, l'unico cambiamento normativo è il rifiuto di ripetere (se era nel primo ritornello). La variazione del ritornello è estremamente rara.

I versi non hanno quasi mai materiale nuovo, sviluppano il tema del ritornello, sottolineandone la stabilità. Nella maggior parte dei casi, si verifica una delle due tendenze: piccole differenze tra distici l'uno dall'altro o sviluppo intenzionale di distici, accumulo di movimento nella trama.

Rondò di epoca classica

Rondo occupa un posto importante nella musica dei classici viennesi. Dopo FI Bach, questa forma ha ritrovato equilibrio e armonia. Parti del rondò classico sono rigorosamente regolamentate, la libertà è minima. Una tale comprensione della forma corrisponde al concetto di un mondo armonioso e razionalmente organizzato comune ai classici.

Lo scopo del rondò durante questo periodo sono le finali o le parti lente dei cicli (cioè le parti in cui la stabilità, la completezza sono importanti e non c'è conflitto). Meno comuni sono i singoli pezzi a forma di rondò (Beethoven. Rondo "Rage over the lost penny").

In base al numero di argomenti, si distinguono un rondò piccolo (1 o 2 argomenti) e un rondò grande (3 argomenti o più). Questi tipi saranno elencati di seguito. Va notato che nella teoria europea del XIX e dell'inizio del XX secolo (AB Marx e i suoi seguaci, compresi i russi), si distinguevano 5 forme di rondò. Inoltre, verrà indicato a quale forma di rondò secondo Marx corrisponde ogni tipo.

Piccolo rondò un oscuro

La struttura di questo tipo di forma prevede la presentazione di un tema e la sua ripetizione, collegati da un movimento modulante).

La qualità principale di questa forma, che le consente di essere classificata come forma rondò, è la presenza di una mossa. Questa forma nella sua forma pura è rara, spesso c'è l'emergere di nuovo materiale tematico (e immagini) all'interno della mossa, che avvicina il tutto a un rondò due oscuri.

Il tema è solitamente in una semplice forma in due parti, che determina il significato indipendente della mossa (e non il suo ruolo centrale), meno spesso un semplice tre parti o un punto (in questo caso, la mossa ha dimensioni molto più grandi rispetto al tema).

I giochi indipendenti in questa forma sono rari.

· L. van Beethoven. Bagatella, op. 119 (il tema è un semplice modulo di non ripresa in due parti).

· R.Schumann. Novelette n. 2 in D-dur (il tema è un punto, la mossa dura 74 battute).

Piccolo rondò a due scure

Chiamato anche "forma Adagio" o "forma Andante" - poiché la maggior parte delle parti lente dei cicli sonata-sinfonici dei compositori classici (tradizionalmente Andante o Adagio) sono scritte in questa forma.

Il rondò a due scure è utilizzato principalmente nella musica lirica lenta (parti lente di cicli, notturni, romanzi, ecc.) e nella musica motrice vivace, spesso di genere-danza (finali di cicli, studi, brani singoli, ecc.).

Il tema principale (primo) è solitamente scritto in una forma semplice, il più delle volte in due parti semplici. È costantemente affermato nella chiave principale e ha una chiara cadenza.

Il secondo tema in un modo o nell'altro contrasta con il primo e ha un significato indipendente. Secondo il tema, può essere un derivato di quello principale. Nella maggior parte dei casi è stabile, ma può anche essere instabile. Spesso il secondo tema è scritto in due parti semplici, meno spesso sotto forma di punto.

A volte una delle mosse può essere saltata (più spesso - portando via). Le mosse possono avere il proprio materiale tematico o sviluppare il materiale dell'argomento.

· L. van Beethoven. Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra, II movimento.

· L. van Beethoven. Sonata per pianoforte n. 3 in do maggiore op. 3, II parte.

· W.Mozart. Concerto per pianoforte A-dur (KV 488), II movimento.

Gran Rondò

I grandi rondò includono forme che provengono da tre temi e altro ancora.

È consuetudine dividere un grande rondò: per il numero di argomenti - in tre oscuri, quattro oscuri, ecc.; secondo la correttezza del ritorno del ritornello - a regolare e irregolare; secondo la sezione ripetuta - sono possibili forme in cui, oltre al ritornello, ritorna uno degli episodi.

Un grande rondò è costituito dalle stesse parti di un piccolo rondò, da temi e mosse. Le caratteristiche di queste sezioni sono le stesse: i temi sono più stabili, le mosse sono meno.

Un'introduzione a un grande rondò, quando fa parte di un ciclo, è rara, se esiste, allora è piccolo e non indipendente. Al contrario, in alcune opere, l'introduzione può diventare una grande introduzione (Saint-Saens. Introduzione e rondo-capriccioso).

La coda è quasi sempre presente nel grand rondò. Spesso include l'ultima tenuta del tema principale.

Gran rondò regolare con ricorrenza di temi secondari

In questo tipo di rondò si ripetono uno o più temi secondari (episodi), generalmente trasposti, molto raramente nella stessa tonalità. È usato quasi esclusivamente nelle finali dei cicli sonate-sinfoniche.

A volte uno dei ritornelli può essere saltato durante la ripetizione (Haydn. Sinfonia n. 101 in re-durata, 4° movimento).

La struttura di questo tipo di rondò ha proporzioni diverse e maggiori. La sezione iniziale della forma (ABA) è percepita in modo diverso: ora è già un'intera sezione espositiva. Nella maggior parte dei casi, non c'è spostamento prima dell'episodio centrale (C) per separarlo più chiaramente dalle sezioni di esposizione e ripresa. Il contrasto tra il ritornello e l'episodio centrale è maggiore che tra il ritornello e il primo episodio: il personaggio cambia spesso (ad esempio, da danza commovente a cantilena e lirica).

Grande rondò irregolare

In questo tipo di rondò l'alternanza delle parti è libera, possono esserci due o più episodi affiancati. Questo modulo non ha un layout tipico. Esempio: Schubert. Rondo per pianoforte a 4 mani e-moll, op. 84 #2.

Forma sonata con episodio al posto dello sviluppo

Questo tipo di forma può essere interpretato in due modi: sia come una specie di rondò che come una forma mista.

Si differenzia dalla rondò per l'assenza di sviluppo e per il fatto che la tonalità principale non ritorna alla fine dell'esposizione (nella rondò la seconda esecuzione della parte principale suona nella tonalità principale)

Questa forma ha alcune caratteristiche della forma della sonata: una tipica esposizione e ricapitolazione della sonata. Tuttavia, manca la sezione principale per lo sviluppo della forma della sonata, che è sostituita da un episodio con nuovo materiale tematico. Pertanto, in linea di principio, questa forma è più vicina a rondò.

Lo scopo principale di questa forma è il finale dei cicli sonata-sinfonica (ad esempio, il finale della Sonata per pianoforte n. 1 di Beethoven).

Rondò postclassico

Rondo nelle nuove condizioni ha un'applicazione molto diversificata. Può essere usato più tradizionalmente (il finale del ciclo), o più liberamente - per esempio, una miniatura indipendente (alcuni dei notturni di Chopin - per trasformare la parte lenta del ciclo in un pezzo indipendente), un pezzo vocale indipendente (Borodin . "Il mare"), secondo il principio del rondò si possono costruire costruzioni molto grandi (Introduzione da "Ruslan e Lyudmila" di Glinka).

Anche il contenuto figurativo del rondò sta cambiando. Ora può essere musica estatica (The Filthy Dance of Kashcheev's Kingdom da The Firebird, il finale di The Rite of Spring di Stravinsky), musica drammatica e tragica (Taneyev, Romance Minuet). Sebbene sia conservata anche la tradizionale sfera lirica (Ravel. "Pavane").

L'unificazione classica della forma scompare, la sua individualizzazione aumenta notevolmente. Due modelli identici sono rari. Rondo può avere un numero qualsiasi di parti, non inferiore a cinque. Il ritornello può essere eseguito in diverse tonalità (cosa che a volte si trovava già tra i classici viennesi), spesso vi è violazione della regolarità delle parti (2 episodi di seguito).

Questo tipo di rondò si fonde con altre forme, in particolare con contrast-composite (questo si esprime in un maggiore contrasto tra le sezioni) o suite (formalmente, suite "Pictures at an Exhibition" di Mussorgsky - rondò).

rondò; a volte la forma del distico rondo, secondo la tradizione francese, è detta anche “rondo”, con l'accento sull'ultima sillaba).

Il distico rondò era una delle forme preferite dei clavicembalisti francesi - J. Chambonnière, F. Couperin, J-F. Ramo e altri. Per la maggior parte, si tratta di pezzi del programma, di solito miniature, di natura molto diversa. Questi compositori hanno anche scritto danze in questa forma. Nel barocco tedesco, il rondò è raro. A volte viene utilizzato nelle finali dei concerti (J. S. Bach. Concerto per violino E-dur, 3° movimento). Nelle suite, questa è spesso un'imitazione dello stile francese (in un modo o nell'altro) o danze di origine francese (J.S. Bach. Paspier dall'inglese Suite e-moll).

La durata del modulo è diversa. La norma è di 5 o 7 parti. Minimo - 3 parti (F. Couperin. "Le Dodo, ou L'Amour au berceau" e "Les Barricades Mystérieuses"). Il numero massimo noto di parti (in linea di principio per un rondò) è 17 (Passacaglia di F. Couperin).

Il ritornello espone il tema principale (quasi sempre l'unico in tutta l'opera), il suo ruolo dominante è fortemente espresso. Di solito è scritto in modo compatto, in una trama omofonica e ha un carattere simile a una canzone. Nella maggior parte dei casi, è quadrato (incluso J. S. Bach) e ha la forma di un punto.

I ritornelli successivi sono sempre nella chiave principale. Quasi non cambia, l'unico cambiamento normativo è il rifiuto di ripetere (se era nel primo ritornello). La variazione del ritornello è estremamente rara.

I versi non hanno quasi mai materiale nuovo, sviluppano il tema del ritornello, sottolineandone la stabilità. Nella maggior parte dei casi, si verifica una delle due tendenze: piccole differenze tra distici l'uno dall'altro o sviluppo intenzionale di distici, accumulo di movimento nella trama.

Vecchia forma da concerto

Questa forma non è una delle forme rondò, sebbene sia basata sullo stesso principio. Si differenzia fondamentalmente dal rondò per cambiamenti su larga scala nel primo tema (qui, il ritornello) durante i suoi ripetuti ritorni: tutti (tranne quello finale) sono trasposti, spesso eseguiti in forma abbreviata. Allo stesso tempo, viene raggiunta la dinamica di sviluppo, che non è tipica del rondò, superando talvolta anche la dinamica della forma sonata tra i classici.

Rondo nelle opere di C. F. E. Bach

A titolo illustrativo di quanto detto si può citare lo schema del Rondo in si-dur per clavicembalo di C.F.E. Bach. La prima riga - il tipo di sezione (R - ritornello, EP - episodio), la seconda - il numero di misure, la terza - la forma locale della sezione, la quarta - la tonalità della sezione, la quinta - l'analogia delle sezioni dell'opera con le sezioni della forma sonata (GP - parte principale, PP - parte laterale):

R EP 1 R EP² R EP³ R EP 4 R EP 5
(EP²)
R EP 6 R R 1 EP 7
(EP 3, 4)
R
8+4+8 12 8 11 8 8+8 4+8 11 8 8 4+4 8+25 8 23 8+16+14+19 15
3 ore periodo periodo
B c-B F Essere s es c c c-e e un d d-B B B b B
(GP) (PP) (PP²) (GP) (PP²)

Rondò di epoca classica

La disposizione di questo modulo è la seguente:

MA - muoversi - B - muoversi - UN
T No T

Tale struttura è chiamata rondò strano(in base al numero di temi, senza contare le mosse). A volte un'opera può terminare con un secondo tema (B), viene chiamata tale struttura anche rondò:

MA - muoversi - B - muoversi - UN - muoversi - B1
T No T T

Il modulo può essere continuato e terminato con il tema principale:

MA - muoversi - B - muoversi - UN - muoversi - B1 - muoversi - UN
T No T T T

Il rondò a due scure è utilizzato principalmente nella musica lirica lenta (parti lente di cicli, notturni, romanzi, ecc.) e nella musica motrice vivace, spesso di genere-danza (finali di ciclo, studi, brani singoli, ecc.).

Il tema principale (primo) è solitamente scritto in una forma semplice, il più delle volte in due parti semplici. È sostenuto nella tonalità principale e ha una cadenza chiara.

Il secondo tema in un modo o nell'altro contrasta con il primo e ha un significato indipendente. Secondo il tema, può essere un derivato di quello principale. Nella maggior parte dei casi è stabile, ma può anche essere instabile. Spesso il secondo tema è scritto in due parti semplici, meno spesso - sotto forma di punto.

A volte una delle mosse può essere saltata (più spesso - portando via). Le mosse possono avere il proprio materiale tematico o sviluppare il materiale dell'argomento.

Lo schema della varietà più comune è il seguente:

MA B UN C UN B UN
T D T S T T T

Le designazioni chiave sono convenzionali (per gli episodi), sebbene il piano tonale mostrato nel diagramma sia più comune.

A volte può mancare una delle ripetizioni del ritornello (Haydn. Sinfonia n. 101 in re-durata, 4° movimento).

La struttura di questo tipo di rondò ha proporzioni diverse e maggiori. La sezione iniziale della forma (ABA) è percepita in modo diverso: ora è già un'intera sezione espositiva. Nella maggior parte dei casi, non c'è spostamento prima dell'episodio centrale (C) per separarlo più chiaramente dalle sezioni di esposizione e ripresa. Il contrasto tra il ritornello e l'episodio centrale è maggiore che tra il ritornello e il primo episodio: il personaggio cambia spesso (ad esempio, da danza commovente a cantilena e lirica).

ital. rondò, francese rondeau, da rond - cerchio

Una delle forme musicali più diffuse che ha attraversato una lunga strada di sviluppo storico. Si basa sul principio dell'alternanza del tema principale e immutabile: il ritornello e gli episodi costantemente aggiornati. Il termine "ritornello" è equivalente al termine coro. Una canzone del tipo chorus-chorus, nel cui testo viene confrontato un ritornello costantemente aggiornato con un ritornello stabile, è una delle fonti della forma R. Questo schema generale è implementato in modo diverso in ogni epoca.

Nell'antico, appartenente al preclassico. Nell'era dei campioni di R., gli episodi, di regola, non rappresentavano nuovi argomenti, ma erano basati sulla musica. astenersi materiale. Pertanto, R. era allora uno scuro. In decompressione stili e nazionali le culture avevano le proprie norme di confronto e interconnessione otd. parti R.

Franz. clavicembalisti (F. Couperin, J. F. Rameau e altri) hanno scritto piccoli brani sotto forma di R. con intestazioni di programma (Cuckoo di Daquin, Reapers di Couperin). Il tema del ritornello, enunciato all'inizio, è stato riprodotto in essi ulteriormente nella stessa tonalità e senza alcuna modifica. Gli episodi che risuonavano tra le sue esibizioni erano chiamati "versi". Il loro numero era molto diverso: da due ("Raccoltatrici" Couperin) a nove ("Passacaglia" dello stesso autore). Nella forma, il ritornello era un periodo quadrato di struttura ripetuta (a volte ripetuto nella sua interezza dopo la prima rappresentazione). I distici erano espressi nelle chiavi del primo grado di parentela (quest'ultima a volte nella chiave principale) e avevano un carattere evolutivo medio. A volte includevano anche temi di ritornello in una chiave non principale ("Cuckoo" di Daken). In alcuni casi sono emersi nuovi motivi nei distici, che però non ne hanno formati indipendenti. quelli («Amato» Couperin). La dimensione dei distici potrebbe essere instabile. In molti casi, è gradualmente aumentato, che è stato combinato con lo sviluppo di una delle espressioni. significa, il più delle volte ritmo. Così, l'inviolabilità, la stabilità, la stabilità della musica presentata nel ritornello è stata compensata dalla mobilità, dall'instabilità dei distici.

Vicino a questa interpretazione della forma ce ne sono alcuni. rondò J.S. Bach (ad esempio, nella 2a suite per orchestra).

In alcuni campioni R. ital. compositori, per esempio. G. Sammartini, il ritornello è stato eseguito in diverse tonalità. I rondò di F. E. Bach erano adiacenti dello stesso tipo. L'apparizione di tonalità lontane, e talvolta anche di nuovi temi, è stata talvolta combinata in esse con l'aspetto di un contrasto figurativo anche durante lo sviluppo del principale. Temi; grazie a ciò R. è andato oltre le antiche norme standard di questa forma.

Nelle opere dei classici viennesi (J. Haydn, W. A. ​​Mozart, L. Beethoven), R., come altre forme basate sull'armonica omofonica. musica pensiero, acquista il carattere più chiaro e rigorosamente ordinato. R. hanno - forma tipica finale della sonata-sinfonia. ciclo e al di fuori di esso come indipendenti. il brano è molto più raro (W. A. ​​Mozart, Rondo a-moll per pianoforte, K.-V. 511). Il carattere generale della musica di R. era determinato dalle leggi del ciclo, il cui finale era scritto a ritmo vivace in quell'epoca ed era associato alla musica del Nar. canti e balli carattere. Ciò influisce sulla tematica R. Classici viennesi e allo stesso tempo. definisce significativa innovazione compositiva - tematica. il contrasto tra ritornello ed episodi, il cui numero diventa minimo (due, raramente tre). La diminuzione del numero di parti del fiume è compensata da un aumento della loro lunghezza e da un maggiore spazio interno. sviluppo. Per il ritornello, diventa tipica una semplice forma in 2 o 3 parti. Quando ripetuto, il ritornello viene eseguito nella stessa tonalità, ma è spesso soggetto a variazioni; allo stesso tempo, la sua forma può anche essere ridotta a un periodo.

Nuovi modelli vengono stabiliti anche nella costruzione e nel posizionamento degli episodi. Il grado di episodi contrastanti al ritornello aumenta. Il primo episodio, gravitante verso la tonalità dominante, è vicino alla metà della forma semplice in termini di grado di contrasto, sebbene in molti casi sia scritto in una forma chiara: un punto, un semplice 2 o 3 parti . Il secondo episodio, gravitante verso la tonalità eponima o sottodominante, è in netto contrasto con un trio di una forma complessa in 3 parti con la sua chiara struttura compositiva. Tra il ritornello e gli episodi, di regola, ci sono costruzioni di collegamento, il cui scopo è garantire la continuità delle muse. sviluppo. Solo in alcuni momenti di transizione, i legamenti possono essere assenti, il più delle volte prima del secondo episodio. Ciò enfatizza la forza del contrasto risultante e corrisponde alla tendenza compositiva, secondo la quale viene introdotto direttamente un nuovo materiale di contrasto. confronti e il ritorno al materiale iniziale viene effettuato nel processo di una transizione graduale. Pertanto, i collegamenti tra l'episodio e il ritornello sono quasi obbligatori.

Nelle costruzioni di collegamento, di regola, viene utilizzata la tematica. materiale di ritornello o episodio. In molti casi, soprattutto prima del ritorno del ritornello, il legame termina con un predicato dominante, creando un sentimento di intensa attesa. Per questo motivo, l'apparenza di un ritornello è percepita come una necessità, che contribuisce alla plasticità e all'organicità della forma nel suo insieme, al suo movimento circolare. La r è solitamente coronata da una coda estesa. La sua importanza è dovuta a due ragioni. Il primo è relativo all'interno lo sviluppo dello stesso R. - due confronti contrastanti richiedono una generalizzazione. Pertanto, nella sezione finale, è possibile, per così dire, muoversi per inerzia, che si riduce all'alternanza di un ritornello di codice e di un episodio di codice. Uno dei segni del codice è in R. - il cosiddetto. "addio roll call" - dialoghi di intonazione di due registri estremi. Il secondo motivo è che R. è l'ultimo del ciclo e il codice di R. completa lo sviluppo dell'intero ciclo.

R. del periodo post-beethoveniano è caratterizzato da novità. Ancora usato come forma del finale del ciclo della sonata, R. è più spesso usato come forma indipendente. gioca. Nell'opera di R. Schumann appare una versione speciale del multi-dark R. ("Kaleidoscopic R." - secondo G. L. Catuar), in cui il ruolo dei legamenti è significativamente ridotto - potrebbero essere del tutto assenti. In questo caso (ad esempio, nella prima parte del Carnevale di Vienna), la forma del dramma si avvicina alla suite di miniature amata da Schumann, suggellata dall'esecuzione della prima di esse. Schumann e altri maestri del XIX secolo. I piani compositivi e tonali di R. si fanno più liberi. Il ritornello può essere eseguito anche non in chiave principale; una delle sue esibizioni viene pubblicata, nel qual caso i due episodi si susseguono immediatamente; il numero di episodi non è limitato; possono essercene molti.

La forma di R. penetra anche nel wok. generi - aria d'opera (il rondò di Farlaf dall'opera "Ruslan e Lyudmila"), romanticismo ("La principessa addormentata" di Borodin). Molto spesso intere scene d'opera rappresentano anche una composizione a forma di rondò (l'inizio della quarta scena dell'opera "Sadko" di Rimsky-Korsakov). Nel 20° secolo una struttura a forma di rondò si trova anche in otd. episodi di musica da balletto (ad esempio, nella 4a scena di Petrushka di Stravinsky).

Il principio alla base di R. può ricevere una rifrazione più libera e flessibile in molti modi. rotonda forme diverse Oh. Tra questi c'è un doppio modulo in 3 parti. È uno sviluppo in ampiezza di una semplice forma in 3 parti con una parte centrale in via di sviluppo o tematicamente contrastante. La sua essenza sta nel fatto che dopo il completamento della ripresa, c'è un'altra - la seconda - la ripresa centrale e poi la seconda. Il materiale del secondo mezzo è l'una o l'altra variante del primo, che viene eseguito in una chiave diversa o con qualche altra creatura. modificare. Nel mezzo in via di sviluppo, nella sua seconda implementazione, possono sorgere anche nuovi approcci tematici-motivazionali. formazione scolastica. In contrasto, le creature sono possibili. tematico trasformazione (F. Chopin, Nocturne Des-dur, op. 27 n. 2). La forma nel suo insieme può essere soggetta a un unico principio di sviluppo dinamizzante variazionale end-to-end, grazie al quale entrambi riprendono il main. anche i temi sono soggetti a modifiche significative. Un'introduzione simile della terza parte centrale e della terza ripresa crea una tripla forma in 3 parti. Queste forme a forma di rondò furono ampiamente utilizzate da F. Liszt nel suo fi. gioca (un esempio di doppia 3 parti - Sonetto n. 123 di Petrarca, una tripla - "Campanella"). Le forme con ritornello appartengono anche alle forme a forma di rondò. A differenza della normativa r., il ritornello e le sue ripetizioni costituiscono in essi sezioni pari, in relazione alla quale sono chiamati "even rondòs". Il loro schema è a b con b a b, dove b è un ritornello. Così si costruisce una forma semplice in 3 voci con un ritornello (F. Chopin, Settimo Valzer), una forma complessa in 3 voci con un ritornello (W. A. ​​Mozart, Rondo alla turca dalla sonata per pianoforte A-dur, K .-V. 331) . Questo tipo di ritornello può verificarsi in qualsiasi altra forma.

Il periodo della struttura più semplice

Complicazioni del periodo

Canzone popolare russa

Modulo semplice in due parti

modulo in tre parti

Forma complicata in tre parti

Tema con variazioni

Rondo

forma sonata

Sonata Rondò

Forme cicliche

forme miste

Forme vocali

Rondo è una tale forma in cui lo stesso tema si svolge almeno tre volte e tra le sue presentazioni vengono inserite parti di un contenuto diverso e, inoltre, il più delle volte, ogni volta - nuove. Pertanto, lo schema generale del rondò è il seguente:

A + B + A + C + A + ...

Dalla definizione e dallo schema, non è difficile concludere che in questa forma si manifesta particolarmente chiaramente il principio della ripetitività, che, da un punto di vista quantitativo, non si esprime così fortemente in nessun'altra forma. Allo stesso tempo, è combinato con il principio del confronto del contrasto (contrasto esterno).
Rispetto alle forme a due e tre parti, il rondò rappresenta un altro passo verso l'aumento della forma aggiungendola da più parti. Ciò è particolarmente evidente se immaginiamo il rondò come una sequenza di forme in tre parti che sono interconnesse da parti comuni, cioè un tema ricorrente che è riferito nello schema sia a "sinistra" che a "destra":

L'origine del rondò, il nome delle sue parti. La natura del contenuto

La forma rondò deriva da canzone da ballo con un coro. Una canzone di questo tipo è solitamente costruita in modo tale che venga prima eseguita una strofa (canzone), seguita da un ritornello. Il testo del verso, con musica ripetuta, è ogni volta nuovo, mentre il testo del ritornello si conserva in tutto o in gran parte di essa. Nella musica strumentale, invece di cambiare il testo, cambia la musica (B e C nel diagramma); il ritornello, che compare all'inizio della forma, viene poi ripetuto come nel canto del ballo vocale (lettera A nel diagramma). Il termine "rondo" significa "cerchio" (danza rotonda). L'accento nella parola "rondo" è possibile sia sulla prima sillaba (pronuncia italiana) che sulla seconda (pronuncia francese). Il tema ricorrente è chiamato la parte principale (secondo la vecchia terminologia, rondo - rondeau o refrain - refrain, cioè coro). Nello schema, quindi, A è la parte principale. Per distinguere l'ubicazione di ogni gioco, verranno adottati i seguenti termini: il primo gioco del gioco principale, il secondo gioco del gioco principale, ecc. Le parti che si trovano tra i giochi del gioco principale, poiché ciascuna di esse ha un contenuto indipendente e non si ripete in altre parti, sono chiamati episodi. Nello schema B e C - episodi, il primo e il secondo.

Rondò antico (distico).

Caratteristiche comuni della musica omofonica della prima metà del 18° secolo, soprattutto francese, sono l'assenza di un lungo sviluppo, il relativo isolamento delle parti della forma, nonostante la loro brevità, e la ben nota meccanicità dell'accoppiamento di queste parti.
Le caratteristiche elencate si riflettono pienamente nell'interpretazione della forma rondò di quel tempo.
Tutte le parti del rondò sono corte e spesso ce ne sono molte, per cui, in generale, la forma è piuttosto grande.
Il tema del rondò in generale, riflettendo l'origine della forma, ha un carattere vicino al genere musicale del canto e della danza. Questa proprietà, che rende la forma rondò correlata a molti esempi di forme in due e tre parti, è preservata in larga misura nell'ulteriore sviluppo di questa forma, sebbene non possa essere considerata obbligatoria per tutti i casi.

Festa principale

La festa principale, come tema ricorrente e, quindi, determinante nella maggior parte dei casi la natura generale dell'opera, è spesso di carattere canti e balli.
Sul lato armonico, la parte principale è una costruzione chiusa da una cadenza piena nella tonalità principale.
Dal punto di vista strutturale, la parte principale è solitamente un periodo di 8, occasionalmente 16 battute, solitamente costituito da due frasi simili. Anche l'esempio sopra, la cui melodia contiene le ben note caratteristiche del modo di scrivere polifonico, non fa eccezione, poiché la sua struttura, a un esame più attento, è vicina a quella abituale:

un b un 1 un 2
2 2 2 2

Il numero degli spettacoli della festa principale va da tre a cinque o sei, arrivando in alcuni casi anche a otto o nove. Le riprese di solito ripetono il tema principale nella sua forma originale o leggermente variato con l'aiuto di ornamenti (vedi Bach. Rondo da partita c-moll). Questo crea una vicinanza tra la forma variazionale e il rondò.

Episodi

Gli episodi situati tra le esibizioni della parte principale nel primo rondò classico di solito forniscono solo un leggero contrasto tematico. A volte c'è anche un'intersezione di elementi del tema principale nell'episodio (vedi battute 36-38 dell'esempio 135), che non è difficile distinguere dalla sua ripresa reale per caratteristiche tonali: riprese tematiche e tonali in un rondò, come un regola, coincidere.
Dal punto di vista armonico, gli episodi contengono una varietà di piani leggermente maggiore rispetto alla parte principale. In alcuni casi l'episodio inizia direttamente in una nuova chiave, introdotta per contrasto, con un salto. Ma molto spesso un piccolo grado di contrasto tematico è accompagnato da un ammorbidimento dei confronti tonali. Nell'esempio 135, tutti e quattro gli episodi iniziano con l'armonia tonica della tonalità principale, dopodiché immediatamente o dopo qualche tempo (vedi 2° episodio, il cui piano tonale è MI-H), inizia la modulazione in una tonalità subordinata, ponendo fine all'episodio. L'episodio assume così la struttura di un periodo modulante.
L'ordine delle chiavi per tutti gli episodi nel vecchio distico rondò sembra piuttosto arbitrario. caratteristica comune- limitazione incondizionata ai tasti strettamente correlati a quello principale. Inoltre, non è raro che un episodio si tenga nella tonalità principale. Questo viene fatto più spesso nell'ultimo episodio, situato vicino alla fine del modulo, dove la predominanza della chiave principale sembra del tutto appropriata.
Nell'ordine generale dei tasti si delinea in parte un'evoluzione nella direzione di avvicinamento del piano alla formula T-D-S-T. Si esprime nella preferenza per la tonalità del lato dominante per il primo episodio e di quella sottodominante per uno dei successivi. Nell'esempio 135, questa tendenza non ha ricevuto un'espressione chiara, che è più caratteristica del rondò dei classici viennesi.

Le parti di collegamento non sono caratteristiche del vecchio distico rondò.
La struttura degli episodi è relativamente varia. La loro lunghezza è per lo più uguale alla lunghezza del gruppo principale o la supera. Nell'esempio 135, con una parte principale di otto misure, anche la prima scena è di 8 misure. Il secondo e il terzo episodio hanno 16 battute ciascuno, mentre il quarto, il più vivace nella struttura della modulazione, è cresciuto fino a 20 battute.
Di solito non c'è codice.

Rondo di classicismo maturo (rondò semplice)

Una delle caratteristiche più importanti della musica dell'era del classicismo maturo è il desiderio di uno sviluppo più ampio e il superamento della disunità delle parti della forma. Questa caratteristica si riflette nel rondò. Le sue parti diventano più larghe, ma il loro numero abituale, per la maggior parte, è solo cinque, e quindi la formula A + B + A + C + A diventa tipica. L'interazione generale delle parti è notevolmente migliorata dall'introduzione di parti di collegamento, soprattutto spesso dagli episodi alle riprese della parte principale. L'introduzione dei legamenti è dovuta al fatto che gli episodi sono contrastanti e dati in altre chiavi. La coda, con la sua azione unificante, diventa quasi obbligatoria.
La parte principale, in precedenza un periodo, è spesso composta in una semplice forma di due o tre parti. Ma anche con uno sviluppo così ampio, rimane chiuso. Spesso vengono apportate modifiche alle riprese, grazie alle quali il rondò si avvicina alla forma variazionale più di prima.
Anche gli episodi diventano proporzionalmente più ampi. La loro forma è una semplice due o tre parti, a volte un punto, a volte una costruzione instabile di un carattere intermedio. (Quest'ultimo è tipico principalmente del primo episodio.)
Sul lato tematico, il contrasto tra gli episodi e la parte principale risulta molto più brillante rispetto ai primi esempi di rondò. Dei due episodi, il primo ha spesso un carattere più vicino alla festa principale, mentre il secondo introduce un contrasto più forte. Questa circostanza, in connessione con il grande sviluppo e la rotondità della forma del secondo episodio, avvicina in qualche modo il suo ruolo al ruolo di un trio in una complessa forma in tre parti con una ripresa incompleta.

Come mi separerei Trio riprendere
A B A DA MA

A causa di questa somiglianza, queste forme sono talvolta miste. La loro principale differenza è che:

1) la parte principale del rondò è solitamente composta da due o tre parti;

2) la prima parte di una forma complessa in tre parti è solitamente di uno scuro, ma qui il primo episodio B introduce un contrasto tematico;

3) il peso del trio, in generale - più dell'episodio nel rondò.

Il contrasto tematico è invariabilmente messo in risalto dal contrasto tonale, poiché gli episodi sono solitamente scritti in chiavi subordinate. La scelta più tipica è:

Nel primo episodio, c'è più spesso la tonalità del dominante o di un sottodominante più debole (VI), nel secondo - la tonalità con lo stesso nome o un sottodominante forte (IV).
A volte ci sono anche chiavi subordinate un po' più distanti (il Beethoven Rondo, op. 129, G-dur).
Se il primo episodio è dato nella chiave dell'ordine dominante, allora il secondo è molto probabilmente nel sottodominante (il significato della formula T-D-S-T è notevolmente aumentato tra i classici). Tuttavia, il tono sottodominante è generalmente tipico del secondo episodio.
Dal lato della struttura, come detto sopra, c'è una certa diversità. Per la maggior parte degli episodi, indipendentemente dal fatto che siano costruiti in forma di due o tre parti, o sotto forma di punto, una certa rotondità è caratteristica di queste forme in generale e, inoltre, è associata alla natura del canto e del ballo di il tema del rondò. Pertanto, il desiderio di una maggiore continuità nella struttura dell'insieme ha fatto apparire parti di raccordo modulanti. Questi ultimi, come accennato in precedenza, sono più tipici tra l'episodio e la ripresa della parte principale, ma sono talvolta introdotti nell'episodio (cfr. Beethoven, Sonata, op. 49 n. 2, parte II). A volte si verificano episodi di natura evolutiva, sotto l'influenza della già citata tendenza allo sviluppo attraverso la forma.
Nel rondò ci sono fasci di tutti i tipi che sono stati descritti nell'introduzione e nei capitoli precedenti.
1. Collegamento melodico a una voce, sullo sfondo di una dominante già raggiunta e ulteriormente implicita.
2. Breve modulazione di più accordi.
3. Aggiunte alla cadenza principale con successiva modulazione ("transizione propriamente detta").
4. Ripetizione della parte, che si trasforma in una transizione modulante.
A volte ci sono parti di collegamento piuttosto lunghe di natura evolutiva basate sull'argomento precedente o, cosa particolarmente caratteristica, sul materiale dell'argomento di cui si sta preparando l'introduzione (preparazione tematica). Esempi nel finale delle sonate di Beethoven, op. 14 n. 2 Jor. 53. L'ultimo esempio dà un esempio di uno sviluppo molto ampio della parte di raccordo, corrispondente alle grandiose proporzioni dell'intero rondò.
Una novità nel rondò della classicità matura del codice. Sul versante tematico, la coda si basa quasi sempre sul "materiale della forma principale (cioè il rondò stesso). Nei casi più semplici il tema viene rielaborato in modo da creare una serie di cadenze aggiuntive, e più è vicino a un personaggio di canti e balli, più facile è solitamente la struttura della coda, e poiché il carattere di danza predomina nel rondò, le code sono per lo più semplici e non hanno uno sviluppo evolutivo in esse, che è poco caratteristico di questa forma in generale.

Ulteriore sviluppo del rondò nel XIX secolo

Nell'ulteriore sviluppo della forma rondò, vengono delineate alcune novità.
1. Alcuni passaggi centrali della parte principale sono talvolta eseguiti in tonalità subordinata, per motivi di varietà cromatica e superando una certa staticità introdotta da un ritorno alla tonalità principale (vedi Schumann, Movellette, op. 21 n. 1) .
2. Il grado di isolamento delle parti è spesso inferiore a prima. Ciò è facilitato da lunghe parti di collegamento di natura evolutiva.
3. C'è più varietà di personaggi negli episodi rispetto a prima. L'atteggiamento libero nei confronti della scelta del materiale per gli episodi si riflette talvolta nella loro somiglianza (vedi Chopin. Rondo, op. 1 e 16).
4. Le caratteristiche elencate, possibili in diverse combinazioni, si coniugano con un atteggiamento molto libero nei confronti dell'ordine generale delle parti. Così, ad esempio, a volte si susseguono due episodi su argomenti diversi, come nel Rondo di Farlaf dell'opera Ruslan e Lyudmila di Glinka, il cui schema è il seguente:

La caratteristica comune del rondò, cioè la detenzione del partito principale non meno di tre volte, a quanto pare, è conservata in a tutta forza. La tecnica dell'unificazione della forma attraverso la ripetizione ripetuta viene talvolta applicata a costruzioni molto grandi nella musica d'opera, fino a dare una struttura simile a un rondò a un intero atto o immagine.
Insieme a una più ampia comprensione della forma rondò, nella musica del 19° secolo, c'è anche una sorta di revival della sua antica interpretazione, in relazione alle molte parti, e talvolta alla delimitazione delle parti. È più caratteristico, a quanto pare, di Schumann. Esempio famoso- la prima parte del Carnevale di Vienna, op. 26, in cui la parte principale in tre parti è suonata cinque volte.

doppie forme

Nel capitolo IV, è stato mostrato che una semplice forma in tre parti, in cui il primo periodo non viene ripetuto, ma la seconda e la terza parte vengono ripetute insieme, diventa in cinque parti:

a b a b a

Con la sua macchia, questa forma si avvicina leggermente al rondò, ma non lo sta ancora diventando, poiché entrambi i centri (b) sono gli stessi. Se entrambi i medi sono gli stessi in termini di materiale musicale, ma ha subito un'elaborazione significativa o è stato spostato su una nuova tonalità, allora questa forma è in qualche modo più vicina al rondò:

a b a b 1 a

La differenza resta ancora, poiché il rondò, come è noto, è caratterizzato da un contrasto tra episodi, poco pronunciato nella forma in esame. Pertanto, per la forma in cui il tema principale si tiene tre volte ed entrambi i mezzi sono simili, ma non uguali, il nome è accettato: "doppia semplice forma a tre parti". La natura rondò di questa forma è ovvia, e talvolta il compositore stesso chiama i pezzi di questa struttura - rondo (vedi Glinka. Opera "Ivan Susanin", Cavatina e rondò di Antonida),
Ugualmente a forma di rondò è la struttura di una forma complessa in tre parti con due trii (doppio complesso in tre parti). Come sappiamo dal capitolo V, a volte si ottiene la suddivisione in cinque parti semplicemente ripetendo un trio e una ripresa:

A B A B A

La ripetizione di un trio in una nuova tonalità non è tipica, ed è molto più comune vedere l'introduzione di un secondo trio:

A B A C A

La differenza tra questa forma e il tipico rondò si vede non solo nella natura del soggetto, ma anche nella netta demarcazione delle parti, caratteristica di una forma complessa in tre parti.
Schumann usava spesso la forma con due trii (vedi lo scherzo della sua prima e seconda sinfonia, quartetti, quintetto per pianoforte, ecc.).
La forma tripla, semplice o complessa (A B A C A D A) è molto rara.

Ambito di rondò

Come puoi facilmente vedere dall'elenco sottostante, il rondò è molto spesso un'opera indipendente. A volte è chiamato "Rondo"; in altri casi ha qualche altro nome, in particolare programma (quest'ultimo è molto caratteristico della musica per clavicembalo antica e dei romantici). Inoltre, il rondò si trova anche come parte di un'opera ciclica, principalmente nelle parti finali - le finali, a volte in quelle centrali. Molto raramente, una forma a forma di rondò viene data a una delle parti di una forma complessa in tre parti, un esempio della quale si trova nello scherzo della quinta sinfonia di Beethoven.
Nella musica russa, il rondò si trova spesso nel genere vocale, in connessione diretta con la struttura del testo, che determina la ripetizione ripetuta inerente a questa forma. Sopra, è stata fatta un'osservazione sulla struttura a forma di rondò di grandi parti in alcune opere russe. La varietà delle possibilità con un'interpretazione così ampia della forma, ovviamente, cambia la questione, e il collegamento delle varie parti del tipo indicato con la fonte primaria rimane del tutto esterno, riflesso solo sulla pianta nelle sue caratteristiche generali e non influenzando necessariamente il carattere della musica.

RondO - una vecchia forma poetica solida con un ritornello di 8, 13 o 15 versi di quindici versi e diverse stanze. Rondo nacque molto tempo fa, nel XIV secolo, e divenne noto nella versificazione come una specie di canzone.

Canzona è un poema d'amore lirico, in origine un canto cortese, il genere più diffuso e universale nella poesia dei trovatori, adottato poi dai poeti galiziano-portoghesi e italiani e che raggiunse la sua massima fioritura nell'opera del Petrarca. La canzone di solito consisteva da cinque a sette stanze e terminava con una abbreviata e più spesso con due stanze da tre a quattro versi. Le strofe che chiudevano la canzone erano dette tornades (ox. tornata - turn) - contenevano un'indicazione dell'oggetto dell'iniziazione della canzone.

Lo schema di base del rondò AB / aAab / AB fu sviluppato in dettaglio intorno al 1300 come la varietà più semplice a otto righe, che in seguito iniziammo a chiamare triolet, ma alla fine del XV secolo esistevano già fino a 115 diverse forme di rondò, composto da quantità diversa sono noti versi, ad esempio, rondò di 22 e 25 versi.

Attualmente, RONDO è inteso come la forma francese di un breve poema con due rime e diverso tipo ritornelli come:

1. Rondò di 8 versi: dove il primo e il secondo rigo si ripetono alla fine del rondò e la prima strofa - nella quarta riga (trioletto su un tema d'amore);

n. 1. Rondo. Jean Froissart. (tradotto da Leonid Ivanov)


Congelerà il mio alla vista di una signora,
Affascinato da speranze e sogni d'oro
Il cuore batterà, inalando il calore delle rose.
Il loro profumo è di viti fresche ma rigogliose
Mile ama cicatrici e cicatrici
Il cuore batterà, inalando il calore delle rose,
Si congelerà alla vista della mia signora.

2. Rondò di 9, 11, 12 o 13 versi, le parole iniziali del primo rigo entrano sotto forma di versi brevi al centro e alla fine del poema, come ad esempio:

No. 2 Faccina triste. Benedikt Livshits.

Si alzò il volto triste dell'antico amore
Nella mia anima: serata frenetica
La fantasia mi porta al nascondiglio
del passato, e, tranquillamente, sfogliando
Pagina dopo pagina diario

Sono di nuovo, amore, il tuo timido studente,
Sono di nuovo sotto il tuo controllo, ametista
La stella dell'amore che ha mostrato per un momento
faccia triste...

Pertanto, i versi-ritornello da "affrontare" sono qui inclusi nella catena generale di rime "sorse - un nascondiglio - un diario", ecc. Ad esso si intreccia una catena di rime iperdattiliche molto più raffinate: "frenetico - lanciando - ametista" e poi "fischiettando - cambrico".

Numero 3. Sto piangendo. Valery Bryusov.

Sto piangendo. Una fila di pini tristi lungo il sentiero.
Il cocchiere si addormentò, dimenticandosi di frustare il magro cavallo.
Guardando il tramonto infuocato e solenne,
Sto piangendo.

Là, nel cielo infuocato, io, piccola, cosa voglio dire?
Qui si insinuano silenziosi i giorni, e là volano i secoli,
E il cielo non ha tempo per ascoltare il pianto umano!

Quindi nella sua anima - io, solo uno sguardo superficiale ...
E con il pensiero di tutto ciò che presto perderò,
Con un ottuso ricordo di piaceri perduti,
Sto piangendo…

n. 4. non oso. Valery Bryusov

Non oso mettere in versi tutti i miei sogni,
Eppure lo accarezzo e lo accarezzo...
Ma ripeti ad alta voce tra gli altri
non oso.

E ora, davanti a ciò che venero,
Mi porto al frastuono dei bazar cittadini...
Non prendere in giro un'idea infantile?
non oso.

Oh, se solo ci fosse qualcuno che ha prenotato i miei pensieri
L'ho letto, compreso e ne sono rimasto completamente imbevuto...
Almeno per un attimo!.. Ma per credere in questo momento
non oso.

3. Il più comune - RONDO CLASSICO - 15 versi: le parole iniziali del primo verso sono ripetute nella nona e ultima riga. Lo schema in rima è aabba abbr aabbar, dove r è la prima metà del primo verso del poema, in alcuni casi rima con niente, in altri casi rima con a.

Esempi di rondò classico:

n. 5. Manon Lesco. Mikhail Kuzmin.

Manon Lescaut, l'amoroso regolare
I tuoi tempi, penso alati
cercato invano divertimenti perduti,
E la tua immagine è affascinante e furba,
Sono stato guidato da un consigliere mutevole.
E con la grazia della manierata-spigolosa
hai detto: "capisci l'amore stanco,
Dopo aver letto un romanzo dove è chiara una disposizione dolce
Manon Lescaut."
Dalle prime parole nella taverna dei ladri
Passato vero, poi un mendicante. il ricco
Fino al momento in cui sono caduto senza forza,
Nella sabbia di uno sconosciuto, via le erbe autoctone,
Fu sepolto con una spada, non con una pala
Manon Lesko!

No. 6. I tuoi passi. Mikhail Kuzmin.

Nel profetico gira lo spirito del delirio,
Con i sacri incensieri della febbre,
E combatte il fruscio nell'aria vorticosa
i tuoi passi

Così si crede in un languido inferno,
Che sulla soglia delle ceneri del deserto troverò!
I pavimenti in porfido sono lisci a specchio...
Portano tutti gli arcobaleni e tutti gli indizi
Frutto maturo e trasparente
i tuoi passi

n. 7. i tuoi passi Mikhail Kuzmin

Da dove cominciare? folla frettolosa
Alla mia anima, così a lungo silenziosa,
Le poesie corrono come un branco di capre vivaci.
Ancora una volta intrecciando una corona di rose d'amore
Con mano fedele e paziente.

Non sono uno spaccone, ma non un eunuco assonnato
E non ho paura delle schegge ingannevoli;
Chiederò apertamente, senza pose educate:
"Da dove cominciare?"

Così mi sono precipitato in una vita pignola, -
Tu sei venuto - e io con una timida preghiera
Guardo il campo, più snello delle vigne lacustri,
E vedo chiaramente quanto sia ridicola la domanda.
Ora lo so orgoglioso e felice
Da dove cominciare.

n. 8. Hai sognato al mattino. Galina Rimskaja

Hai sognato al mattino, sdraiato nudo nell'erba rugiadosa,
Le nuvole ridevano come madreperla, scintillando nel silenzio della notte.
Cadrò con le labbra sul petto, senti, il mio cuore batte impossibile,
Dimmi con il tuo respiro quanto ami, e lo toccherò dolcemente
A quei portali della coscienza a cui mi inchino nella mia magia,
Sussurrandomi una confessione, decolleremo verso una stella lontana argentata.
Oh mio amore, oh mio Dio, ci sto mani forti così caldo e sicuro
Ci addormentiamo sul letto... Ti amo, ti tocco senza preoccupazioni...
Hai sognato al mattino.

E gli amici rimarranno indietro rispetto a Lado nel loro matchmaking senza speranza,
Non ha bisogno di nessuno, si è dissolta nella sua divinità...
Caro, gentile, amato, cucirò una camicia con la mia anima - non è difficile!
Un invisibile angelo di luce, puoi correggere il fato se lo desideri...
Io sono la Dea, siamo vicini, insieme, alla nostra celebrazione del matrimonio...
Hai sognato al mattino.

4. Nella poesia russa del 18° secolo, Rondo era chiamato forme di poesie in senso ampio e più libere con lunghe file di rime identiche.

Ad esempio è noto il Complicated Rondo, composto da 25 versi, i suoi schemi di rima variano da autori diversi, non ho trovato esempi per questo tipo di rondò. A volte il Rondo Complicato compare negli autori sotto il nome della Grande Rondella: 25 versi, dove tutti e quattro i versi della prima quartina sono ripetuti come strofa finale nelle quartine successive, e in conclusione, come un classico, segue un cinque versi , Per esempio:

n. 9. Sogno d'inverno. Lyubov Ilienkov.

L'inverno canta. eco persistente
Le fa eco la tristezza del cielo.
Una bufera di neve fa le fusa e, con una risata selvaggia,
Dona miracoli al mondo.

Le foreste sono già impigliate nel sonno -
Avvolto amorevolmente nella neve.
E da qualche parte senti delle voci -
L'inverno canta con un'eco persistente ...

Tutta la valle è ricoperta di pelo biancastro,
rugiada ghiacciata,
E loda il popolo dell'Inverno della Gioia,
Solo i cieli risuonano di tristezza...

La ruota del sole non è visibile.
E, spazzando il sentiero dopo il sentiero,
I fiocchi di neve cercano indirizzi -
La bufera di neve li circonda, con una risata selvaggia.

Il cielo si addormentò nel ghiaccio del fiume.
Sì, solo nuvole-vele
Corrono, spinti da un vento violento,
Dare miracoli al mondo...

Violare la purezza del foglio
Girati, sotto la luce del giorno sbiadita
Già il primo verso del poeta
Registrato molto tempo fa dalla tela
“L'inverno canta. Echi…”

In conclusione, qualche parola in più dalla storia. RONDO (rondeau francese da rond - cerchio), una forma solida in poesia, in un modo o nell'altro basata su schemi medievali. Ha raggiunto il suo apice nell'Europa occidentale nei secoli XVI-XVII. Conosciuto in Russia con V.K. Trediakovsky. Nei secoli XIX-XX fu conservato nelle stilizzazioni.

Tra la massa di oggetti e fenomeni associati a cerchi, movimenti circolari e ogni tipo di rotondità e denotata dalle stesse parole radice, c'è anche la parola "danza rotonda", che in Francia, come in molti altri paesi, è associata al folk danza. Non c'è da stupirsi che dicano "cerchia in una danza rotonda", cioè fai un cerchio e torna al punto di partenza. Questo schema è passato dalle danze rotonde alla poesia (dove "rondo" sono chiamati poesie con ripetizioni periodiche di parole o versi) e alla musica. Questa forma è strettamente legata all'uomo, è sorprendentemente commisurata a lui. Quante volte nella vita lo facciamo partiti diversi torniamo alla stessa azione, luogo, fenomeno. Rondo coglie questa regolarità del nostro essere in un modo peculiare.

Il principio del rondò offre molte possibilità. Innanzitutto è l'estrema chiarezza e armonia della struttura, la sua completezza e stabilità dovuta alla ripetizione del ritornello. Allo stesso tempo, il rondò offre meravigliose occasioni per contrasti di vario genere (tra ritornello ed episodi). Inoltre, è importante saturare l'intera struttura con lo sviluppo, sebbene in questo caso al principio del rondò si aggiunga qualche altro principio di modellatura, che sopprime in parte il primo. La forma del rondò combina notevolmente unità e dinamismo.

CLASSICAL RONDO nasce come una versione più raffinata della rondella: il suo ritornello è ridotto a un minimo accenno, a metà e alla fine del poema, non si ripete l'intero primo verso, ma il suo inizio, rimanendo anche senza rima - come se incompiuto. Il rondò classico ha 15 versi con la rima AABBA+ABBx+AABBAx (dove x è una ripetizione dell'inizio del primo verso). Spesso questo ordine di rime viene violato, ma le posizioni dei semiritornelli ripetuti sono saldamente preservate.

Suggerimento per scrivere un rondò classico:

Come in tutte le forme solide con ritornelli, l'effetto artistico del rondò è che il semiritornello dato, apparendo ogni volta con apparente naturalezza, acquisisce un significato nuovo, alquanto diverso in nuovi contesti.